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qui - Porphyra

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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />

Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />

<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />

contrastarono la cavalleria attestandosi su una posizione di difesa statica,<br />

con un lato coperto da un bosco e l’altro dalla loro sparuta cavalleria.<br />

L’attacco a distanza dei Bizantini si rivelò inefficace, perché i Franchi<br />

utilizzarono la tattica cosiddetta del “muro di scudi”, stretti a contatto tra di<br />

loro e riparati, in una posizione assimilabile a quella della testuggine<br />

dell’epoca romana classica. 198 Tuttavia Narsete ordinò una finta ritirata, ed<br />

a quel punto i Franchi ruppero le fila e si lanciarono contro il nemico,<br />

perdendo la posizione di vantaggio. I Bizantini, visti i nemici sbandati, si<br />

riorganizzarono contrattaccando gli avversari ormai scoperti. Circa 900<br />

Franchi persero la vita. Furono presi molti prigionieri e catturate le<br />

salmerie e le vettovaglie. Per la prima volta, in questo scontro i Franchi<br />

fronteggiarono la tattica della finta ritirata, una tattica che viene<br />

comunemente attribuita ai popoli nomadi orientali, ma in realtà più diffusa<br />

di quanto si creda. Per i Bizantini invece, la finta ritirata sarebbe rimasto<br />

un principio di tattica tramandato dalla trattatistica militare e consigliato<br />

specificatamente contro gli avversari franchi, 199 e sembrerebbe che su<br />

questo punto lo strategikon dell’imperatore Maurizio utilizzi come fonte il<br />

brano di Agazia sulla battaglia di Rimini. 200<br />

Insomma, a volte anche la guerra diventa un modo per fare la<br />

conoscenza dell’“altro”. Ciò che rimane ignoto è il movente dei Franchi.<br />

Teodeberto sapeva delle intenzioni di Buthilin e Leutharis e non si oppose<br />

o solo i due fratelli presero la loro iniziativa? L'interrogativo è importante,<br />

perché serve a capire che percezione i Bizantini avessero dei Franchi.<br />

Infatti non è da escludersi che, laddove un Procopio avanza la spiegazione<br />

dell'infedeltà, in realtà non egli colga la natura profonda della società che<br />

ha di fronte e di quello che già si delinea come sistema beneficiario.<br />

Nonostante la resistenza degli imperiali e le roccaforti ricon<strong>qui</strong>state, i<br />

Franchi riuscirono a sfondare in Italia centrale. L’esercito invasore, dopo<br />

aver marciato unito fino al Sannio, si sarebbe diviso in due contingenti:<br />

uno, agli ordini di Buthilin, prese la direzione dello stretto di Messina,<br />

l’altro invece, sotto il comando di Leutharis, dopo aver raggiunto Otranto<br />

riprese la via del nord. Quest’ultimo gruppo, meno consistente, venne<br />

sconfitto in prossimità di Pesaro, mentre dei superstiti pochi sarebbero<br />

tornati in patria perché decimati dalle malattie e dalla fame. Al loro<br />

passaggio la popolazione, già piegata da più di vent’anni di guerra, subì<br />

spoliazioni e devastazioni, e l’unica cosa che potesse differenziare i<br />

Franchi dagli Alamanni era il fatto che i primi, in quanto cristiani, non<br />

saccheggiavano le chiese. La parte agli ordini di Buthilin, una volta in<br />

Campania si volse verso il nord, accarezzando l’idea di unirsi ai Goti per<br />

spartire con loro il dominio dell’Italia. L’eunuco Narsete però li annientò<br />

sul Volturno, uccidendo anche il loro capo. Il grosso del conflitto allora<br />

finì, anche se una parte di Franchi manteneva insieme ai Goti il controllo<br />

del nord. Le loro mire dovettero comunque dimostrarsi vane già dal 559,<br />

e 400 effettivi, cfr. CASCARINO G. (a cura di), Maurizio Imperatore, Strategikon. Manuale di arte militare<br />

dell'impero Romano d'Oriente, Rimini 2006, I, 4, pp.36-37.<br />

198 Cfr. BACHRACH, Early Carolingian Warfare…, cit., pp. 87-98.<br />

199 Per l'organizzazione degli eserciti bizantini di questo periodo cfr. RAVEGNANI G., Soldati e guerre a Bisanzio,<br />

Bologna 2009, pp. 160-178.<br />

200 Cfr. CASCARINO, Maurizio Imperatore…, cit., XI, 3, pp. 125-126.<br />

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