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Abitare la terra: questione ambientale

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D'altra parte ogni idea di sviluppo è fondata su<br />

giudizi di valore 27 e tra questi alcuni appaiono non solo<br />

eticamente esigenti, ma anche connaturati alle<br />

caratteristiche specifiche del problema degli equilibri<br />

naturali del nostro mondo. Gli equilibri del<strong>la</strong> natura sono<br />

anzitutto per definizione globali e richiedono pertanto<br />

approcci universalmente accettati e praticati; inoltre<br />

sono, per <strong>la</strong> loro invarianza nel tempo, indissociabili<br />

dagli equilibri intrinseci al sistema-uomo, cioè agli<br />

aspetti socio-economici del<strong>la</strong> nostra civiltà.<br />

L'approccio verso una loro correzione (o meglio<br />

ripristino) dovrà essere un approccio integrato<br />

(cooperazione internazionale per gli investimenti<br />

necessari, per le politiche del credito atte a sostenerli,<br />

per il trasferimento delle tecnologie, per l'avanzamento<br />

delle ricerca scientifica, per <strong>la</strong> diffusione delle sue<br />

conoscenze). Dovrà altresì essere un approccio<br />

integrale in riferimento alle diverse dimensioni del<strong>la</strong><br />

vita dell'uomo: i modelli e le linee-guida di tali sviluppo<br />

non potranno pertanto prescindere da aspetti<br />

legati agli stili di vita e alle modalità e qualità dei<br />

consumi e quindi al quadro valoriale che li sottende.<br />

Si presenta insomma all'umanità, al<strong>la</strong> vigilia del<br />

terzo millennio, una grande sfida scientifica,<br />

tecnologica, politico-economica, culturale ed etica:<br />

a) scientifica, per spingere <strong>la</strong> ricerca a irrobustire <strong>la</strong><br />

propria capacità di analisi del complesso sistema del<br />

clima e delle dinamiche fisiche e biologiche del<br />

pianeta e al contempo ad affinare <strong>la</strong> propria capacità<br />

predittiva dei fenomeni su scale temporali adeguate<br />

(anche dell'ordine delle centinaia di anni);<br />

b) tecnologica, per lo sviluppo, il trasferimento e <strong>la</strong><br />

produzione su sca<strong>la</strong> industriale di sistemi energetici<br />

in grado di allentare e al<strong>la</strong> fine eliminare <strong>la</strong> dipendenza<br />

dalle riserve dei combustibili fossili<br />

(carbone, petrolio, gas naturale), prezioso «capitale<br />

sociale» dell'impresa umana che non può essere<br />

di<strong>la</strong>pidato a danno delle future generazioni;<br />

c) politico-economica, per coordinare una crescita<br />

economica compatibile con i pesanti vincoli<br />

ambientali posti dal Global Change e con i doveri<br />

di solidarietà internazionale verso il Sud del mondo;<br />

d) culturale, perché gli sforzi delle nazioni e del<strong>la</strong><br />

comunità scientifica avranno un successo tanto<br />

maggiore quanto più alta sarà <strong>la</strong> possibilità da parte<br />

di tutti di capire <strong>la</strong> natura dei problemi e <strong>la</strong> volontà di<br />

intervenire nel proprio rapporto personale, familiare<br />

e comunitario con l'ambiente;<br />

e) etica, per dare robusto fondamento al<strong>la</strong> percezione<br />

etica collettiva e individuale delle responsabilità e dei<br />

doveri ambientali che gli uomini contraggono<br />

quando ricevono, insieme al dono del<strong>la</strong> vita, quello<br />

del mondo in cui si trovano ospitati. Un fondamento<br />

etico che, ricomponendo le parziali visioni di<br />

antropocentrismi ed ecocentrismi totalizzanti,<br />

sviluppi una concezione integrata tra l'uomo e tutti i<br />

frutti di una Creazione a lui riservata, ma a lui altresì<br />

legata da un comune destino di equilibrata<br />

evoluzione. E in cui l'uomo non pretenda di essere<br />

conquistatore, ma prudente custode di un mondo che<br />

va preservato nel<strong>la</strong> sua ricchezza, diversità e<br />

sostenibilità per i suoi figli e i figli dei suoi figli.<br />

Solo cosi si potrà stabilire quel<strong>la</strong> nuova alleanza tra<br />

uomo e natura che, fondata sul rispetto dell'habitat -<br />

fisico ed esistenziale - di ogni uomo e sull'armonizzazione<br />

dei tempi dello sviluppo con i tempi<br />

propri dei processi naturali, permetta di riconciliare<br />

l'uomo all'uomo e il tempo al tempo.<br />

Tratto da Aggiornamenti sociali, 1/2001, pp. 23-36<br />

27 Si ricordi <strong>la</strong> Gaudium et spes del Concilio Vaticano<br />

li: «Il fine ultimo e fondamentale di tale sviluppo non<br />

consiste nel solo aumento dei beni prodotti, né nel<br />

profitto o nel dominio, bensì nel servizio dell'uomo,<br />

dell'uomo integralmente considerato» (n. 64). Si<br />

vedano, nel riquadro al<strong>la</strong> pagina seguente, due brani di<br />

Giovanni Paolo II sul rispetto dell'ambiente. Si veda,<br />

inoltre, il documento pastorale del<strong>la</strong> CONFERENZA<br />

EPISCOPALE LOMBARDA, La <strong>questione</strong><br />

<strong>ambientale</strong>. Aspetti etico-religiosi, Centro Ambrosiano,<br />

Mi<strong>la</strong>no 1988.<br />

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