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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />
Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />
la gerarchia ecclesiastica sono presenti tra i fedeli a Sant’Eufemia, ma il loro<br />
peso sociale, politico ed evergetico influenza inevitabilmente la posizione e<br />
l’estensione delle loro iscrizioni. Abbiamo manifestazioni molto particolari<br />
di offerta votiva, come l’iscrizione di Dio Sabaoth a Monastero 257 .<br />
2. Un secondo gruppo è invece dedicato alle iscrizioni realizzate da oblatori<br />
recanti piuttosto che nomi spiccatamente orientali, prevalentemente titoli o<br />
cariche che segnalano la loro provenienza (o i loro legami) con l’impero<br />
d’Oriente. Consideriamo in particolare le iscrizioni di Stefanus milis e<br />
Zimarcus primicerius, di Santa Maria delle Grazie a Grado 258 . Entrambi<br />
portano nomi non latini (Zimarcus e Stefanus) ed entrambi sono membri del<br />
numerus 259 dei Tarbisiani, cioè di una divisione di soldati (in questo caso di<br />
cavalleria) il cui nome è stato collegato alla città di Tarbisium (Treviso) per<br />
la prima volta da Mommsen. L’ipotesi più accreditata è che queste persone<br />
provenissero da quella città e che <strong>qui</strong>ndi avessero origine locale. Entrambi<br />
dichiarano inoltre il loro grado all’interno della truppa: l’uno è primicerius,<br />
ovvero un ufficiale; l’altro è un soldato semplice, dato che specifica anche la<br />
turma di cui fa parte ed il nome dell’ufficiale eponimo che la guida<br />
(Iustinus). Non conosciamo quali siano i compiti specifici del primicerius,<br />
ma si trattava probabilmente di un ufficiale di alto livello, vista la sua<br />
menzione nelle scholae, nella fanteria e nei protectores. Per Zimarcus,<br />
Brusin aveva ipotizzato una derivazione germanica del nome, ma Caillet<br />
ricorda l’attestazione di un Zimarchòs 260 e solleva l’ipotesi che si tratti di un<br />
nome orientale. Martindale invece non segnala nessun’altra attestazione di<br />
questo nome per il V e il VI secolo. Un altro soldato dello stesso numerus,<br />
Laurentius, è attestato in un’iscrizione di Sant’Eufemia 261 . La ripartizione<br />
dei numeri in turmae è maggiormente attestata per l’Italia rispetto<br />
all’Oriente, dove la crescita di queste divisioni si verificò nel IX-X<br />
nella sala meridionale complesso episcopale nord di Parenzo (Inscr. It., X, 2, n° 62 e foto a pag. 29; CAILLET, 1993,<br />
pag. 302, n°6). Fa(mula) è la proposta di lettura di De Grassi; Mazzoleni e Caillet ritengono invece, su modello di<br />
A<strong>qui</strong>leia, che si tratti di fa(muli), vista la posizione del termine alla fine della serie dei dedicanti ed una coppia di<br />
famuli, dei quali resta solo un nome femminile (Inscr. It. X, 2, n° 63 e foto a pag. 29; Caillet, 1993, pag. 303, n°7).<br />
Infine è attestata una dedica di tre famuli (CIL III, 14368; HOFFILER-SARIA, 1938, n° 66; DJURIC, 1976, pl. XVIII<br />
a; CAILLET, 1993, pag. 364, n°8) due dei quali non sono identificabili a causa delle gravi lacune del testo. Dall’VIII-<br />
IX secolo questo nome compare di frequente nelle iscrizioni dedicatorie o votive dell’Istria e della Dalmazia.<br />
257 BRUSIN-ZOVATTO, 1957, n° 4; CAILLET, 1993, pag. 170, n°11: [---] o et /[---] cum / su[is] f(ecerunt) p(edes) L /<br />
d(omi)n(o) Sab(aoth). = […] o e […] con i loro (parenti) fecero (realizzare) 50 piedi per Dio Sabaoth. Questo<br />
appellativo, “il signore (Dio) degli eserciti” è normalmente circoscritto all’ambiente biblico. Presto però deve essere<br />
stato usato anche in ambito cristiano e la lacuna del termine potrebbe essere completata con Saba[zios], come suggeriva<br />
S. E. Pio Paschini, solo in ambiente pagano. L’invocazione dominus deus Sabaoth ricorre in due iscrizioni a lato di una<br />
croce nel cimitero di Ain Zara presso Tripoli in Barberia (V secolo e VI secolo, edita da S. Aurigemma nel 1932). Nel<br />
V secolo è già in uso nel trisagion dell’espressione Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth, derivato da Isaia,<br />
VI, 3.<br />
258 Le iscrizioni di due militari (CAILLET, 1993, p. 204, n°10; idem, p. 205, n°11) sono collocate rispettivamente negli<br />
annessi nord e sud dell’abside: Stefan[us] / mili(s) n(u)m(eri) / Ta[r]b(isiani) t(urmae) Ius / t(i)ni votum solb(it) =<br />
Stefano, soldato del numerus dei Tarbisiani della turma di Giustino assolse il voto; Zimarcus / primicerius / nomiri Tar<br />
/ bisiani vo / tum soluit = Zimarco, primicerius del numerus dei Tarbisiani assolse il voto.<br />
259 Un numerus (cioè una divisione militare) al completo poteva contare su circa 500 uomini come attesta un documento<br />
egiziano relativo ai Numidae Iustiniani (RAVEGNANI G., Soldati e guerre…, cit., p. 46), ma si può ipotizzre che vi<br />
fossero anche reparti di diversa consistenza.<br />
260 Ζηµαρχ⎫∫) ,nell’iscrizione n° 8984 del CIG. A proposito di questo nome ringrazio ancora il Prof. Odorico per i<br />
suggerimenti di approfondimento. Provvederò quanto prima ad indagare su questo termine.<br />
261 CIL, V, 1593 = ILS, 280 = ILCV, 559; CAILLET, 1993, p. 243, n° 15.<br />
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