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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />
Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />
The day after. L'imperatore Teodoro I Lascaris e le sue prime<br />
imprese in Niceta Coniate<br />
di Mirko Rizzotto<br />
Le vicende di Teodoro Lascaris, così come sono presentate nelle pagine<br />
dello storico Niceta Coniate, rappresentano la storia di un uomo – forse non<br />
provvidenziale ma necessario e sufficientemente abile – che dovette<br />
misurarsi con le immani conseguenze del disastro del 1204, disastro che<br />
vide Costantinopoli preda delle armate latine e il suo plurisecolare impero<br />
sull'orlo della disgregazione 221 .<br />
Fin dal suo primo comparire nelle pagine della Narrazione Cronologica di<br />
Niceta Coniate si manifesta piuttosto chiaramente sotto che tipo di luce lo<br />
storico bizantino abbia deciso di far apparire Teodoro Lascaris, il Basileus<br />
verso cui si appuntarono le speranze di rivalsa dei Romani d'Oriente<br />
all'indomani della brutale ed inopinata presa di Costantinopoli da parte dei<br />
Crociati: dopo aver narrato le imprese di Manuele Maurozome – che,<br />
approfittando dell'aiuto di un'armata turca proveniente dal sultanato di<br />
Iconio nonché del tracollo che le forze imperiali stavano vivendo in Asia<br />
Minore a seguito della caduta della capitale – si stava ritagliando un forte<br />
dominio personale sulla sponda asiatica, Niceta introduce l'ultima grande<br />
figura luminosa del suo racconto storico: “Ma Teodoro Lascaris, di<br />
nobilissima stirpe e illustre per i legami di parentela con l'Augusto sconfisse<br />
Manuele e, indossati i rossi calzari, si vide unanimemente salutato<br />
imperatore dalle città orientali” 222 .<br />
Niceta sottolinea la continuità con le passate istituzioni imperiali anche<br />
nell'esteriorità dei dettagli (acclamazione sul campo da parte delle autorità<br />
cittadine e dei soldati, assunzione dei calzari rossi) e ciò è confermato dalle<br />
emissioni monetali di Teodoro, che richiamano prepotentemente<br />
l'iconografia imperiale: nei conii del Lascaris campeggia, a fianco<br />
dell'imperatore rivestito dei paramenti cerimoniali, la figura del proprio<br />
patrono personale, nonché santo militare bizantino e martire per eccellenza,<br />
San Teodoro di Amasea. Entrambi impugnano per l'elsa una lunga spada,<br />
simbolo del loro carattere guerresco e San Teodoro è raffigurato secondo<br />
l'apparato iconografico tradizionale, ossia con addosso una corazza<br />
lamellare tipica del V-VI secolo, pterigi di cuoio e un lungo manto militare.<br />
In altri conii Lascaris e il suo patrono reggono insieme un vessillo o labaro<br />
di costantiniana memoria; sul verso opposto campeggiano di volta in volta<br />
le tradizionali immagini di Cristo e della Vergine. Come si può vedere i<br />
richiami al passato più antico dell'Impero quale erede e continuatore di<br />
Roma, alla protezione divina e soprattutto al ruolo principalmente bellico<br />
che il nuovo Basileus si ritrovava a rivestire sono chiari e immediatamente<br />
221 Per le vicende immediatamente precedenti al sacco di Costantinopoli si vedano le scorrevoli ricostruzioni di<br />
CESARETTI P., L’Impero perduto. Vita di Anna di Bisanzio, una sovrana tra Oriente e Occidente, Milano 2009 2 ;<br />
MAGDALINO P., The Empire of Manuel I Komnenos (1143-1180), Cambridge 2002 3 ; per uno sguardo d'insieme più<br />
generale cfr. VASILIEV, A.A., History of the Byzantine Empire (2 voll.), Madison (Wisconsin) 1980 2 e HUSSEY J.M. (a<br />
cura di), Storia del mondo medievale, III, L'Impero Bizantino, Milano 1980.<br />
222 NICETA CONIATE, Narrazione Cronologica, XXXI, 4. Per le vicende successive al 1206 si rimanda a Giorgio<br />
Acropolita. Su Teodoro si veda anche RAVEGNANI G., Imperatori di Bisanzio, Bologna 2008;<br />
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