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<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> <strong>Italian</strong> <strong>Translation</strong><br />

in Giappone. Quando ha sentito che Roma sarebbe stata rasa al<br />

suolo l’’11 maggio stava quasi per svenire. E’ stata travolta da<br />

una pr<strong>of</strong>onda crisi di panico e non è stata l’unica ad avere malori<br />

a quella notizia. Molti suoi connazionali la pensano come lei e si<br />

s<strong>of</strong>fermano a leggere il significato dei numeri. Non è un caso che<br />

per la cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Pechino sia stata<br />

scelta la data 8-08-2008 e le ore 8.08 di sera.<br />

Nonostante Pan Na Na si senta un’attiva, indipendente e<br />

battagliera donna in carriera, convive con tante paure che, da<br />

quando abita a Roma, nonostante il maggiore benessere, si sono<br />

amplificate. Non prende mai la metropolitana per il timore di un<br />

attentato terroristico, non esce mai senza il marito per il terrore di<br />

essere violentata e non lascia mai l’incasso della giornata al bar<br />

per paura dei ladri. Anche il giorno della fuga verso Prato non<br />

ha lasciato neanche un centesimo nella cassa del bar e neanche<br />

nell’appartamento al terzo piano. Ha infilato tutti i soldi risparmiati<br />

mese dopo mese in cartoni di cornetti e brioche surgelate e cestini<br />

di pane per tramezzini destinati al bar e li ha fatti posizionare nel<br />

portabagagli da Wen Sen Zuo. Giorni prima si era consultata con<br />

parenti e vicini di bottega all’Esquilino, dove hanno un negozio<br />

anche il fratello e il cugino, e, convenuto che nessuno di loro avrebbe<br />

lasciato nessun bene in casa, aveva deciso di scappare anche con<br />

il televisore.<br />

Quando l’automobile è pronta per partire Pan Na Na scoppia<br />

in lacrime. Si è guardata intorno e si è accorta che le saracinesche<br />

dei negozi dei suoi connazionali a piazza Vittorio, nella zona che<br />

i romani chiamano “Cinacittà”, sono già tutte abbassate e serrate.<br />

Ognuno ha lasciato un diverso cartello: chiuso per ferie, chiuso per<br />

inventario, chiuso per lavori.<br />

«Sono tutti partiti. Noi siamo proprio gli ultimi. Aveva ragione<br />

l’anziano Dong, dovevamo chiudere ieri come hanno fatto gli altri<br />

così non avrei neanche incontrato quel balordo che mi ha chiamata<br />

Panna e ce l’ha con i cinesi che lavorano in Italia. E se il terremoto<br />

anticipa di qualche ora e arriva mentre siamo in viaggio? Perderemo<br />

tutto e moriremo… La natura comanda, guida e regola le nostre<br />

esistenze, ma io voglio vivere ancora!!! E soprattutto non voglio<br />

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