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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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scoli, palle, spade etc.), naufragata agli inizi<br />

del ’500. Tale evento è stato collegato<br />

ipoteticamente a un documento del 1526<br />

che narra della ricostruzione della chiesa<br />

di San Vito lo Capo nella sua versione<br />

odierna a “fortezza”, proprio in seguito a<br />

un saccheggio da parte di pirati barbareschi<br />

che vennero però respinti.<br />

La presenza di ceramiche di varia epoca<br />

(dal periodo arcaico in poi) testimonia la<br />

presenza di altri relitti nella medesima<br />

baia, ancora da identificare.<br />

Al di fuori della baia i fondali sanvitesi<br />

hanno restituito altre testimonianze foriere<br />

di grandi sviluppi se opportunamente<br />

interessate da azioni di ricerca e tutela.<br />

Nei pressi della suggestiva tonnara del<br />

Secco si rinvengono frammenti anforacei<br />

di epoca punica e romana che vanno messi<br />

in collegamento con le tracce di impianto<br />

coevo per la lavorazione del pesce<br />

secco e la produzione del garum che insiste<br />

indicativamente nella stessa area della<br />

tonnara. Si tratta di tracce di relitti o di<br />

materiale accidentalmente caduto nelle<br />

pratiche di carico e scarico.<br />

Per gli appassionati di relitti moderni, ma<br />

altrettanto suggestivi, si segnalano nella<br />

medesima zona ben due relitti: quello del<br />

mercantile Kent, carico di libri (corani)<br />

naufragato negli anni ’70, e del Capua,<br />

nave carica di armi affondata durante la<br />

seconda guerra mondiale.<br />

Anche sulla costa occidentale del promontorio<br />

di San Vito lo Capo, in località Macari,<br />

è segnalata la presenza di almeno un<br />

relitto medievale in acque profonde da<br />

cui provengono numerose lucerne.<br />

Questi rinvenimenti testimoniano l’intensa<br />

frequentazione di quest’area non tanto<br />

come zona dedita al commercio marittimo,<br />

ma come luogo obbligato di passaggio<br />

per le rotte settentrionali che lambivano<br />

la Sicilia.<br />

Il promontorio di San Vito era frequentemente<br />

doppiato, ma poteva anche essere<br />

punto di sosta nelle lunghe e faticose na-<br />

vigazioni. Del resto ciò è comprensibile<br />

sulla base della presenza dell’approdo costituito<br />

dalla baia e dalla sua spiaggia, ottimo<br />

punto per tirare in secco le imbarcazioni<br />

ed effettuarvi riparazioni. Inoltre la<br />

zona è ricca di acqua dolce sia per la fonte<br />

sita nei pressi della chiesa-fortezza di<br />

San Vito, al centro dell’odierno paese, che<br />

per altre sorgenti poste alla base delle strapiombanti<br />

falesie rocciose.<br />

Le vestigia del relitto del Faro, così come<br />

altri reperti archeologici di provenienza<br />

marina, si possono ammirare nel locale<br />

Museo del Mare allestito sul corso principale<br />

della cittadina.<br />

Custonaci – Calazza Cofano<br />

Sul versante settentrionale del Monte<br />

Cofano si apre la splendida omonima<br />

cala ove non è difficile ammirare l’impareggiabile<br />

spettacolo della torre settecentesca<br />

che si specchia sulle acque calme<br />

del mare. Data la sua mole e imponenza<br />

la torre è l’elemento più significativo di<br />

questa paesaggio, peraltro assolutamente<br />

naturale. La torre presenta la peculiarità<br />

di avere le quattro pareti concave che,<br />

secondo l’ipotesi più probabile, furono<br />

così costruite per attutire l’impatto delle<br />

palle di cannone. Era sede della guardiania<br />

del Cofano che controllava il tratto<br />

di costa tra la punta del monte e il golfo<br />

di Macari.<br />

Il mare antistante la torre è caratterizzato<br />

dalla presenza dello scoglio Scialandro dove<br />

l’erudizione locale vuole allocare parte<br />

dei leggendari ludi di Enea, cantati nell’Eneide.<br />

Virgilio, nel V libro dell’Eneide,<br />

narra, infatti, di gare di nuoto che si svolgevano<br />

tra la terra e uno scoglio in mezzo<br />

al mare lungo un percorso perpendicolare<br />

alla costa e con il costante incitamento del<br />

pubblico assiepato sulla riva. È stato a lungo<br />

dibattuto sulla localizzazione di questo<br />

evento con varie ipotesi che non stia-<br />

131 Fattibilità dei parchi e itinerari archeologici subacquei nella Sicilia occidentale

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