01.06.2013 Views

Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

In merito alla rotta seguita va fatta la considerazione<br />

che sia che la flotta romana<br />

fosse a Aegussa sia che fosse a Phorbantia,<br />

nome peraltro mai riportato dalle fonti,<br />

la rotta seguita doveva avere la partenza<br />

dalla costa orientale di Hiera in quanto<br />

arrivando da Cartagine le navi puniche,<br />

con il regime eolico delineato, là soltanto<br />

avrebbero trovato un ridosso sicuro e ampio<br />

per tutta la flotta.<br />

Inoltre la rotta doveva essere necessariamente<br />

quella a nord di Phorbantia sia per<br />

problemi di vento sia perché sapevano<br />

della presenza della flotta romana nell’area,<br />

per cui infilarsi nello stretto fra Phorbantia<br />

e Aegussa, ampio 1,7 mgl, li avrebbe<br />

esposti consapevolmente a un agguato<br />

con conseguenze molto probabilmente a<br />

loro non favorevoli. Incerto invece è l’appostamento<br />

della flotta romana. Infatti vi<br />

sono due ipotesi: la prima è che la flotta<br />

romana fosse appostata a ridosso di Aegussa,<br />

per cui a circa dieci miglia da Hiera,<br />

lungo la rotta per Erice, questa entrava<br />

nel cono ottico delle navi puniche e<br />

quindi avrebbe impiegato almeno 1 ora<br />

per tagliare la strada alla flotta punica e<br />

aggredirla, essendo i Cartaginesi impediti<br />

a virare a 180° in quanto la direzione del<br />

vento e la tipologia delle vele (quadre) non<br />

lo consentivano. In tal senso però va rilevato<br />

che l’individuazione della flotta punica<br />

da Aegussa (Favignana) era subordinata<br />

alla visibilità che, in presenza di foschia,<br />

improbabile quel giorno, e data la<br />

distanza (almeno 12 km), avrebbe potuto<br />

essere problematica anche per una vedetta<br />

posta in alto.<br />

La seconda ipotesi invece prende le mosse<br />

dai rinvenimenti nel tempo di numerosi<br />

resti di ancore di eguale tipologia a nordest<br />

di Phorbantia. Se tali ancore fossero<br />

appartenute a quella flotta romana l’agguato<br />

sarebbe stato improvviso e in ogni<br />

caso si sarebbe verificato nella stessa area<br />

dell’ipotesi precedente ma con possibilità<br />

di avvistamento decisamente più sicura e<br />

Piero Merk Ricordi<br />

aggressione più immediata data la minore<br />

distanza. In questo caso, lo schema ipotizzato<br />

concorderebbe anche con la circostanza<br />

riferita da Polibio secondo cui: “…<br />

I Cartaginesi ammainarono le vele preparandosi<br />

allo scontro con le navi romane<br />

che venivano incontro” e quindi si presume<br />

in direzione frontale o quasi.<br />

Infine, la correlazione fra gli storici fornisce<br />

un computo delle navi che hanno partecipato<br />

alla battaglia. Infatti Polibio specifica<br />

che le navi romane da battaglia,<br />

quinqueremi a vela, furono 200 mentre<br />

quelle puniche erano navi da guerra caricate<br />

con beni di consumo da inviare alle<br />

truppe cartaginesi. Cassiodione specifica<br />

che erano 250. Di queste 50 affondarono<br />

e 70 furono catturate e probabilmente<br />

condotte presso Lylibaeum occupata dai<br />

Romani. In tale ottica si inquadrerebbe il<br />

ritrovamento della nave punica di Marsala<br />

a opera di H. Frost. Considerate infatti<br />

le correnti e il luogo presunto dello scontro<br />

veniva più agevole indirizzare e/o rimorchiare<br />

le navi catturate verso Lylibaeum<br />

per cui è ipotizzabile che una o<br />

più navi mal ridotte potessero per esempio<br />

affondare o, più probabilmente insabbiarsi<br />

lungo quella rotta.<br />

Inoltre la considerazione che il livello eustatico<br />

era inferiore di circa m -1,5 rispetto<br />

all’attuale induce a ritenere che qualche<br />

nave possa essere stata spinta volutamente<br />

su un’area di secca per salvare almeno<br />

il carico e successivamente abbandonata.<br />

Tale area potrebbe inquadrarsi agevolmente<br />

nel settore esterno della laguna<br />

di Mothia, prospiciente Isola Lunga.<br />

Sulla base delle considerazioni precedenti<br />

è stata localizzata a nord-ovest di Capo<br />

Grosso, a Levanzo, un’area entro la<br />

quale si ritiene che possa essere avvenuto<br />

lo scontro.<br />

In quest’area, analizzata mediante side<br />

scan sonar solo marginalmente e solo parzialmente,<br />

sono stati rilevati alcuni punti<br />

a cui allo stato attuale non è possibile at-<br />

Il primo punto<br />

(profondità: 63.1).<br />

Il secondo punto<br />

(profondità: 65.0) si<br />

presenta come un gruppo<br />

di tre elementi di natura<br />

non definibile ma in una<br />

giacitura anomala rispetto<br />

a quella del substrato.<br />

Il terzo punto<br />

(profondità: 55.9) si<br />

presenta come un<br />

elemento di natura non<br />

definibile e in forte<br />

rilievo.<br />

100

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!