Sebastiano Tusa - Regione Siciliana
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tiva al carico con tutte le anfore e i laterizi<br />
posizionati nel loro contesto di giacitura<br />
originale. Le tegole a coppo sono impostate<br />
secondo un ordine che le pone in filari<br />
il cui asse di accatastamento coincide con<br />
quello dell’imbarcazione. La zona dove sono<br />
accatastate le tegole è concentrata e si<br />
trova a circa tre quarti dell’intera imbarcazione<br />
e copre una lunghezza di circa tre<br />
metri. Parrebbe che la zona delle tegole sia<br />
più spostata verso la prua dell’imbarcazione.<br />
I vasi, di vario genere, sono raggruppati<br />
per tipologie: quelli più grandi si trovano<br />
presso i bordi laterali dell’imbarcazione,<br />
quelli più piccoli sono concentrati<br />
presso l’area dove si trovano le tegole.<br />
Data l’alta profondità sono pochissimi<br />
coloro che possono fruire del sito direttamente.<br />
Pertanto si è ipotizzato, in linea<br />
con quanto è già realtà altrove, di progettare<br />
e realizzare un impianto che permetta<br />
di fruire il relitto e al contempo di controllarlo<br />
da qualsiasi luogo.<br />
Il progetto riguarda la realizzazione di un<br />
sistema che permette il monitoraggio continuo<br />
(nell’arco delle 24 ore) del relitto<br />
mediante un insieme di telecamere e/o<br />
macchine fotografiche collocate in prossimità<br />
della nave, sviluppando un sistema<br />
che presenti caratteristiche e requisiti funzionali<br />
tali da renderlo in grado di eseguire<br />
un controllo automatico in postazione<br />
fissa non presidiata delle condizioni del<br />
relitto navale indipendentemente dalle<br />
condizioni meteorologiche e dalla torbidità<br />
dell’acqua.<br />
Tali sistemi d’acquisizione saranno alimentati<br />
e gestiti a distanza tramite un sistema<br />
elettronico di controllo posto in superficie.<br />
Il computer di bordo acquisirà<br />
le immagini e le trasmetterà alla postazione<br />
di raccolta remota situata sulla terraferma,<br />
dove sarà possibile, una volta pervenute<br />
le immagini, stamparle e/o pubblicarle<br />
su internet, nonché goderle in<br />
tempo reale.<br />
Il sistema di controllo centralizzato posto<br />
sulla stazione galleggiante di superficie<br />
avrà il compito di interagire in maniera<br />
programmata con i dispositivi periferici<br />
(telecamere e/o macchine fotografiche, sistema<br />
d’illuminazione, etc.), di organizzare<br />
le immagini acquisite, di predisporne<br />
la trasmissione alla postazione a terra per<br />
l’inserimento nel sistema informativo e in<br />
rete.<br />
Il sistema informativo a terra sarà in grado<br />
di comunicare con l’elettronica di bordo<br />
per modificare le modalità d’acquisizione<br />
delle immagini, per gestire la tempistica<br />
d’acquisizione, per verificare il corretto<br />
funzionamento del sistema, per acquisire<br />
le immagini riprese, memorizzarle<br />
su files o database e provvedere alla loro<br />
pubblicazione su internet.<br />
Il sistema di monitoraggio è stato concepito<br />
per ispezionare e controllare in modo<br />
continuo il relitto navale affondato a<br />
sud di Favignana.<br />
L’intento base è quello di realizzare un sistema<br />
in grado di porre nello stesso contesto<br />
le immagini derivanti dalle osservazioni<br />
ambientali con la capacità di trattamento<br />
ed elaborazione delle stesse.<br />
Le componenti funzionali essenziali risultano<br />
essere individuate in un insieme di<br />
telecamere e/o macchine fotografiche per<br />
l’acquisizione delle immagini necessarie<br />
al monitoraggio del relitto, nella capacità<br />
gestionale e di elaborazione affidata ad<br />
una centralina elettronica di controllo e<br />
trasmissione e in un sistema informativo<br />
in grado di acquisire, memorizzare e pubblicare<br />
su internet i dati provenienti dalla<br />
stazione di monitoraggio.<br />
Si tratta, pertanto, di una struttura formata<br />
da strumenti e apparati che permettono<br />
all’utente di osservare, di analizzare<br />
e di controllare il relitto in modo da rilevare<br />
eventuali indebiti tentativi di prelievo,<br />
di conoscerne in tempo reale lo stato<br />
di conservazione, di valutarne le eventuali<br />
evoluzioni e programmare possibili interventi<br />
di uso e/o recupero prevedendo-<br />
<strong>Sebastiano</strong> <strong>Tusa</strong>, Alessandro Urbano, Stefano Zangara 216