01.06.2013 Views

Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

spicuo della collezione di archeologia subacquea<br />

del Museo Archeologico Regionale<br />

“A. Salinas” di Palermo.<br />

Purtroppo decenni di saccheggio hanno<br />

lasciato ben poco sui fondali. Tuttavia sappiamo<br />

dell’esistenza certa di relitti evidenziati<br />

attraverso anfore puniche del III e II<br />

sec. a.C., così come certa appare l’esistenza<br />

di un relitto medievale sul versante settentrionale<br />

della caduta rocciosa.<br />

Recentemente è stato identificato (o per<br />

meglio dire “ritrovato”) l’unico ceppo<br />

d’ancora superstite in piombo (lungh. m<br />

1,40) sul versante settentrionale della Formica<br />

ad una profondità di m 50 circa,<br />

adagiato su un fondale sabbioso in forte<br />

pendio. Appare chiaro che sia rotolato da<br />

profondità meno rilevanti proprio in considerazione<br />

del forte gradiente esistente<br />

nella zona.<br />

Ricognendo il versante settentrionale della<br />

suddetta Formica si sono individuate<br />

ancora esistenti due aree di concentrazione<br />

ceramica pertinenti ciò che resta di cospicui<br />

relitti ormai del tutto asportati.<br />

Sono segnalati anche due cannoni non<br />

meglio identificati e fortemente concrezionati.<br />

Di difficile interpretazione sono,<br />

invece, un idoletto antropomorfo forse<br />

<strong>Sebastiano</strong> <strong>Tusa</strong><br />

preistorico e un’ancora in terracotta a tre<br />

fori, recuperati in passato.<br />

Il grande interesse dell’area è dato dalla<br />

vicinanza della città punico-ellenisticoromana<br />

di Solunto sul Monte Catalfano,<br />

preceduta dall’insediamento arcaico e<br />

classico sito proprio nella parte bassa dell’area,<br />

a diretto contatto con il mare.<br />

Abbiamo voluto salvare ciò che ancora resiste<br />

sui fondali di questo pittoresco e suggestivo<br />

angolo dei fondali siciliani tentando<br />

di proteggere quei pochi reperti superstiti,<br />

inserendoli in un percorso di visita<br />

subacquea che accomuna l’interesse<br />

archeologico a quello naturalistico e paesaggistico.<br />

Oggi l’area è, infatti, protetta<br />

da un’ordinanza che ne regola l’immersione<br />

e l’ancoraggio e che costituisce l’ultimo<br />

tentativo di salvare un’area archeologica<br />

subacquea di grande pregio e di grande<br />

interesse storico.<br />

È possibile ancora osservare un’area ricca<br />

di ragguardevoli frammenti di anfore puniche<br />

scivolate sui versanti dello scoglio,<br />

che testimoniano della caduta del relitto<br />

fino alla sua tomba finale nella sabbia alla<br />

base dello scoglio a quote prossime a m<br />

60, così come resti di probabili colubrine<br />

(spezzate) individuati a quota m -42.<br />

È possibile anche imbattersi in un’ancora<br />

di ferro di non recente fattura, nonché in<br />

quella in piombo già menzionata.<br />

Data la difficoltà nello scoprire tra i canaloni<br />

dei fianchi dello scoglio le vestigia<br />

delle varie tragedie del mare che si consumarono<br />

nel corso dei millenni, è consigliabile<br />

farsi guidare in questa visita, nonché<br />

arricchirla con una puntata al Museo<br />

Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo<br />

per ammirare ciò che dalla Formica<br />

proviene. Ma è anche interessante visitare<br />

Solunto e, passeggiando lungo le sue<br />

strade regolarmente tagliate e intersecantesi<br />

ad angolo retto, ammirare dall’alto la<br />

baia omonima dove, a seconda delle condizioni<br />

meteomarine, è possibile rendersi<br />

conto della posizione topografica della<br />

Macina romana.<br />

118

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!