Abitare la terra: questione ambientale

nei paesi avanzati. Vi sono almeno quattro
ambiti - tutti molto importanti - dove l'autorità
dello Stato nazionale traballa. Il primo è quello
fiscale-finanziario. Va da sé che il peso degli
Stati nazionali mediante la tassazione e la
spesa rimane di grande rilievo anche nei paesi
(come USA e UK) nei quali è stata battuta con
più decisione la strada neoliberista. Ma il punto
è che lo squilibrio tra sistema finanziario sovranazionale
e capacità di controllo degli
apparati nazionali diventa sempre più
imbarazzante per il potere politico. Oggi sono
pochissimi i paesi in grado di fronteggiare da
soli un attacco speculativo.
Il secondo ambito di crisi riguarda quella
razionalità su cui Weber aveva tanto insistito.
Negli ultimi decenni, le burocrazie pubbliche
sono apparse come entità profondamente
irrazionali, dominate da logiche interne che
hanno finito con il produrre veri e propri
disastri dal punto di vista, dell'efficacia e
dell'efficienza. In particolare, le burocrazie
hanno perso la loro battaglia con il mercato,
che si è rivelato un apparato meglio capace di
raggiungere tali obiettivi.
Il terzo ambito riguarda la comunicazione, e
più in generale la rappresentazione della realtà.
Per quanto, il pluralismo sia da tempo una
caratteristica delle democrazie occidentali,
nulla di simile a ciò che viviamo oggi può
essere pensato per i decenni del secolo appena
concluso. La perdita del monopolio
dell'informazione - raggiunto nella prima fase
di affermazione del sistema dei media - segna
la caduta di un'idea culturalmente egemonica
del potere statale, caduta che si manifesta
prima di tutto nella crisi dei processi di
socializzazione che si registra in tutti i paesi
avanzati.
Infine, il quarto ambito è quello del
monopolio della forza, che è anche l'aspetto
più delicato e sul quale gli Stati nazionali
tentano di opporre maggiore resistenza. Ma gli
scricchiolii si sentono eccome. Dal lato della
difesa militare, sono ormai pochi gli Stati che
sono in grado di vantare un'autonomia militare
completa. A parte il ruolo egemone degli Stati
Uniti, gli altri paesi sono di fatto in una
condizione di sovranità limitata. Il concetto di
sicurezza nazionale - che sta a fondamento
della relazione tra forze armate e società,-
richiede di essere rivisto alla luce dei problemi
da affrontare, che sempre più spesso sono al di
là della portata delle forze armate di un singolo
paese (Segell 1999). E analoghe difficoltà
vanno emergendo persino per quanto riguarda
il controllo del territorio interno: la debolezza -
anche degli Stati più potenti - nei confronti
della minaccia terroristica (che può avere
matrice politica, ma anche religiosa, etnica o
criminale) e della criminalità organizzata è un
dato di cui si rendono conto per primi gli
operatori e i funzionari di polizia.
Tutto questo rivela che i criteri e i sistemi di
legittimità non sono più univocamente
riconducibili alla sfera statuale e alla razionalità
legale-razionale. Per comprendere
quanto dirompente sia questo passaggio basti
pensare all'importanza che il criterio legato
all'efficienza ha avuto negli ultimi due decenni
nell'orientare le politiche pubbliche dei paesi
avanzati, indipendentemente dalla coalizione
di governo al potere. Per quanto ci siano stati
tentativi di opporsi, i governi occidentali hanno
dovuto scendere a patti con questo criterio
esterno di legittimità e, laddove non lo hanno
fatto, hanno messo a repentaglio la loro stessa
autorevolezza interna.
Per quanto sia difficile ammetterlo, è
dunque l'unitarietà del sistema di potere che si
incrina, con effetti che sono altamente
ambivalenti: mentre da un lato ciò favorisce la
dislocazione del potere e l'indebolimento della
forma di dominio politico-burocratica,
dall'altro si creano nuovi spazi per l'affermarsi
di poteri di fatto, che non hanno altro
fondamento se non la loro stessa esistenza.
La terza rottura riguarda l'indebolimento
dei confini tra natura e cultura. Anche per
questo aspetto è utile partire da uno sguardo
retrospettivo. Come è stato fatto notare da
molti autori, uno dei tratti distintivi della
modernità è stata proprio la sua straordinaria
capacità di trasformazione della realtà,
strettamente legata all'idea di sviluppo e di
progresso. L'uomo moderno ha fatto della sua
capacità di intervento sul mondo esterno uno
dei suoi emblemi. Secondo T. Luke, la
modernità ha in questo modo segnato una
profonda discontinuità con il passato, in quanto
la vita sociale ha potuto per la prima volta
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