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“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />
Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />
<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />
Per tutte queste ragioni Gregorio rappresenta un ponte ideale fra Antichità<br />
e Medioevo. Non c’è modo migliore, <strong>qui</strong>ndi, per concludere questo breve<br />
articolo, che ricordare le parole di una famosa omelia di Gregorio Magno,<br />
che suonano come una straziante lamentazione funebre per l’antica<br />
istituzione e per l’antico splendore della città eterna:<br />
Ora io vi domando: che cosa ormai ci può attirare in questo mondo?<br />
Dovunque vediamo lutti, dovunque sentiamo gemiti. Distrutte le città,<br />
abbattute le fortezze, devastate le campagne, la terra è stata ridotta a un<br />
deserto. (…) Ma noi vediamo com’è ridotta Roma stessa, che un tempo<br />
sembrava dominatrice del mondo. Schiacciata in tanti modi da immensi<br />
dolori, dalla desolazione dei cittadini, dall’attacco dei nemici, dalle<br />
continue rovine (…). Dov’è infatti il senato? Dov’è ormai il popolo? (…)<br />
Manca il senato, il popolo è scomparso, e tuttavia ogni giorno di più si<br />
odono i gemiti dei superstiti colpiti da inumane tribolazioni. Roma, ormai<br />
è vuota, è in fiamme! 176<br />
176 GANDOLFO E. (a cura di), Gregorio Magno, Omelie su Ezechiele, Roma, Città nuova, 1996, II, 6, 22.<br />
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