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qui - Porphyra

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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />

Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />

<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />

Tra la fine del VI secolo e l’inizio del VII si consumò infine la lenta<br />

agonia del senato, che, tramontando, sgomberò il campo in favore del<br />

nascente simbolo della città eterna, il Papa.<br />

Il regno di Teodorico il Grande<br />

Gothorum laus est civiltas custodia. 115<br />

Se pure Teodorico, in apparenza, fu un usurpatore, in realtà fu un<br />

vero sovrano, non inferiore a chiunque altro si sia più nobilmente distinto<br />

in tale carica fin da principio; proprio perciò crebbe sempre di più fra i<br />

Goti e gli Italiani l’affetto per lui, cosa assai rara fra le abitudini<br />

umane. 116<br />

Questo il commento dei contemporanei su Teodorico. Sia le fonti<br />

italiche, come Cassiodoro, che quelle bizantine, come Procopio,<br />

descrivono favorevolmente il regno di Teodorico, tant’è che egli è<br />

chiamato «vero sovrano», titolo piuttosto inusuale per un re barbaro e per<br />

giunta ariano. L’insolita uniformità di giudizio che è possibile leggere nelle<br />

fonti, nonostante la loro diversa origine e i differenti interessi che<br />

riflettono, rappresenta una valida prova della sostanziale stabilità che<br />

contrassegnò la con<strong>qui</strong>sta ostrogota della penisola. I trent’anni di pace<br />

interna ed esterna crearono le condizioni necessarie a un ripopolamento<br />

delle campagne e delle città. Questa crescita demografica, per quanto<br />

contenuta e talvolta favorita da trasferimenti coatti, permise una modesta<br />

ripresa della vita rurale e cittadina e facilitò il perpetuarsi delle autorità<br />

civiche. Il mercato interno crebbe grazie all’immissione per mano dei<br />

barbari del denaro frutto delle loro numerose razzie, e le loro capacità nel<br />

campo dell’allevamento produssero una lieve crescita del settore 117 .<br />

Inoltre, il prolungato periodo di pace e il crescente interesse per il<br />

Mediterraneo occidentale dimostrato dall’impero di Costantinopoli, favorì<br />

l’aumento della presenza di orientali ed ebrei nelle principali città, fattore<br />

che ebbe come conseguenza l’aumento del circolo di denaro e dei<br />

finanziamenti in favore dei ceti artigianali, anche se spesso tali<br />

finanziamenti avvenivano in forma di usura.<br />

Nonostante l’economia abbia vissuto un periodo di ripresa, non si<br />

trovò soluzione alle debolezze di fondo del sistema. La macchina<br />

produttiva italica continuò a soffrire la mancanza di manodopera e i lavori<br />

di manutenzione e restauro promossi per il mantenimento della rete idrica<br />

furono insufficienti a impedire l’avanzamento del processo<br />

d’inselvatichimento delle campagne.<br />

Inoltre, l’alta pressione fiscale limitò gli effetti della crescita<br />

economica e depresse i consumi. Infine, l’arrivo degli Ostrogoti accelerò il<br />

processo di centralizzazione delle proprietà terriere a danno dei piccoli<br />

115 VISCIDO L. (trad.), Cassiodoro, Variae (=CASSIODORO, Variae) Pellegrini editore, 2006, IX, 14 (526/527).<br />

116 CRAVERI M. (a cura di), Procopio, Le guerre: persiana, vandalica, gotica (=PROCOPIO, La guerra), Einaudi,<br />

1977. Citazione , questa come le successive, tratta da La guerra gotica. Qui tratta da I, 1.<br />

117 BAUMAN S., Breve analisi dello status socio-economico dell'Umbria e dell'alto Piceno nel periodo della guerra<br />

gotica, Corciano, Associazione fra privati per ricerche storico economiche, 1986.<br />

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