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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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tà di Monte San Giuliano. Di parere contrario<br />

era invece il suo connazionale A.<br />

Holm, che nella sua Storia della Sicilia<br />

nell’antichità 10 dedicava una lunga nota<br />

all’individuazione della città di Erice,<br />

schierandosi fra coloro che ritenevano l’abitato<br />

antico in un sito diverso dell’attuale.<br />

La tesi di Holm evidenziava soprattutto<br />

le difficoltà che avrebbero avuto i due<br />

contendenti nel trovarsi entrambi all’interno<br />

della ristretta cerchia muraria ericina.<br />

Lo studioso non trovava, però, alcuna<br />

risposta convincente quando cercava una<br />

diversa collocazione del sito di Erice,<br />

ipotizzandone l’ubicazione presso il Convento<br />

dei Cappuccini.<br />

Nel 1903 lo storico ericino G. Pagoto<br />

pubblicava un illuminante studio dal titolo<br />

Il sito di Erice nell’antichità 11 , nel quale,<br />

attraverso un’analisi delle fonti storiche<br />

chiariva come il sito di Erice, all’epoca<br />

della prima guerra punica, per ragioni<br />

storiche, archeologiche e topografiche,<br />

non poteva che essere dove fu la città arcaica<br />

e medievale, e dove si trova ancora<br />

l’abitato moderno.<br />

Nel 1909 J. Kromaier, esperto nel campo<br />

dell’arte militare antica, pubblicava uno<br />

studio dal titolo Antike Schlachtfelder (Antichi<br />

campi di Battaglia) 12 , dove illustrava<br />

i risultati delle ricerche condotte lungo le<br />

pendici del monte Erice alla ricerca degli<br />

accampamenti di Romani e Cartaginesi<br />

all’epoca della prima guerra punica. Lo<br />

studio del Kromaier, al contrario di altri<br />

che lo precedettero, ricercava innanzitutto<br />

i luoghi degli avvenimenti indicati dagli<br />

storici antichi nelle immediate vicinanze<br />

della città di Erice. L’autore identificò<br />

così il promontorio Egitallo con il<br />

Pizzo Argenteria alle pendici sud-occidentali<br />

del monte, contravvenendo ad una<br />

tradizione storica ormai consolidata che<br />

indicava l’Egitallo come il promontorio<br />

di capo San Vito, oppure il capo San Teodoro<br />

presso Marsala 13 . Kromaier, seguendo<br />

la tradizione erudita ericina 14 , ma so-<br />

Antonino Filippi<br />

prattutto effettuando ricerche e rilievi<br />

delle strutture emergenti nella contrada<br />

Chiaramusta, ritenne di individuare in<br />

quella zona i resti dell’antica Erice e di<br />

conseguenza l’accampamento di Amilcare<br />

15 . Più a valle, lungo il versante occidentale<br />

del monte, nella contrada Martogna,<br />

fra il Pizzo Roccione o Castellazzo e il<br />

Santuario di Sant’Anna, in posizione offensiva<br />

rispetto alla sovrastante contrada<br />

Chiaramusta, collocò l’accampamento<br />

Romano completando così il quadro<br />

degli schieramenti militari sul monte<br />

Erice 16 .<br />

La tesi di Kromaier convinse molti storici<br />

fra i quali De Sanctis 17 che ritenne valida<br />

sia l’ipotesi relativa all’ubicazione dell’Egitallo<br />

con il Pizzo Argenteria, che la collocazione<br />

di Erice a mezzacosta del monte<br />

in un sito diverso dall’attuale e per ultima<br />

l’ipotesi relativa all’approdo utilizzato<br />

per lo sbarco di Amilcare, a XXX stadi<br />

di distanza da Erice, da ricercare presso<br />

Bonagia.<br />

Nel 1969 l’archeologa A.M. Bisi effettuava<br />

sei saggi di scavo nella contrada Chiaramusta<br />

alla ricerca del campo di Amilcare<br />

indicato da Kromaier, documentando<br />

una quasi totale assenza di materiale archeologico<br />

a eccezione di alcuni frammenti<br />

di età ellenistica trovati in un terrapieno<br />

nei pressi della strada provinciale<br />

Trapani-Erice 18 . Lo scavo della Bisi evidenziò<br />

la scarsa consistenza della tesi di<br />

Kromaier circa la localizzazione di Erice<br />

in un luogo diverso dall’attuale, anche se,<br />

la presenza della ceramica ellenistica e<br />

dei grandi muri segnalati dallo studioso<br />

tedesco documentavano comunque una<br />

frequentazione del sito di Chiaramusta.<br />

Più interessanti si rivelarono i sopralluoghi<br />

effettuati dalla Bisi nelle vicine località<br />

di San Luca e sul Castellazzo di Martogna,<br />

che permisero di individuare due<br />

appostamenti militari riferibili al III sec.<br />

a.C., e quindi all’epoca della prima guerra<br />

punica.<br />

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