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Introduzione<br />
“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />
Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />
PER UNA GEOPOLITICA<br />
DELL’IMPERO ROMANO D’ORIENTE<br />
di Gianfranco Cimino<br />
Gli “studi strategici” hanno per oggetto il pensiero strategico in senso<br />
lato, riguardante la minaccia, l'uso ed il controllo della forza militare per<br />
conseguire obiettivi politici. 1<br />
La ricerca operativa, le teorie dei giochi e delle catastrofi, l'analisi dei<br />
sistemi e dell'impatto incrociato e i vari metodi d'elaborazione degli scenari<br />
e per la simulazione, sono impiegati frequentemente nelle analisi<br />
strategiche dal secondo conflitto mondiale in poi. Nel secondo dopoguerra,<br />
gli studi strategici devono la loro fortuna e il loro sviluppo al processo di<br />
politicizzazione e di allargamento del concetto di strategia, che è divenuta<br />
un concetto molto più ampio di quello della difesa militare. Per indicare<br />
tale trasformazione, indotta dall’avvento degli armamenti nucleari, dalla<br />
globalizzazione della politica, dalla comparsa delle guerre rivoluzionarie e<br />
dall'affermarsi delle strategie indirette, sono stati introdotti termini come<br />
“strategia globale” (A. Beaufre), “grande strategia” (B. H. Liddell Hart), o<br />
quello in uso negli Stati Uniti, “strategia di sicurezza nazionale”. 2<br />
Recentemente l’analista ed accademico americano Edward Luttwak ha<br />
pubblicato il volume “La grande strategia dell’impero bizantino”, in cui<br />
applica le moderne tecniche di analisi strategica alla realtà politica, militare<br />
ed economica dell’impero romano d’oriente, analogamente a quanto già<br />
fatto per Roma nel “La grande strategia dell’impero romano”. 3<br />
Al di là delle polemiche che entrambe le opere hanno suscitato negli<br />
ambienti accademici, e delle evidenti difficoltà metodologiche,<br />
l’applicazione delle moderne concezioni strategiche all’indagine storica è<br />
sicuramente proficua, conducendo a vaste teorie d’insieme, che obbligano<br />
gli storici di professione al ripensamento o almeno all’approfondimento di<br />
temi prima ignorati o trascurati.<br />
“Per una geopolitica dell’impero romano d’oriente” nasce <strong>qui</strong>ndi da una<br />
simile ambizione: quella di voler applicare modelli e metodologie affatto<br />
nuovi, questa volta presi dalla moderna dottrina geopolitica, a realtà statali<br />
facenti parte di un altro evo. Un tipo di ricerca questo, innovativo, in<br />
quanto solitamente le indagini geopolitiche si focalizzano sull’età<br />
contemporanea.<br />
Il presente lavoro pertanto analizza la politica estera e militare dell’impero<br />
romano d’oriente, tra il VI e l’XI secolo, sulla base delle metodologie e dei<br />
modelli della geopolitica, per cercare di determinare se alla base della<br />
cosiddetta “grande strategia”, che permise per tanto tempo la<br />
sopravvivenza dello stato bizantino in un ambiente esterno politicamente<br />
ostile, vi fossero concezioni geopolitiche, rudimentali, non formalizzate,<br />
1 JEAN C., Geopolitica, Bari - Roma 1996.<br />
2 LUTTWAK E., Strategia. La logica della guerra e della pace, Bologna 2001.<br />
3 LUTTWAK E., La grande strategia dell'Impero Bizantino, Bologna 2009; IDEM, La grande strategia dell'Impero<br />
Romano dal Primo Secolo al Terzo, Bologna 1976.<br />
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