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Sebastiano Tusa - Regione Siciliana

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quella del litorale antistante l’odierna città<br />

di Marsala. È qui che si trovano le tracce<br />

dei porti che resero importante, ricca e famosa<br />

questa metropoli della romanità dal<br />

tardo ellenismo alla tarda antichità. Molteplici<br />

sono state le ipotesi e le congetture<br />

elaborate sulla base di cartografie, rinvenimenti<br />

isolati e sporadiche ricerche. Un<br />

punto fermo a queste speculazioni sulla<br />

topografia antica dei porti di Lilibeo è stato<br />

messo dalle fotointerpretazioni aeree effettuare<br />

da Schmiedt negli anni Sessanta<br />

del secolo scorso, seguite dalle intense sul<br />

campo di Falsone e Bound.<br />

È su quelle conclusioni preliminari che si<br />

può basare oggi una necessaria ripresa<br />

delle ricerche in quest’area. Secondo Schmiedt<br />

vi erano tre porti: uno nei pressi di<br />

Punta d’Alga, nella baia a sud dello Stagnone,<br />

il secondo definito porto delle Tartane<br />

(o Margitello), a sud di Capo Boeo,<br />

nei pressi del porto moderno di Marsala,<br />

e il terzo, il più importante, proprio di<br />

fronte il cuore della città antica di Lilibeo,<br />

immediatamente a nord di Capo Boeo,<br />

punta occidentale estrema della Sicilia,<br />

nell’area ove oggi insiste il Circolo dei Canottieri.<br />

I due porti minori a nord (di Punta d’Alga)<br />

e a sud (delle Tartane) dovevano essere<br />

collegati al grande fossato ad andamento<br />

quadrangolare che cingeva la città ed<br />

erano, pertanto, anche strutture di protezione<br />

dello stesso che, secondo un’ipotesi<br />

non verificata, poteva essere stato addirittura<br />

navigabile.<br />

Il porto più importante, come dicevamo,<br />

si trovava immediatamente a nord di Capo<br />

Boeo e inglobava al suo interno il litorale<br />

oggi compreso tra il capo, la Punta<br />

Castelluzzo e la costa del Circolo dei Canottieri.<br />

Tale grande porto, citato da Polibio,<br />

era chiuso da due moli a nord e a<br />

sud, che lo Schmiedt intravide dalle foto<br />

aree e che Bound e Falsone in parte rintracciarono<br />

tra le intricate praterie di posidonia<br />

e le dune sabbiose al fondo del<br />

<strong>Sebastiano</strong> <strong>Tusa</strong><br />

mare. Ma ciò che più convinse questi ultimi<br />

studiosi ad avvalorare con le loro ricognizioni<br />

l’ipotesi di Schmiedt fu il rinvenimento,<br />

proprio nell’area di fronte<br />

Punta Castelluzzo e il Circolo Canottieri,<br />

di un vasto giacimento archeologico dovuto<br />

alla dinamica di fondo portuale, con<br />

reperti che abbracciano un periodo compreso<br />

tra il III sec. a.C. e il III sec. d.C.,<br />

con poche eccezioni riguardanti i periodi<br />

precedenti e successivi. Le coordinate cronologiche<br />

coincidono proprio con quelle<br />

di massimo splendore di Lilibeo e del suo<br />

porto come tramite essenziale per i traffici<br />

marittimi da e per l’Africa.<br />

Relitti, strutture portuali, resti monumentali,<br />

un museo come quello del Baglio Anselmi<br />

proprio di fronte il vecchio porto di<br />

Lilibeo, sono tutti ingredienti di un’offerta<br />

turistica che potrebbe senza alcuna esitazione<br />

diventare una delle più rilevanti<br />

del Mediterraneo.<br />

Marsala – Lido Signorino<br />

Molti anni fa nei pressi della spiaggia<br />

sabbiosa che caratterizza il lungo litorale<br />

tra Marsala e Capo Feto (propaggine<br />

siciliana più vicina all’Africa), in località<br />

Lido Signorino, vennero alla luce i<br />

resti di due imbarcazioni coeve di epoca<br />

Lido Signorino.<br />

Carico di anfore di uno<br />

dei relitti arabo-normanni.<br />

Fasi di sorbonatura<br />

(foto Fondo Orao).<br />

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