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<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> <strong>Italian</strong> <strong>Translation</strong><br />

lingua abbreviata che tradisce la grafia maldestra del compilatore.<br />

Ma è sotto che il riparo mostra il suo ventre vuoto invaso a<br />

flussi alterni e regolari dalla risacca. Le pareti scure nulla possono<br />

contro l’onda che s’infrange sul legno marcio corrodendo gli infissi.<br />

Nessuno sa dove sia la barca che un giorno abitò questi lidi.<br />

Squarciata dall’incuria, o dalla tempesta forse ora <strong>of</strong>fre le sue cosce<br />

alla bramosia dei lucci di fondo al largo dell’Isolino Virginia.<br />

QUEL CHE RESTA DI UN GERMANO<br />

142<br />

a Michèle Finck<br />

Sul bordo del selciato, ancora umido di pioggia, l’uccello<br />

giace riverso a terra. Non ha più zampe, né testa, chissà se per<br />

l’impatto con un auto, o con le zanne di un randagio.<br />

Non è un piccione, né una rondine, forse un germano per<br />

quelle striature verdastre attorno al collo che al sole ingialliscono<br />

con aloni rosati. Sta lì, pancia all’aria, ancora fresco di morte, le<br />

piume madide di pioggia raggrumate in ciuffi sotto i quali brilla il<br />

grigio candore della pelle che i ciclisti evitano all’ultimo momento<br />

con un brusco gesto del manubrio. Strano, nessun insetto, né mosche<br />

né moscerini attorno, come se la morte in atto non fosse ancora<br />

la morte, ma un sonno simulato all’ombra delle fronde dove di certo<br />

si era posato varie volte a prender fiato sui rami alti degli abeti<br />

odorosi di brina, o laggiù verso il lago, nella penombra del bosco<br />

ceduo, a schernire i ratti o gli scoiattoli, agili, ma grevi e senz’ali,<br />

che lo fissavano squittendo irati ogni qual volta spiccava il volo<br />

verso il largo sulla lastra plumbea dell’acqua, con colpi d’ala lenti,<br />

ma continui, fino a incrociare la strada del vento veleggiando tra<br />

le nubi, come un principe senza dimora.<br />

Ora che l’ala è nascosta, che la polvere celeste si è sciolta<br />

sulla pietra, un canto muto ti attraversa e pulsa di un ultimo battito<br />

perenne il cuore stretto all’abbraccio della terra.

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