Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
“Bisanzio e le Crociate, incontro e scontro tra Oriente e Occidente”<br />
Atti del convegno, Venezia, 10 e 11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, anno IX, n. 17<br />
sacrifici cruenti in onore delle divinità pagane risalisse già al IV secolo d.<br />
C. 319<br />
Il tentativo di paganizzazione e di marginalizzazione dei Broumália appare<br />
evidente anche successivamente nel commentario del XII secolo al canone<br />
62 del Concilio in Trullo di Teodoro Balsamone 320 , il quale, omettendo<br />
completamente i Broumália imperiali, si scaglia solamente contro quelli<br />
'popolari', attribuendone le origini esclusivamente al paganesimo greco e<br />
relegandoli al mondo rurale. Il canonista connette i Broumália alle antiche<br />
Dionisie rurali, denunciando come in quella occasione avessero luogo<br />
anche cortei mascherati che assumevano l'aspetto di «orge satiriche<br />
celebrate da satiri e baccanti in onore di Dioniso» 321 . Costruisce inoltre una<br />
desueta etimologia della festa, basata sull'epiteto rituale di Dioniso-Bacco<br />
brómios o broúmos 322 . Più che ai Broumália, Balsamone sembra riferirsi ai<br />
Vinalia, le feste bizantine, di origine romana, in cui veniva versato il vino<br />
nuovo nelle giare, alludendo agli osceni frizzi e lazzi emessi dai vignaioli<br />
ubriachi, che, talora, inserivano un Kýrie eleìson nelle loro canzoni<br />
sataniche e irriverenti 323 . Balsamone, in questa parte del suo commentario,<br />
dedicata alle sopravvivenze di antiche feste pagane, utilizza dei tempi<br />
verbali al passato, facendo intendere che si tratti di pratiche ormai superate,<br />
di cui resta qualche debole traccia solo nel mondo agricolo, intriso di<br />
superstizione e ignoranza, nonché dell'alto dignitario ecclesiastico, che<br />
guarda a questo mondo come a luogo pericoloso in cui si annidano eresie,<br />
sopravvivenze pagane ed eterodosse, potenzialmente destabilizzatrici<br />
dell'autorità politica e religiosa 324 . Se però tali pratiche sono oggetto di una<br />
così feroce denuncia da parte del canonista, sebbene si riferiscano al VII<br />
secolo, ne deduciamo che avessero ancora una certa rilevanza nel XII secolo<br />
e non fossero affatto scomparse. Anzi, data la sua marcata visione<br />
ideologica e mistificatrice di questi riti e la sua scarsa conoscenza di riti e<br />
culti pagani risalenti a ben cinque secoli prima 325 , non è da escludere che<br />
Balsamone proietti nel passato dei fenomeni culturali e religiosi<br />
appartenenti alla sua realtà contemporanea.<br />
319 Le più antiche leggi contro i sacrifici pagani datano infatti all'epoca di Costantino il Grande e vengono poi incluse<br />
nella codificazione teodosiana del 438 d. C. (Codex Theodos. XVI, 10) che li fa ufficialmente cessare.<br />
320 RHALLES-POTLES, Sýntagma..., cit., vol. II, p. 451.<br />
321 Ibidem.<br />
322 Ibidem.<br />
323 Ibidem.<br />
324 A tale proposito si veda MAGDALINO P., « Constantinople and the exo chorai in the time of Balsamon », in<br />
MAGDALINO P., Studies on the history and topography of byzantine Constantinople, Aldershot 2007, pp. 179-197.<br />
325 Come ha giustamente osservato PITZAKIS K.G., Le souvenir des cultes antiques à Byzance au XIIe siècle : les<br />
canonistes byzantins et les survivances de pratiques cultuelles païennes, in « Oriente Antiguo » 35 (2011), p. 179.<br />
112