Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
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prevalenti per l’esplorazione archeologica<br />
subacquea, l’Amministrazione Regionale<br />
riesca a coprire i costi del personale e delle<br />
eventuali attrezzature impegnate per<br />
una tale attività. Rimane, comunque, il<br />
costo amministrativo di organizzazione e<br />
gestione, a fronte del quale non esistono<br />
benefici collettivi, ma soltanto benefici<br />
appropriabili esclusivamente dal singolo<br />
visitatore e che possono essere prodotti<br />
equivalentemente anche con soluzioni organizzative<br />
diverse, e senza i costi di organizzazione<br />
e amministrazione tipici del<br />
settore pubblico. A questo proposito, una<br />
possibile soluzione al problema della gestione<br />
del servizio di accompagnamento<br />
delle visite agli itinerari è quella di autorizzare<br />
i vari centri diving a svolgere tale<br />
attività, concedendo loro i necessari permessi.<br />
Lungo tutta la costa prospiciente i<br />
siti interessati esistono, infatti, molti<br />
centri, in numero complessivo di 33 5 .<br />
Alcuni di questi sono già impegnati con<br />
successo in attività di archeologia subacquea.<br />
La domanda di fruizione che si stima<br />
possa svilupparsi a seguito della creazione<br />
degli itinerari archeologici subacquei<br />
(vedi sezione 5.2.4.) può essere sufficiente<br />
a coprire i costi di esercizio. D’altra<br />
parte, il fatto che tutti questi centri<br />
riescano a svolgere oggi la propria attività<br />
lungo questo tratto di costa, senza ricevere<br />
sostanziali contributi pubblici, dimostra<br />
che essi possono autofinanziarsi<br />
con i rientri derivanti dalle tariffe pagate<br />
da coloro che si immergono. Si tratta,<br />
quindi, di una soluzione finanziariamente<br />
praticabile. Gli stessi centri, d’altra<br />
parte, potrebbero anche svolgere quella<br />
funzione di vigilanza dei siti, in quanto la<br />
loro integrità risulta funzionale all’ottimizzazione<br />
della loro offerta di turismo<br />
subacqueo. Non bisogna, peraltro, sottovalutare<br />
il fatto che questi centri sorgono<br />
spesso sulla base di un forte interesse e di<br />
una grande passione per il mare e per l’attività<br />
subacquea. Se a questa passione si<br />
Maurizio Caserta, Tiziana Cuccia, Isidoro Mazza, Giacomo Pignataro<br />
aggiunge un’attività di informazione e<br />
formazione per educare i dirigenti di tali<br />
associazioni anche al rispetto del patrimonio<br />
archeologico, lo spirito che li anima<br />
può costituire un ulteriore incentivo,<br />
accanto a quello economico, per la tutela<br />
dei siti.<br />
Infine, per quanto riguarda le attività a<br />
terra, la collocazione di materiale informativo<br />
sugli itinerari, di plastici, di ricostruzioni<br />
video dei naufragi e di eventuali<br />
reperti, essa avverrà all’interno di musei<br />
già esistenti in prossimità dei siti. Tali<br />
iniziative ricadono, pertanto, nella gestione<br />
delle istituzioni esistenti (municipali,<br />
regionali e altre istituzioni pubbliche).<br />
Data la limitatezza delle esposizioni<br />
che saranno create e il fatto che la loro<br />
effettiva articolazione potrà variare da<br />
museo a museo, a seconda delle dimensioni,<br />
degli spazi e del personale disponibili,<br />
non si ritiene che questa parte del<br />
progetto comporti modificazioni sostanziali<br />
nell’organizzazione di queste istituzioni<br />
e, tantomeno, della loro forma di<br />
gestione.<br />
In definitiva, il modello che si prospetta<br />
consiste in una originale integrazione<br />
fra pubblico e privato, laddove la gestione<br />
di talune attività, per la loro natura e<br />
per il fatto che producono prevalentemente<br />
benefici collettivi, viene affidata<br />
alle istituzioni pubbliche, mentre quella<br />
di altre attività viene lasciata ai privati,<br />
in particolare centri diving o altri custodi,<br />
consentendo ugualmente la produzione<br />
di benefici pubblici, nella forma<br />
di attività di tutela, attraverso lo sfruttamento<br />
degli incentivi a produrre benefici<br />
privati.<br />
Il modello di gestione ipotizzato fa riferimento<br />
ad amministrazioni, istituzioni e<br />
soggetti già operanti, che possono agevolmente<br />
comprendere tra i loro compiti e le<br />
loro attività, le funzioni previste per la<br />
realizzazione e la gestione dell’intervento<br />
progettato.<br />
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