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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />
Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />
Nomi come Afrodisius 251 o Afrodites 252 , oppure Anicitus 253 (epiteto di<br />
Helios) possono essere sopravvivenze di teonimi che ormai stanno perdendo<br />
il loro valore sacrale, mentre la presenza di nomi come Eufemia 254 ,<br />
Anastasia e Thecla 255 conoscono una diffusione molto tarda, soprattutto per<br />
ragioni di culto delle omonime martiri. Il formulario delle iscrizioni è<br />
abbastanza monotono (ille et illa cum suis f(ecerunt) p(edes) tot, votum<br />
soluit/solvent), con minime varianti e rivela la presenza di singoli individui,<br />
coppie e anche gruppi familiari che vivevano stabilmente nella zona e la cui<br />
identità, sottolineata dalla dichiarazione dei nomi, è ben nota, sia nelle<br />
iscrizioni latine che in quelle greche. Nel caso di Sant’Eufemia prevalgono<br />
gli ex voto rispetto agli atti di evergetismo e appaiono per la prima volta<br />
formule come in nomine Domini, servus Iesus Christi, servus tuus tibi<br />
serviens, famuli sanctae martyris Eufemiae 256 . Anche l’autorità vescovile e<br />
251 Basilica di Piazza della Corte (o della Vittoria, Grado). Lo specchio epigrafico è delimitato da un rettangolo presso la<br />
parete nord della basilica (Caillet, 1993, pag. 197, n°3). La parte destra del campo epigrafico è andata perduta. Hilarus<br />
et I[ o L? . . . .] / us et Afrodi[sius o -sia o -tes. .?] / [cu]m suis o[mnib] / us f(ecerunt) pedes C [. .]. = Ilaro, I [ o L? . . .<br />
.]us ed Afrodi[sio o –sia o -tes . .?] con i loro (parenti) fecero (realizzare) 100 piedi (di mosaico).<br />
252 Santa Maria delle Grazie (Grado). Nel secondo pannello musivo si trovano sette iscrizioni contenute in quadrati<br />
contornati da una cornice bicroma, con legami ad intreccio su tutti i lati, ed occupano tutta la lunghezza del pannello da<br />
ovest ad est. All’interno di ciascun riquadro possono esserci una o due iscrizioni. Lo specchio epigrafico di tutti i<br />
quadrati è limitato da una cornice nera dentellata su fondo bianco. Il primo di essi è la nostra iscrizione: CAILLET,<br />
1993, p. 204, n°3. Misura 180 cm². Iohannes et / Afrodites / votum soluent. = Giovanni e Afrodite assolsero il (loro)<br />
voto. Martindale riporta tre Aphrodisius (un tribunus et notarius occidentale nel 419, MARTINDALE, 1980, II, pag.<br />
109, n°1; uno scriniarius orientale e un filosofo della prima metà del V secolo, idem, p. 110, n°2-3).<br />
253 Basilica del fondo Ritter di Monastero (A<strong>qui</strong>leia). Nella parte sud della quarta campata vi sono due iscrizioni. Quella<br />
vicina al muro che divide la chiesa a metà è mutila all’angolo superiore destro (BRUSIN-ZOVATTO, 1957, p. 331,<br />
n°1; CAILLET, 1993, p. 177, n°21). Sotto e sopra di essa vi sono due quadrati campiti da motivi geometrici. Misura cm<br />
88 X 92. Le lettere misurano cm 11-9: Anicit[us] / cum suis / [fecit p(edes).]. Basilius / cum s(uis) f(ecit) p(edes) / LXX.<br />
= Anicito con i suoi fece (realizzare) […] piedi (di mosaico). Basilio con i suoi (parenti) fece (realizzare) 70 piedi (di<br />
mosaico). Diehl ricorda la variante Anicetus. Esso era in origine un epiteto greco di Helios e delle divinità solari in<br />
genere e infatti corrisponde al termine latino invictus. Martindale riporta due Anicius per il periodo 476-483 in un<br />
frammento di sedile del anfiteatro Flavio a Roma (II, p. 1, n° 2-3). Inoltre, è attestato Anicitianus, ecclesiastico di<br />
Como vissuto tra il 451 e il 520, il cui nome compare in un’iscrizione funeraria (CIL, V, 2, 5219; ILCV, I, 1156;<br />
RUGO, 1974-1980, V, 91; SILVAGNI, Monumenta 1943, III, tav. III, 1; COSENTINO, 1996, pag. 154).<br />
254 Basilica di Santa Maria delle Grazie (Grado). Si tratta di un altro ex-voto di una coppia. CAILLET, 1993, pag. 206,<br />
n°6; COSENTINO, 1996, pag. 409, n°39: Malchus / et Eufimia / cum suis vo / tum soluent.= Malco ed Eufemia con i<br />
loro (parenti) assolsero il (loro) voto. Eufimia in luogo di Eufemia denuncia una pronuncia alla greca e la presenza di<br />
Malchus, nome semitico, nella stessa iscrizione suggerisce la loro origine orientale.<br />
255 Secondo quanto ci dice l’ Origo Civitatum Italiae seu Venetiarum (editio secunda, p. 70, linee 25-27), Thecla è una<br />
delle quattro vergini venerate ad A<strong>qui</strong>leia e Grado dalla metà del V secolo, mentre Anastasia figura come martire<br />
a<strong>qui</strong>leiese. Martindale attesta tre Thecla solo tra la fine del V e l’inizio del VI secolo in Oriente (MARTINDALE, 1990,<br />
IIIb, pag. 1064, n°1-3). Per quanto riguarda Anastasia, quest’ultimo ne segnala quattro tra la prima metà del V secolo e<br />
la prima metà del VI in Oriente e in Occidente (idem, 1980, II, pagg. 76-77, n°1-4, di cui n°1 = ILCV 1758 = D 8989;<br />
ILCV 1759. Entrambe sono nella basilica di San Pietro a Roma), mentre Cosentino ricorda, oltre a quella di Grado,<br />
anche un’altra Eufemia, morta nel 522 a Roma (CIL, VI, II, 9162 = ILCV, I, 694 = De Rossi, I, 977). Proprio per questo<br />
potrebbero avere anch’esse radici locali, ma non è sicuro.<br />
256 Sono tutte espressioni relative alle iscrizioni del vescovo Elia in Sant’Eufemia a Grado (le prime due) e all’iscrizione<br />
sottostante, nel mezzo della fascia decorativa centrale della basilica: CIL, V, 1600 = ILCV, 1877; CAILLET 1993, p.<br />
224, n°5. E’ inserita in un rettangolo, sotto il clipeo che a sua volta è sovrastato dall’iscrizione rettangolare di Elia,<br />
vicino alle iscrizioni di Iohannis soldato dei Cadisiani e di Stefanus nauclerus. Il riquadro è separato dal quello<br />
precedente da una linea di triangoli (motivo che riappare nella parte soprastante del riquadro). E’ lacunosa nella parte<br />
superiore e all’angolo inferiore destro. Famuli [s(an)c(t)ae] / ma[rtyris] Eu[femiae] Nonnus [et Eu]sebi[a], Petrus et<br />
Ioha[n]nes, / pro salute / sua et omnium /suorum ex [v] / ot(o) suo f(ece)runt [p(edes) C]. = I servi della santa martire<br />
Eufemia, Nonno ed Eusebia, Pietro e Giovanni per la salvezza/salute propria e di tutti i loro (parenti) fecero (realizzare)<br />
100 piedi (di mosaico). Famuli sta per “servi” ed è stato interpretato come segno di umiltà. Un’altra famula è attestata<br />
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