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Abitare la terra: questione ambientale

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Un problema legato al<strong>la</strong> deforestazione è <strong>la</strong><br />

desertificazione. Quando si abbatte un pezzo di<br />

foresta, <strong>la</strong> pioggia torrenziale consuma <strong>la</strong> parte<br />

di terreno fertile, e dopo pochi anni si trova il<br />

deserto, anche se inizialmente si riutilizza il<br />

terreno.<br />

Ma l'aspetto più importante del<strong>la</strong><br />

deforestazione è <strong>la</strong> perdita del<strong>la</strong> diversità<br />

biologica. La scienza conosce e ha catalogato<br />

circa 1.400.000 specie esistenti; però si stima<br />

che ce ne siano più di 10 milioni, qualcuno<br />

arriva a dire 100 milioni. Si pensa che<br />

moltissime specie, che stanno chiuse dentro le<br />

foreste tropicali, fanno parte dell' equilibrio<br />

ecologico del<strong>la</strong> Terra, che in qualche modo vive<br />

proprio in forza di questo equilibrio tra le<br />

diverse specie.<br />

Almeno il 50% delle specie stanno nelle<br />

foreste tropicali, e <strong>la</strong> loro longevità ed<br />

estinzione (una specie vive da 1 a 10 milioni di<br />

anni) è un fatto naturale. Ogni milione di anni<br />

naturalmente se ne estinguono il 9%, e vengono<br />

sostituite da altre che nel frattempo nascono.<br />

Ora, entro A 2000 si prevede che siano estinte<br />

dal 20 al 50% delle specie proprio a causa del<strong>la</strong><br />

deforestazione.<br />

Vado avanti con l'elencazione par<strong>la</strong>ndo del<br />

consumo delle risorse rinnovabili, quelle che in<br />

qualche modo danno il cibo. Le risorse ittiche<br />

per esempio hanno un determinato tasso di<br />

fertilità con cui si rinnovano. Se preleviamo a<br />

un tasso superiore, <strong>la</strong> specie diminuisce di<br />

quantità; per alcune specie pescate in<br />

sovrabbondanza il risultato è stato che <strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione rimasta era molto scarsa. Si<br />

pensava tuttavia che, essendo rinnovabili,<br />

sarebbero aumentate da sole. In realtà esse sono<br />

sottoposte a stress: se arriva un fatto naturale<br />

(epidemia), che normalmente andrà ad incidere<br />

per una certa percentuale, <strong>la</strong> specie non è più in<br />

grado di reagire, e si estingue o diventa di<br />

quantità del tutto insufficiente per essere<br />

sfruttata<br />

Ho seguito da vicino una specie partico<strong>la</strong>re,<br />

l'acciughetta peruviana. Questa negli anni '60<br />

rappresentava il 10% in peso di tutto il pescato<br />

mondiale. Pesce non pregiato, ma per molti<br />

paesi una risorsa alimentare enorme. Si capiva<br />

che se ne stava pescando tanto, con <strong>la</strong> paura che<br />

si estinguesse; e si è quindi fatto uno dei primi<br />

tentativi di rego<strong>la</strong>mentazione. Il Perù si è<br />

affidato a una commissione internazionale di<br />

biologi (che purtroppo non avevano alcuna idea<br />

di come rego<strong>la</strong>re lo sfruttamento del<strong>la</strong> specie).<br />

Questi, che erano molto innamorati del libero<br />

mercato e non volevano mettere molti vincoli,<br />

hanno inventato un sistema di cui erano<br />

orgogliosissimi: tutte le barche che ne facevano<br />

richiesta avevano <strong>la</strong> licenza; iniziava poi <strong>la</strong><br />

stagione e tutti andavano a pescare, e pescavano<br />

quanto gli pareva, portando poi al mercato il<br />

pescato. C'era una commissione che, una volta<br />

giunti a un certo limite, decretava chiusa <strong>la</strong><br />

stagione di pesca per tutti.<br />

Questo modo di rego<strong>la</strong>mentazione sembrava<br />

adeguato, perché sì attuava il liberismo, nel<br />

senso che i pescherecci erano in concorrenza<br />

uno con l'altro senza vincoli di sorta; c'era poi<br />

innovazione tecnologica, perché ognuno doveva<br />

rendersi il più efficiente possibile pescando il<br />

più in fretta possibile prima che chiudesse <strong>la</strong><br />

stagione. Inoltre si vedeva che di anno in anno<br />

<strong>la</strong> stessa quota veniva pescata in tempi più<br />

ristretti. Quindi si diceva che questi pescatori<br />

avevano tempo libero per fare altre attività,<br />

perché riuscivano in pochissimo tempo a<br />

ottenere un risultato migliore. Ebbene, è<br />

successo uno dei fatti dì cui dicevo: a un certo<br />

punto dell'anno si sono accorti che, con le stesse<br />

tecnologie, si pescava molto meno degli anni<br />

precedenti. Ma se ne sono accorti troppo tardi:<br />

quando hanno bloccato <strong>la</strong> pesca e hanno capito<br />

che <strong>la</strong> causa del disastro di quell'anno era il fatto<br />

che c'era stata <strong>la</strong> corrente del Niño, corrente<br />

calda che aveva portato una epidemia,<br />

nonostante controlli e rego<strong>la</strong>mentazione si<br />

trovarono con <strong>la</strong> risorsa azzerata. Dal 10%<br />

mondiale qual era, è completamente sparita; se<br />

ne trova giusto qualche tonnel<strong>la</strong>ta, e non<br />

vengono più fornite le statistiche.<br />

Esempi come questo ce ne sono tanti. In<br />

agricoltura, tentando di piantare delle specie che<br />

non sono adatte a certi terreni ma incontrano i<br />

gusti di una popo<strong>la</strong>zione perché possono andare<br />

sul mercato, si sono provocate grandi carestie;<br />

<strong>la</strong> specie é durata qualche anno, poi non ha più<br />

attecchito. Si é così determinata una carestia,<br />

perché da un <strong>la</strong>to non c'è più una economia di<br />

sostentamento, dall'altro non si riesce a vendere<br />

niente perché non si riesce più a coltivare.<br />

Passiamo alle risorse non rinnovabili.<br />

Le dividiamo in due categorie: i combustibili,<br />

che ci danno energia, e gli altri materiali. Un<br />

americano consuma 40 volte <strong>la</strong> quantità di<br />

energia di un abitante di un paese in via di<br />

sviluppo, un europeo da 10 a 30 volte; c'è quindi<br />

uno squilibrio notevolissimo nel consumo.<br />

Stiamo consumando delle riserve con ritmi che<br />

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