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Abitare la terra: questione ambientale

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sicuri che andremo al<strong>la</strong> catastrofe, però più ci<br />

avviciniamo e meno siamo capaci di tornare<br />

indietro. Ecco perché si dice che lo sviluppo è<br />

"insostenibile".<br />

Aggiungo che <strong>la</strong> medicina, portata nel Terzo<br />

Mondo dagli occidentali, dà una attesa di vita<br />

molto più alta, che però non corrisponde a un<br />

tenore di vita, a una capacità di consumo<br />

elevata. Si vive di più, ma continuando a vivere<br />

in condizioni estremamente esposte a mille<br />

pericoli, in condizioni disagevoli e di scarsa<br />

capacità di consumo, mentre è noto che sono le<br />

condizioni di agiatezza a far diminuire il tasso<br />

di fertilità.<br />

Sostanzialmente il fenomeno è diverso da<br />

quello storico, proprio perché l'attesa di vita<br />

molto più alta e <strong>la</strong> diminuzione del<strong>la</strong> mortalità<br />

infantile nel Terzo Mondo non sono<br />

accompagnate, come lo sono state invece<br />

nell'evoluzione storica degli altri paesi, da un<br />

aumento del<strong>la</strong> capacità di consumo pro capite e<br />

dal<strong>la</strong> capacità di controllo dell'ambiente<br />

complessivo.<br />

Per esempio le città dei paesi in via di<br />

sviluppo hanno una altissima densità ma non<br />

hanno fogne né acqua potabile. Uno degli<br />

indicatori principali per verificare lo stato di<br />

agiatezza è vedere quanta popo<strong>la</strong>zione ha<br />

l'accesso all'acqua pulita, a servizi igienici o<br />

sanitari. Se non si hanno capacità di controllo<br />

dell'ambiente, se si vive senza un <strong>la</strong>voro, anzi le<br />

terre non rendono più, <strong>la</strong> povertà aumenta anche<br />

se si vive più a lungo.<br />

ANALISI DELLE CAUSE<br />

La domanda cui tentiamo ora di rispondere<br />

è: come mai siamo arrivati a questo punto? che<br />

spiegazione teorica si tenta di dare al fatto che<br />

siamo arrivati ad uno sviluppo insostenibile?<br />

Proverò a darvi tre risposte, più una quarta<br />

che invece tende a vedere in modo meno<br />

drammatico <strong>la</strong> realtà. Attraverso queste risposte<br />

tenterò anche un'operazione di messa in<br />

discussione o demolizione di alcuni miti<br />

dell'economia del<strong>la</strong> nostra epoca.<br />

Il primo mito è il mercato. C'è una risposta,<br />

che è quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> microeconomia, che va sotto<br />

il nome di economia <strong>ambientale</strong>. Non è<br />

rivoluzionaria ma è sostanzialmente l'economia<br />

neo-c<strong>la</strong>ssica: si sviluppa negli USA e sta tutta<br />

dentro il mercato. Lo considera una cosa buona,<br />

ma tenta di capire dove ha fallito, come mai è<br />

arrivato a risultati di questo genere; fermo<br />

restando che il mercato è ciò che che<br />

rego<strong>la</strong>menta l'economia. La seconda risposta<br />

sarà invece dal punto di vista di quel<strong>la</strong> che si<br />

chiama macroeconomia, cioè da parte degli<br />

indicatori che i governi usano per conoscere lo<br />

stato del sistema economico di un paese e per<br />

prendere provvedimenti. Quindi il secondo mito<br />

che tenteremo di attaccare è quello del<strong>la</strong> crescita<br />

non qualitativa ma quantitativa (consumi ecc.).<br />

La terza risposta è <strong>la</strong> più radicale: è quel<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> cosiddetta economia ecologica, che attacca<br />

il mito dell’efficienza.<br />

Tre risposte<br />

Economia <strong>ambientale</strong>. C'è un'immagine<br />

molto famosa: nel<strong>la</strong> nostra epoca dobbiamo<br />

passare dall'economia che ci ha rego<strong>la</strong>to finora,<br />

che ha dato appunto i risultati visti, a una nuova<br />

concezione economica, cioè passare<br />

dall'economia del cow-boy a quel<strong>la</strong><br />

dell'astronauta. Mi spiego. Il concetto di<br />

mercato è nato ed ha avuto successo in un<br />

periodo in cui le risorse non sembravano<br />

limitate e scarse. Come il cow-boy nel Far<br />

West: si può permettere di consumare quello<br />

che vuole, avendo davanti distese enormi, e di<br />

inquinare quanto vuole, perché <strong>la</strong> sua capacità<br />

di consumo e di inquinamento è comunque<br />

piccolissima rispetto alle risorse che gli sono<br />

disponibili. L'economia si è sviluppata come se<br />

fossimo il cow-boy nel Far West; mentre, a<br />

causa di tutto quello che abbiamo detto, siamo<br />

ormai molto più simili all'astronauta, che deve<br />

stare sei mesi nel<strong>la</strong> sua astronave, ha i consumi<br />

contati e soprattutto è a ciclo chiuso: deve<br />

smaltire tutti i suoi rifiuti perché non ha spazio.<br />

Si è passati da una economia a ciclo aperto ad<br />

una a ciclo chiuso, in cui bisogna contare tutti i<br />

consumi e i rifiuti, bisogna control<strong>la</strong>re tutto,<br />

perché altrimenti lo spazio diventa invivibile.<br />

C'è un famoso teorema, che sta al<strong>la</strong> base<br />

dell'economia: a certe condizioni, se <strong>la</strong>sciamo<br />

funzionare il mercato liberamente, garantendo<br />

solo le sue regole, il mercato ci porta<br />

all'efficienza. Quindi se tutti siamo razionali,<br />

cioè egoisti nel senso del<strong>la</strong> ricerca del proprio<br />

interesse ma secondo le regole del mercato, si<br />

arriva all'efficienza, cioè si garantisce che non<br />

c'è spreco di risorse. Il mercato, come è noto,<br />

non garantisce l'equità nel<strong>la</strong> distribuzione dei<br />

beni; ma questo è un discorso ulteriore.<br />

Ebbene si sono scoperte col tempo diverse<br />

cause che gli americani chiamano "cause di<br />

fallimento del mercato", che incrinano il mito<br />

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