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“Bisanzio e le Crociate, incontro e scontro tra Oriente e Occidente”<br />
Atti del convegno, Venezia, 10 e 11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, anno IX, n. 17<br />
Questa ambivalenza di intenti e di azioni da parte, rispettivamente, delle<br />
autorità imperiali e di quelle ecclesiastiche nei confronti dei Broumália e dei<br />
suoi celebranti, oltre a farci intravedere talora un conflitto tra i due poteri,<br />
consentirebbe di fornire una risposta, seppur parziale, alla questione relativa<br />
alla persistenza della celebrazione dei Broumália a Bisanzio, malgrado le<br />
numerose interdizioni della Chiesa. Tale persistenza, non a caso, riguarda<br />
soprattutto la celebrazione dei Brumalia 'imperiali', almeno in base alle<br />
testimonianze di cui finora disponiamo. Per meglio esemplificare tale<br />
ambivalenza, ho selezionato quattro testimonianze letterarie, a mio avviso<br />
significative, ma assai distanti tra loro, sia nel tempo che nel genere<br />
letterario di appartenenza: le prime due si riferiscono rilevanti notizie sui<br />
Broumália imperiali (una del VI secolo, costituita da un passo della<br />
Cronaca di Giovanni Malala 284 , l'altra del X, costituita dal De cerimoniis di<br />
Costantino VII Porfirogenito 285 ), mentre le altre due sui Broumália popolari<br />
(una del VI, costituita da un passo del De Mensibus di Giovanni Lido 286 ,<br />
l'altra del XII secolo, costituita dal commentario di Teodoro Balsamone al<br />
canone 62 del Concilio in Trullo 287 ).<br />
I Broumália imperiali<br />
Giovanni Malala, nel VII libro della sua Cronaca 288 , a proposito del mitico<br />
fondatore di Roma, ci informa sull'istituzione dei Broumália, inserendo un<br />
excursus eziologico, in cui ne spiega le origini e l'etimologia, facendone<br />
derivare il nome da boumálioum, ossia dalla traslitterazione greca del latino<br />
bruma e alium che significherebbe «essere nutriti da cibi altrui», che viene<br />
spiegato con il racconto del mito secondo cui i due gemelli, esposti nella<br />
foresta, sarebbero stati nutriti da una donna-lupa (likaína) 289 . Il fatto che i<br />
due gemelli fossero stati nutriti da estranei era considerato un'onta nella<br />
cultura romana, perciò Romolo l’avrebbe potuta espiare solo nutrendo il<br />
senato e il popolo, una volta l'anno. Da <strong>qui</strong> trarrebbe origine la tradizione<br />
continuata successivamente dagli imperatori romani di offrire banchetti ai<br />
propri sudditi, in occasione della festa 290 .<br />
Malala, sottolineando come i Broumália fossero ancora celebrati ai suoi<br />
tempi 291 , conferisce alla festa bizantina un'origine pagana certo, ma<br />
esclusivamente romana. Ciò risponde all'esigenza politica della propaganda<br />
imperiale giustinianea di promuovere Costantinopoli come Nuova Roma,<br />
affinché Bisanzio, per mezzo della realizzazione di una politica imperialista,<br />
rivestisse sia in Oriente che in Occidente l'antico ruolo di caput mundi che<br />
aveva Roma in età augustea. Giustiniano si configura, appunto, come l'erede<br />
legittimo dell'antica Roma, nel tentativo di riportare il nuovo impero romano<br />
284 Giovanni Malala, Cronaca, VII, 7 (ed. a cura di THURN H., Bonn 1831, 1.58-1.95, p. 138).<br />
285 Costantino Porfirogenito, De cerimoniis, (a cura di REISKE J.J., Bonn 1829, vol. I, p. 598-607)<br />
286 Giovanni Lido, De mensibus, IV, 158 (ed. a cura di WUENSCH R., Leipzig 1898, 1.18-1.31, pp. 173-174).<br />
287 Teodoro Balsamone, Commentarii in canonem LXII Concilii Trullani, in MIGNE, Patrologia Graeca, cit., vol. 137,<br />
col. 725-728 (= RHALLES-POTLES, Sýntagma..., cit., vol. II, p. 449).<br />
288 Giovanni Malala, Cronaca, VII, 7, 1.90, p. 138.<br />
289 Ibidem.<br />
290 Ibidem.<br />
291 Ibidem.<br />
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