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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />

Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />

<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />

formale. Inoltre divennero ben presto una pedina importantissima nello<br />

scacchiere bizantino, che contava su di loro per un’alleanza strategica<br />

essenziale. 182<br />

Geograficamente, la loro zona di insediamento si incuneava tra i<br />

Longobardi, la cui presenza rappresentava dalla seconda metà del VI<br />

secolo una minaccia incombente per le posizioni bizantine in Italia, ed i<br />

Visigoti, che dominavano una Spagna, la cui costa mediterranea era<br />

considerata meta ambita nei progetti di ricon<strong>qui</strong>sta dei Romei. Oltretutto la<br />

fede cristiana di rito cattolico, che i Franchi avevano professato al papa, li<br />

rendeva suscettibili dell’influenza di Bisanzio per tramite del patriarcato di<br />

Roma. 183<br />

Già il basileus Anastasio I (491-518) aveva attribuito in un anno<br />

imprecisato le insegne consolari a Clodoveo (466-511). Il gesto rendeva<br />

riconoscimento legittimo da parte imperiale delle con<strong>qui</strong>ste effettuate nelle<br />

Gallie mentre evidenziava i tentativi dei Franchi di mantenere formalmente<br />

rapporti con l’impero. 184<br />

Nondimeno sono attestati interventi dei Franchi in Italia durante la<br />

guerra greco-gotica, come alleati dei re goti oppure quali gruppi di<br />

razziatori in cerca di territori da con<strong>qui</strong>stare oltralpe, approfittando di una<br />

situazione caotica. Teodeberto, durante il regno del nipote di Clodoveo,<br />

non esitò ad aiutare sotto lauto compenso il re Vitige, pur essendo già<br />

alleato di Giustiniano. Egli sperava così di distrarre dal confine occidentale<br />

le forze bizantine, nel momento in cui l’assedio di Roma richiedeva il<br />

massimo della concentrazione attorno all’Urbe tenuta da Belisario. 185<br />

L'aiuto prestato sottobanco ai Goti dimostrerebbe la doppiezza dei Franchi,<br />

ma può piuttosto interpretarsi in un riflesso della realtà sociale franca, e<br />

cioè la loro divisione.<br />

Nonostante la finzione giuridica del popolo in armi, i Franchi abili al<br />

combattimento per lo più si costituiscono da subito come seguaci di vari<br />

duces, grazie ai quali sperano di arricchirsi come seguito armato. Costoro<br />

si fanno chiamare antrustiones, e sono legati al loro capo in maniera<br />

personale, almeno fin quando questi riesce a farli partecipi dei premi delle<br />

182 Per la diplomazia bizantina in questo periodo uno dei massimi specialisti è Telemachos Lounghis, il cui lavoro più<br />

recente sui rapporti tra Franchi e Bizantini è LOUNGHIS T.C., East Roman Diplomacy toward frankish States and<br />

relevant medieval theoretical Approaches, in Le relazioni internazionali nell'Alto Medioevo, atti della LVIII settimana<br />

di studi sull'Alto Medioevo (Spoleto 8-12 aprile 2010), Spoleto 2011, pp. 781-799, ma è ancora utile il suo IDEM, Les<br />

ambassades byzantines en Occident depuis la fondation des Etates barbares jusq'aux Croisades (407-1096), Athenai<br />

1980. In generale cfr. anche SHEPARD J. – FRANKLIN S. (edd.), Byzantine Diplomacy: papers from the twentyfourth<br />

spring symposyum of Byzantine studies (Cambridge, march 1990), Hampshire 1992; WHITBY M., Byzantine<br />

diplomacy: good faith, trust and co-hoperation in international relations in late anti<strong>qui</strong>ty, in DE SOUZA P. – FRANCE<br />

J. (edd.), War and Peace in Ancient and Medieval History, Cambridge 2008, pp. 120-140. Cfr. anche GILLETT A.,<br />

Envoys and Political Comunication in Late Antique West 411-533, Cambridge 2008, pp. 121-140; SHEPARD J.,<br />

Troubleshooters and men-on-the-spot: the emperor's dealings with outsider, in Le relazioni internazionali nell'Alto<br />

Medioevo, atti della LVIII settimana di studi sull'Alto Medioevo (Spoleto 8-12 aprile 2010), Spoleto 2011, pp. 691-734.<br />

Per una visione di insieme vecchia ma ancora valida sulle ambascerie e sulle relazioni internazionali di epoca medievale<br />

cfr. GANSHOF F.L., Il Medioevo, in RENOUVIN P. (a cura di), La storia politica del Mondo, Roma 1976, I, in<br />

particolare pp. 3-272.<br />

183 Tranne per qualche aggiustamento, benché datato per l'epoca di Maurizio è ancora utile GOUBERT P., Byzance<br />

avant l'Islam, I-II, Paris 1955.<br />

184 Nonostante le revisioni e le polemiche suscitate dalla sua tesi, per il periodo precedente alla comparsa dell'Islam<br />

può essere ancora utile PIRENNE H., Maometto e Carlomagno, Roma-Bari 1969, pp. 3-59.<br />

185 Cfr. RAVEGNANI G., I Bizantini in Italia, Bologna 2004, p. 19.<br />

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