Abitare la terra: questione ambientale
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L'altra forte opposizione, lo possiamo<br />
immaginare, viene dalle imprese: queste, che<br />
pure odiano i vincoli, quando si tratta di tasse<br />
preferiscono i primi. La tassa costa molto alle<br />
imprese, che devono pagare il costo del<br />
disinquinamento per raggiungere livelli<br />
accettabili di abbattimento delle emissioni e<br />
devono in più pagare <strong>la</strong> tassa; almeno con il<br />
vincolo sono obbligate ad abbattere le<br />
emissioni fino a un certo livello, ma poi non<br />
pagano niente per quanto emettono in più. Le<br />
imprese vogliono invece i sussidi, anche in<br />
Italia. Ma questi generano un circolo perverso,<br />
dicono gli economisti, perché generano profitti<br />
sul disinquinamento; così si tenterà in tutti i<br />
modi di avere una tecnologia non pulita per<br />
chiedere più sussidi sui quali si faranno<br />
profitti, perché si genera <strong>la</strong>voro per<br />
disinquinare. Così si toglie completamente<br />
l'incentivo autonomo all'innovazione.<br />
Facciamo l'esempio del bacino del Lambro,<br />
fiume inquinatissimo ed una delle emergenze<br />
italiane. Il Ministero dell'Ambiente decide di<br />
finanziare il disinquinamento, cioè di dare il<br />
sussidio. Chi si presenta per effettuare i <strong>la</strong>vori?<br />
Un consorzio di aziende, che comprende tutte<br />
le imprese che inquinano il Lambro. E'<br />
naturale, perché è nato il business verde, e<br />
sono le aziende grosse che hanno le tecnologie<br />
adatte per disinquinare.<br />
Quindi vedete il circolo perverso: se una<br />
azienda di vernici con una mano inquina e con<br />
l'altra fa profitti con il disinquinamento, non ha<br />
nessun interesse ad avere un processo<br />
produttivo pulito, perché così si rovinerebbe da<br />
so<strong>la</strong>.<br />
Questo insieme di vincoli, tasse ambientali<br />
e sussidi (che si tenta oggi di far coesistere in<br />
tutti i paesi) è ben poca cosa rispetto alle<br />
esigenze, ed è molto contraddittorio.<br />
C'è poi l'idea del<strong>la</strong> creazione del mercato,<br />
quel<strong>la</strong> che abbiamo commentato par<strong>la</strong>ndo dei<br />
"permessi di inquinamento". Se troviamo<br />
un'area chiusa, si può stabilire <strong>la</strong> sua capacità<br />
portante e si emettono delle licenze che le<br />
imprese si scambiano. Addirittura una società<br />
ambientalista, che ritiene che ci siano troppe<br />
emissioni, si può mettere sul mercato e<br />
comprare licenze che poi non utilizza,<br />
contribuendo così ad abbassare le emissioni.<br />
Si sta sperimentando questo in varie località<br />
degli USA ed in diversi paesi. Noi abbiamo<br />
fatto una simu<strong>la</strong>zione per vedere cosa<br />
succederebbe in Italia, e devo dire che<br />
personalmente sono molto pessimista, nel<br />
senso che sarebbe necessario un mercato<br />
concorrenziale che funzionasse effettivamente.<br />
Il grosso limite è che, siccome il mercato non<br />
funziona mai come si vorrebbe, in realtà <strong>la</strong><br />
grande impresa fa razzia di licenze, espelle<br />
tutti i concorrenti e crea una sorta di<br />
monopolio, con effetti deleteri per l'economia<br />
nel suo complesso.<br />
C'è un metodo di creazione del mercato in<br />
questo momento molto dibattuto (anche per<br />
Firenze), che si chiama del "road pricing", cioè<br />
il far pagare l'uso delle strade. Troppe<br />
macchine entrano in città ed usano una risorsa<br />
gratuita (nell'ottica degli economisti) quale è<br />
effettivamente lo spazio. Allora devono<br />
pagare. Ci sono esperienze in Norvegia ed<br />
anche a Como, con tecnologie di questo tipo:<br />
ormai si riesce ad avere il riconoscimento<br />
automatico delle vetture che passano, mediante<br />
telecamere o sistemi analoghi di<br />
comunicazione (tesserino intelligente sul<strong>la</strong><br />
macchina, che viene letto ), e quindi c'è<br />
l'addebitamento tipo telepass sulle autostrade.<br />
Si paga quindi per entrare in città con <strong>la</strong><br />
macchina, già a Singapore od Oslo; e questo<br />
abbatte un po' <strong>la</strong> congestione (oltre a far<br />
entrare dei soldi nelle casse comunali).<br />
II difetto è che siamo di nuovo in una logica<br />
di mercato, per cui chi è ricco paga ed entra<br />
con <strong>la</strong> sua macchina e chi lo è meno ha dei<br />
problemi. Abbiamo quindi una redistribuzione<br />
del reddito perversa. Per ovviare a questo<br />
problema si pensa di fornire una serie di servizi<br />
molto efficienti di trasporto, porta a porta,<br />
addirittura alternativi all'automobile. Si<br />
dovrebbe accompagnare il "road pricinq" con<br />
tutta una serie di misure per avere al<strong>la</strong> fine un<br />
servizio molto più efficiente dell'autobus<br />
attuale, come una specie di taxi collettivo<br />
guidato da un calco<strong>la</strong>tore a costi ridotti, o usare<br />
il "car pool", cioè più persone su una stessa<br />
macchina, incentivandole con parcheggi e<br />
permessi gratis; usare insomma tutta una serie<br />
di sistemi per rendere accettabile dal punto di<br />
vista sociale questa operazione. In questo<br />
momento si sta sforzando <strong>la</strong> fantasia in diversi<br />
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