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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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Frammento di anfora<br />

medievale dipinta con<br />

iscrizione graffita in<br />

caratteri arabi, dal relitto<br />

del golfo di Mondello.<br />

Frammento di anfora<br />

medievale con segni incisi.<br />

che diverse). Di particolare interesse alcuni<br />

anelli fittili (due integri e uno rotto),<br />

probabilmente usati come pesi da rete, e<br />

un’ancora litica in pietra lavica parallelepipeda<br />

con foro presso la parte distale.<br />

Durante la spedizione di Amilcare Barca<br />

del 248 a.C., quando il monte Heirkte<br />

(da identificare con il Monte Pellegrino)<br />

fu fortificato dalle truppe cartaginesi, la<br />

flotta collegata all’esercito di terra quasi<br />

certamente stazionava nella baia di Mondello<br />

o presso l’Acquasanta.<br />

Tra le operazioni belliche che ebbero come<br />

teatro il mare palermitano ricordiamo<br />

l’assedio bizantino della flotta di Belisario<br />

del 535 d.C. alla città occupata dai Goti.<br />

La battaglia fu durissima e fu combattuta<br />

fino all’interno del porto.<br />

Ma dovette essere la famosa “battaglia di<br />

Palermo” il più cruento dei conflitti qui<br />

combattuti. Lo scontro fra vascelli, galere,<br />

lance e feluche francesi da un lato e ispano-olandesi<br />

dall’altro culminò alle dieci<br />

del mattino del 2 giugno 1647, quando<br />

le sorti voltarono irreversibilmente a favore<br />

dei Francesi. La disfatta ispano-olandese<br />

fu tale che anche la famosa “Reale di<br />

Spagna” – vera e propria fortezza galleggiante<br />

– si inabissò dopo essere stata avvolta<br />

dalle fiamme.<br />

Questo rapido excursus storico ci fa capire<br />

quanto sia stato grande il valore strategico<br />

commerciale e militare del porto di Palermo<br />

e della sua grande baia. In questi millenni<br />

di storia marinara intensissima purtroppo<br />

molti saranno stati gli affondamenti<br />

naturali o provocati e i naufragi. E data<br />

l’intensità dei traffici, come è provato anche<br />

da altre realtà similari analizzate scientificamente,<br />

molteplici saranno le realtà<br />

archeologiche giacenti al fondo del mare.<br />

Palermo – Mondello / Capo Gallo<br />

Tutto il golfo di Mondello è disseminato<br />

di reperti d’interesse archeologico perti-<br />

nenti più periodi dell’antichità. Ma all’interno<br />

della baia, proprio di fronte allo<br />

stabilimento balneare liberty (a circa cento<br />

metri in direzione Nord-Est), si trovano<br />

le tracce di un relitto medievale da<br />

cui provengono ceramiche e un’anfora<br />

con iscrizione in arabo. L’area di dispersione<br />

del materiale è di circa mq 200 da<br />

m - 5 a -8. Il fondale sabbioso è frequentemente<br />

interrotto da rilievi rocciosi e avvallamenti,<br />

talvolta ricoperti da sabbia e<br />

detriti, al cui interno sono stati rinvenuti<br />

i principali accumuli di materiale. Tali depressioni<br />

risultano meglio visibili dopo le<br />

mareggiate di maestrale.<br />

I reperti rinvenuti, notevolmente disomogenei<br />

tra loro a causa delle stratificazioni<br />

verificatesi nel corso dei secoli, non sono<br />

riconducibili a un’unica dimensione cronologica.<br />

Coesistono infatti materiali di<br />

diverse epoche, sebbene vi sia una netta<br />

prevalenza di manufatti di epoca medievale<br />

del XII secolo (ceramica a superficie<br />

corrugata, piccole anfore scanalate con altezza<br />

massima di cm 45, vasetti globulari,<br />

121 Fattibilità dei parchi e itinerari archeologici subacquei nella Sicilia occidentale

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