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“Bisanzio e le Crociate, incontro e scontro tra Oriente e Occidente”<br />
Atti del convegno, Venezia, 10 e 11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, anno IX, n. 17<br />
La loro Weltanschauung nei casi riusciti e dei prodotti un po' ibridi in quelli<br />
meno felici. Queste opere sono pensate per la fruizione di un pubblico<br />
curioso, ma che attende uno « spaesamento moderato ».<br />
Facciamo riferimento al torneo nel romanzo francese Pierre de<br />
Provence ed al relativo adattamento bizantino Imperios. Nel romanzo<br />
francese, durante il torneo, che si svolge in vari giorni, Pierre combatte<br />
secondo le regole della cavalleria contro numerosi cavalieri e nasconde le<br />
sue elevate origini, desideroso solamente di provare il proprio valore,<br />
mentre il protagonista greco affronta in singolar tenzone, in modi che<br />
sembrano più consoni all'eroe Digenis Akritas, un Alamanno e tutta la<br />
cornice della giostra è persa.<br />
Più sommario, il romanzo d'Imperios ci priva delle parole scambiate tra<br />
i giovani, dei loro incontri galeotti sotto la benevolente e materna<br />
sorveglianza della balia di Maguelonne e dello scambio di tre anelli come<br />
pegno d'amore, che, diventa – ad esempio - scambio di un solo anello.<br />
Manca nel romanzo greco il motivo dell' amour de loin, topos suggestivo<br />
dell'eroe che parte alla ricerca della bella sconosciuta, le cui grazie sono<br />
celebrate in contrade lontane, fino alle orecchie inesperte del giovane ignaro<br />
d'amore, spesso grazie alle parole di un compagno d'armi. L’eroe greco,<br />
invece, parte dal suo regno in seguito ad un litigio con suo padre, che voleva<br />
impedire all'esuberante unico figlio, atteso a lungo dopo un’unione sterile<br />
(altro topos letterario di lunga e felice vita), di affrontare in duello avversari<br />
temibili, per paura di piangere la sua morte.<br />
Il Libistros, di cui non si conosce un originale occidentale come<br />
possibile modello, appare verosimilmente più tardo: in esso i motivi del<br />
romanzo cortese, congiunti a motivi favolistici sono padroneggiati meglio e<br />
saldati in modo più armonioso agli elementi bizantini, : lamentazioni,<br />
ekfraseis di statue allegoriche, personaggi.<br />
La storia è articolata secondo i diversi punti di vista dei personaggi<br />
principali, che ricostruiscono il mosaico del racconto che comincia in<br />
medias res. Clitobos, personaggio secondario, che racconta in prima persona<br />
gli avvenimenti, incontra il protagonista, Libistros. A partire da questo<br />
momento sarà lui a narrare, a sua volta, la propria storia. In seguito, altri<br />
racconti si succedono, interrompendo questi due racconti principali: la<br />
strega al servizio di Berderico, rivale di Libistros, Rodamne stessa, divenuta<br />
albelgatrice di un eunuco. Essi sono tutti narratori intradiegetici, voci di<br />
secondo grado, che riferiscono numerosi racconti nel racconto.<br />
La molteplicità dei narratori permette di presentare un medesimo evento<br />
sotto diversi punti di vista e l'incastro dei racconti crea un effetto di mise en<br />
abîme della narrazione. A tal proposito osserva Réné Bouchet 338 che il<br />
racconto, narrato da una narratore ad un altro, spezza la linearità del flusso e<br />
moltiplica i segni di autoreferenzialità, uno dei quali è l'inclusione di lettere<br />
scambiate tra i due innamorati, che in un testo mirante ad un minimo di<br />
verosimiglianza non avrebbero trovato posto, quando i il racconto pretende<br />
di riprodurre lo stato febbrile e turbato dei protagonisti, il ritrovarsi dopo<br />
tante peripezie. Questo ed altri costituiscono un evidente artificio retorico.<br />
338 BOUCHET R., Romans de chevalerie du Moyen Âge grec, p. 38 e ss.<br />
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