04.06.2013 Views

qui - Porphyra

qui - Porphyra

qui - Porphyra

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

“Venezia e Bisanzio, incontro e scontro tra Oriente ed Occidente”<br />

Atti del convegno tenutosi a Venezia, 10-11 dicembre 2011<br />

<strong>Porphyra</strong>, giugno 2012, n. XVII<br />

Mackinder è stato criticato fin da subito per aver collocato l’hearthland<br />

in una zona centro-asiatica, che agli inizi del XX secolo era scarsamente<br />

popolata e sviluppata; è stato rilevato che il predominio di tale area era<br />

limitato nel tempo all’epoca delle migrazioni dei popoli della steppa di<br />

origine turca o mongola, e che infine la superiorità tecnologica ed<br />

industriale è più importante di una collocazione geografica centrale.<br />

Ma paradossalmente queste critiche rinforzano l’idea di applicare<br />

questa particolare dottrina geopolitica all’impero bizantino, in quanto esse<br />

sono accettabili solo dopo una certa data, quel XVI secolo che anche per lo<br />

studioso britannico segna l’inizio del predominio del rimland.<br />

Ed in effetti tutta la geopolitica “classica”, che considera naturale la<br />

tendenza all’espansione dei popoli si adatta meglio alle civiltà agricole e<br />

pre-industriali che a quelle industriali e post-industriali.<br />

Analisi della collocazione geopolitica dell’impero<br />

Andando a considerare la posizione geografica dell’Impero, notiamo<br />

subito come esso si collochi a cavallo tra il rimland e l’hearthland: con<br />

riferimento ai confini bizantini tra il VI ed il VII, almeno fino all’invasione<br />

araba, o tra il X e l’XI secolo, ai tempi della ripresa della spinta offensiva,<br />

i territori controllati dai Romani d’oriente, direttamente o indirettamente,<br />

lungo la costa nord ed est del Mar Nero e nel Caucaso facevano parte<br />

dell’hearthland, mentre i Balcani, l’Anatolia ed in generale i possedimenti<br />

in Medio Oriente facevano parte del rimland; non solo, ma una fitta rete di<br />

alleanze, rapporti politici e commerciali ed interscambi culturali ed anche<br />

religiosi, si diramava da Costantinopoli in tutte le terre del cuore del<br />

mondo.<br />

Una condizione questa, che si colloca accanto alle altre due peculiarità<br />

geografiche dell’impero prima discusse, e che rendevano la sua ubicazione<br />

del tutto speciale, con una posizione geopolitica favorevole ad ogni tipo di<br />

scambi commerciali e di altro genere, sia in senso est – ovest che in senso<br />

nord – sud, ma anche esposta alle potenze via via radicatesi nell’heartland,<br />

dagli Unni ai Mongoli.<br />

Basti pensare che una qualsiasi invasione o migrazione di popoli<br />

nomadi a cavallo, che provenisse dall’Asia Centrale, per motivi logistici<br />

doveva gioco forza appoggiarsi alle fertili piane ucraine, proseguendo poi<br />

lungo le rive del Mar Nero, evitando i Carpazi fino alle pianure della<br />

Tracia (il cosiddetto corridoio della steppa) finendo per minacciare il cuore<br />

stesso dell’impero.<br />

Infine anche la collocazione geografica di Costantinopoli, direttamente<br />

sugli stretti, aveva conseguenze geopolitiche: per rimanere in suo possesso<br />

i Bizantini dovevano non solo controllare ampie zone di territorio attorno<br />

alla capitale in Tracia ed in Asia Minore, ma anche dovevano mantenere il<br />

dominio marittimo del Mar Egeo; infatti storicamente è sempre stata la<br />

potenza marittima predominante nel Mediterraneo Orientale, ad avere il<br />

controllo degli Stretti, e mai la potenza marittima egemone nel Mar Nero.<br />

E quando, come nella seconda metà del X secolo o alla fine del XII,<br />

immediatamente prima dell’infausta IV crociata, la potenza navale<br />

dell’impero diminuì, le conseguenze per lo stato bizantino furono<br />

7

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!