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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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Metodologia della ricerca finalizzata al compimento<br />

dello Studio di Fattibilità<br />

<strong>Sebastiano</strong> <strong>Tusa</strong><br />

19<br />

Lo Studio di Fattibilità in questione possedeva<br />

dei caratteri di assoluta novità non<br />

avendo alcun elemento di paragone disponibile.<br />

Abbiamo a lungo meditato sul<br />

sistema da adottare per portare a compimento<br />

quanto richiesto, tenendo sempre<br />

presente lo scopo finale dello studio. Pur<br />

essendo sostanzialmente uno studio basato<br />

sulla ricerca archeologica e, pertanto,<br />

rientrante nella tradizionale pratica della<br />

ricognizione archeologica subacquea di<br />

cui il mondo è pieno di esempi, tuttavia<br />

lo scopo finale della committenza non era<br />

quello di mettere noi ricercatori nella<br />

condizione di effettuare una sistematica<br />

ricerca dei fondali marini per evidenziarne<br />

le emergenze storico-archeologiche.<br />

L’obiettivo finale doveva andare oltre la<br />

mera ricerca archeologica, sia pure basilare<br />

e di grande importanza. Doveva andare<br />

nel senso di verificare se i dati desunti<br />

dalla ricerca archeologica subacquea<br />

potessero tradursi in elementi sufficienti<br />

e adeguati per costruirvi sopra qualcosa<br />

che potesse soddisfare non soltanto la curiosità<br />

e le esigenze della scienza e degli<br />

scienziati, ma anche quelle di appassionati,<br />

cultori, amanti del mare e semplici<br />

cittadini. In una parola, ci era richiesto se<br />

gli elementi costitutivi del patrimonio archeologico<br />

subacqueo della Sicilia occidentale<br />

fossero tali da poter ben figurare<br />

come oggetto di attenzione turistica. E,<br />

ancor più semplicemente, se tutto ciò potesse<br />

avere anche un senso economico,<br />

cioè se un investimento nella valorizzazione<br />

di questi beni potesse essere valido<br />

sul piano costi/benefici.<br />

Avendo chiari questi elementi di valutazione<br />

così succintamente espressi abbiamo<br />

lungamente analizzato le varie strategie<br />

di lavoro per raggiungere l’obiettivo<br />

richiesto. Siamo arrivati, pertanto, alla<br />

conclusione che il lavoro andasse svolto<br />

per progressivi livelli di approfondimento<br />

ed elaborazione, basati su diverse metodologie<br />

di ricerca ed analisi. Ci siamo anche<br />

orientati nel costruire un gruppo di<br />

ricerca e analisi che potesse affrontare<br />

tutte le possibili sfaccettature del problema<br />

in modo da giungere a conclusioni<br />

non univoche o parziali, ma esaustive e<br />

onnicomprensive. In breve, abbiamo costruito<br />

un gruppo di ricerca multidisciplinare<br />

dove accanto all’archeologo stessero<br />

subacquei dilettanti e professionisti,<br />

fotografi, videoperatori, disegnatori, cartografi,<br />

ingegneri, architetti, fisici, oceanografi,<br />

economisti ed esperti di marketing<br />

dei beni culturali.<br />

Il primo elemento costitutivo della strategia<br />

di ricerca è stato, quindi, la multidisciplinarietà,<br />

considerato da noi pre-requisito<br />

indispensabile per ottenere risultati<br />

analiticamente corretti e sinteticamente<br />

inoppugnabili. Come si vedrà dal<br />

resoconto del lavoro svolto analiticamente<br />

ci si accorgerà che tutto ciò è stato effettivamente<br />

svolto con competenza nel<br />

quadro di un’eccellente cooperazione tra

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