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qui - Porphyra

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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />

Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />

<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />

efficienti sul piano difensivo e la loro importanza cambiò in base alle<br />

esigenze strategiche dettate di volta in volta dalla situazione di costante<br />

belligeranza. Le antiche cinte murarie furono gravemente danneggiate,<br />

ricostruite e rinforzate più volte, mentre la popolazione civile si militarizzò<br />

progressivamente e gli ufficiali dell’esercito, insieme alle autorità<br />

ecclesiastiche, esercitarono funzioni amministrative e diplomatiche. La<br />

Venetia svolse un ruolo di primo piano dopo la resa di Ravenna a Belisario<br />

nel 540 e sempre <strong>qui</strong> nacque la successiva resistenza anti-bizantina. L’arrivo<br />

dei Longobardi e lo scisma dei Tre Capitoli ebbero conseguenze decisive<br />

per la storia successiva: lo spostamento progressivo di molte comunità da<br />

una città all’altra (cosa non nuova, se non nel carattere sempre più definitivo<br />

e meno transitorio dello spostamento) ed il radicamento dello scisma in due<br />

sedi episcopali significative come Milano (spostata a Genova) ed A<strong>qui</strong>leia<br />

(ora a Grado). Con il conseguente sdoppiamento dell’autorità vescovile ebbe<br />

origine un conflitto di legittimità destinato a durare a lungo che eliminò<br />

quell’unità che, almeno all’inizio, aveva saputo valicare i confini politici tra<br />

possessi longobardi e territori imperiali. Ora la Venetia longobarda e<br />

tricapitolina, sotto A<strong>qui</strong>leia, fronteggiava quella lagunare e l’Histria,<br />

imperiali e ortodosse, facenti capo a Grado. Su quest’ultima si appuntò<br />

l’interesse del papato, che vedeva in questo nuovo centro vescovile un<br />

valido punto d’appoggio per la propria azione politica e pastorale nell’area<br />

veneto-bizantina 238 . Tuttavia, le tendenze autonomistiche espresse da parte<br />

dei vescovi di A<strong>qui</strong>leia-Grado nei confronti del papato con la richiesta del<br />

titolo patriarcale nel 557 239 ostacolarono per il momento le mire di Roma e<br />

nel corso del VI secolo si accentuarono. I vescovi, pur rimanendo<br />

sostanzialmente fedeli all’impero, mostrarono fin da subito una cosciente<br />

indipendenza, spirito che poi passerà a Venezia, le cui origini per lungo<br />

tempo daranno lustro alla sua storia 240 .<br />

Restano i contatti importanti, già consolidati da tempo, dell’Alto Adriatico<br />

con la Siria ed ancor più importanti sono quelli con l’Egitto e il Nord Africa,<br />

oltre che con la Dalmazia, il Norico, la Pannonia, la Gallia e con città quali<br />

Edessa, Antiochia, Costantinopoli, Alessandria d’Egitto 241 e la stessa<br />

238 In parte questo progetto riuscì, soprattutto nel IX secolo, con l’invio di missionari tra le comunità slave dell’Istria-<br />

Dalmazia da A<strong>qui</strong>leia e da Salisburgo. PRAGA G., Storia di Dalmazia, Padova, 1954, p. 48.<br />

239 Sulla questione del titolo patriarcale e sul suo valore: PERI V., A<strong>qui</strong>leia nella trasformazione storica del titolo<br />

patriarcale, in AAAd, XXXVIII, Udine 1992, pp. 41-63.<br />

240 Per quanto riguarda le origini di Venezia esiste un vasta bibliografia. CARILE A. – FEDALTO G. Le origini di<br />

Venezia, Bologna, 1978; NICOL D. Venezia e Bisanzio, Milano, 1990; TRECCANI G. (a cura di) Storia di Venezia,<br />

Roma, 1992; AZZARA C. Venetiae. Determinazione di un’area regionale fra antichità e Medioevo Treviso, 1994;<br />

PERTUSI A. Saggi veneto-bizantini (Firenze 1990). Segnalo i lavori e gli articoli di Giorgio Ravegnani in <strong>Porphyra</strong>,<br />

n° 2 (2004) pp. 65-74 e n°11 (2008) pp. 5-17, come contributi tra i più recenti che ho potuto visionare.<br />

241 Il cristianesimo a<strong>qui</strong>leiese affonda le proprie radici nel missionariato fortemente giudaizzante della chiesa di<br />

Alessandria, che certamente dovette avere un forte peso nella prima comunità ecclesiale di A<strong>qui</strong>leia nella sua pretesa<br />

derivazione apostolica, legata alla predicazione di San Marco e poi all’arrivo delle sue reli<strong>qui</strong>e a Venezia, e per il suo<br />

spirito autonomistico nella gestione dei suoi affari interni. Di conseguenza appaiono molto scarsi i rapporti, anche<br />

epistolari, tra la chiesa di A<strong>qui</strong>leia, cui fanno capo la Venetia lagunare, l’Histria e la chiesa di Roma, mentre sono più<br />

sviluppati quelli con l’Oriente. Questa propensione è testimoniata, ad esempio, dall’appoggio dei vescovi veneti<br />

all’anti-papa Lorenzo (498-499) nella polemica sulla datazione della Pasqua secondo l’uso giudeo-alessandrino,<br />

nonostante al sinodo del 502 il vescovo di A<strong>qui</strong>leia, così come quello di Milano, si schierarono a favore della legittima<br />

elezione di papa Simmaco (498-514). BIASUTTI G. A<strong>qui</strong>leia e la Chiesa di Alessandria, in AAAd, XII, Udine, 1977,<br />

pp. 215-229; AZZARA C. Venetiae. Determinazione di un’area regionale fra antichità e alto medioevo, Treviso, 1994,<br />

pp. 64-66.<br />

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