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Abitare la terra: questione ambientale

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tendenze che si stanno imponendo nel<strong>la</strong> società<br />

di oggi. Assumerli fino in fondo, come<br />

vorrebbe l'etica del<strong>la</strong> responsabilità, è pertanto<br />

un compito arduo e gravoso, che porrebbe le<br />

Chiese decisamente controcorrente nel<strong>la</strong><br />

moderna società. Ovviamente non si potrà in<br />

questa sede se non limitarsi ad alcuni f<strong>la</strong>sh sui<br />

punti cruciali.<br />

a) Pace e non violenza<br />

È ovvia una prima osservazione sulle<br />

difficoltà al<strong>la</strong> diffusione di una cultura del<strong>la</strong><br />

pace e dell'uso dei metodi non violenti,<br />

sostenuta nei punti 7 e 8, quando siamo<br />

sommersi, a cominciare dai giovanissimi, dalle<br />

scene di violenza propinate quotidianamente<br />

dal<strong>la</strong> televisione. Questa risponde ai dettami<br />

dell’audience, a sua volta richiesta dalle<br />

esigenze pubblicitarie: <strong>la</strong> violenza «paga» con<br />

maggiore audience. Per spiegare perché paga è<br />

necessario risalire più a monte per scoprire le<br />

radici del<strong>la</strong> violenza.<br />

Esercitare violenza vuol dire alterare con<br />

<strong>la</strong> forza le intenzioni o le finalità dell'essere<br />

violentato. È implicito anche un atteggiamento<br />

soggettivo: chi esercita violenza non riconosce<br />

l'essere violentato come tito<strong>la</strong>re di diritti ma,<br />

viceversa, pone se stesso come detentore di<br />

potere sull'altro, come misura, in certo senso,<br />

del diritto altrui. Se <strong>la</strong> violenza è collegata col<br />

potere, è chiaro che una società in cui i poteri<br />

sono sempre più rilevanti è anche una società<br />

violenta. In base al<strong>la</strong> precedente definizione si<br />

può par<strong>la</strong>re anche di violenza sugli animali,<br />

sul<strong>la</strong> natura, sull'ambiente.<br />

Per limitarsi al campo umano, si può<br />

segna<strong>la</strong>re un altro motivo profondo del<strong>la</strong><br />

violenza: <strong>la</strong> non accettazione del<strong>la</strong> diversità.<br />

Chi sostiene questa spiegazione 5 si rifà<br />

all'episodio biblico di Caino e Abele, indicando<br />

che il primo non aveva accettato le diversità (di<br />

cultura, di culto, di gradimento da parte di Dio)<br />

che lo distinguevano dal fratello.<br />

Dobbiamo anche confrontarci con una<br />

violenza «non soltanto economica politica, ma<br />

5<br />

Si veda, ad es., SCHÖKEL L. A. , Dov'è tuo<br />

fratello?, Paideia, Brescia 1987, oppure BELLO T.,<br />

Nonviolenza, dissipare l'ombra di Caino, in<br />

AA.VV., Un nome che cambia, La Meridiana,<br />

Molfetta 1989.<br />

religiosa» 6 ; «nel cuore stesso delle religioni, e<br />

in partico<strong>la</strong>re delle religioni monoteiste, esiste<br />

un'aggressività, un orgoglio, un esclusivismo<br />

che a volte fanno rabbrividire»; si dovrebbe<br />

riconoscere con Paul Ricoeur che nel<strong>la</strong> «stessa<br />

missione di dire una paro<strong>la</strong> che è sopra di noi,<br />

ci può essere una pretesa a dominare gli altri, a<br />

imporre <strong>la</strong> nostra convinzione con <strong>la</strong> forza» 7 . Si<br />

può perfino sostenere, con un pacifista<br />

gandhiano, che «l'antitesi del<strong>la</strong> fede non è<br />

l'incredulità, ma <strong>la</strong> violenza» 8 .<br />

b) Giustizia sociale e povertà<br />

Anche di questo fondamentale problema si<br />

fa cenno nei punti 7 e 8 del<strong>la</strong> Charta, par<strong>la</strong>ndo<br />

dell'opzione prioritaria per i poveri, del<strong>la</strong><br />

responsabilità dell'Europa nei confronti dei<br />

poveri di tutto il mondo, dell'abisso che separa<br />

il ricco dal povero all'interno di un popolo e tra<br />

tutti i popoli. Anche a prescindere dagli aspetti<br />

culturali - che certamente hanno notevole<br />

importanza - si può dimostrare, sul piano del<strong>la</strong><br />

so<strong>la</strong> scienza economica, l'esistenza di un nesso<br />

causale tra sviluppo e sottosviluppo. I punti<br />

principali su cui si snoda questa dimostrazione 9<br />

sono: gli spostamenti dei capitali e delle<br />

persone, soprattutto <strong>la</strong> «fuga dei cervelli» dai<br />

Paesi poveri; gli «scambi ineguali»; <strong>la</strong><br />

«creazione artificiale dei bisogni» (che <strong>la</strong><br />

Charta indica col termine «costrizione al<br />

consumo»). E in quest'ultimo punto, così come<br />

negli spostamenti delle persone, si possono<br />

scoprire ulteriori aspetti del<strong>la</strong> violenza, di cui<br />

sopra.<br />

c) Salvaguardia del creato<br />

Corre subito il pensiero ai cambiamenti<br />

climatici, di cui sono in <strong>la</strong>rga misura<br />

responsabili i Paesi ricchi. La corsa al<br />

benessere economico ha spinto infatti i<br />

consumi di energia fossile a livelli altissimi.<br />

6 RINGLET G., L'evangelo di un libero pensatore,<br />

Servitium, Gorle (BS) 2000, 20.<br />

7 Ivi, 21.<br />

8 Ivi, 82.<br />

9 Per una dimostrazione completa, cfr DE CARLINI<br />

L., Qualità del<strong>la</strong> vita e fame nel mondo, Marietti,<br />

Casale Monferrato (AL) 1985, 144-153.<br />

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