Abitare la terra: questione ambientale
Abitare la terra: questione ambientale
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Altri dati sono <strong>la</strong> raccolta differenziata dei<br />
rifiuti, control<strong>la</strong>ndo che si faccia<br />
adeguatamente.<br />
E non dimentichiamo il boicottaggio. Ci<br />
sono diverse proposte di prodotti da boicottare:<br />
esempio tipico è <strong>la</strong> Nestlé, che nel Terzo<br />
Mondo promuove, anche in modo fraudolento,<br />
il <strong>la</strong>tte in polvere; poi ci sono i giocattoli<br />
pericolosi, le grandi multinazionali del<strong>la</strong> frutta,<br />
le carni da allevamento provenienti dai pascoli<br />
creati con <strong>la</strong> deforestazione; in molti paesi c'è<br />
<strong>la</strong> schiavitù minorile. Così, compriamo a<br />
prezzo conveniente il bel tappeto orientale, che<br />
in realtà è annodato da bambini di 8-10 anni<br />
che <strong>la</strong>vorano 14 ore al giorno per 200 lire.<br />
Quindi bisogna boicottare attivamente dicendo<br />
perché si boicotta; e tutto questo richiede una<br />
forte capacità informativa, che è possibile<br />
soltanto attraverso un'ampia rete di<br />
informazione, che non può essere quel<strong>la</strong><br />
commerciale che vive sul<strong>la</strong> pubblicità.<br />
Ecco allora che cominciano a nascere una<br />
serie di riviste (Nuova Ecologia, Altro<br />
Consumo) dove si trovano confronti tra i vari<br />
prodotti. C'è il "commercio equo e solidale"<br />
con <strong>la</strong> trasparenza dei costi e <strong>la</strong> retribuzione<br />
equa del <strong>la</strong>voro tesa a creare l'autosostentamento<br />
delle cooperative nel Terzo<br />
Mondo.<br />
Questo è il quadro molto rapido del<br />
consumo. Il secondo ambito è quello del<br />
risparmio e del finanziamento consapevole, ed<br />
è legato al primo. Cito due o tre esempi. Uno<br />
sono le adozioni a distanza, che permettono di<br />
avere un finanziamento non gestito<br />
direttamente ma tuttavia personalizzato: non<br />
adotto il bambino, ma so che i soldi vanno per<br />
costruire <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> o i servizi igienici in un<br />
certo vil<strong>la</strong>ggio dove vive quel bambino. Nei<br />
progetti quindi si control<strong>la</strong>no dove vanno a<br />
finire i soldi e che cosa viene fatto in concreto.<br />
L'aspetto più rilevante è però quello del<br />
risparmio. Quando si mettono i soldi in banca<br />
o nei fondi di investimento, non si control<strong>la</strong><br />
più e non si vede niente, ed i soldi vengono<br />
spesi proprio per le cose che non vogliamo.<br />
Anche qui comincia ad esserci un circuito<br />
alternativo: le MAG, in partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> CTM che<br />
si appoggia al commercio equo e solidale, che<br />
agisce come una finanziaria. Si può diventare<br />
soci con una quota, e poi si apre un libretto di<br />
risparmio, da cui si riceve un interesse un<br />
pochino più basso dei CCT; questo però è<br />
auto-determinato: qualcuno non vuole niente,<br />
chi vuole il 4%, chi il 6% (massimo:. il 6,5%).<br />
Così si é soci e si control<strong>la</strong> come vengono<br />
utilizzati i finanziamenti: si sa esattamente<br />
cosa viene fatto con i soldi e se ne verifica l'<br />
impiego sociale.<br />
Se questo atteggiamento si estendesse,<br />
andremmo nel senso del consumatore<br />
consapevole: è l'etica che ci dice di rifiutare di<br />
essere dentro il sistema in modo complice. Nel<br />
momento in cui si sa che esiste l'alternativa, il<br />
non farlo diventa comunque una complicità.<br />
Però <strong>la</strong> MAG non riesce a svilupparsi<br />
perché non ha lo statuto di una banca e quindi<br />
non ha le garanzie del<strong>la</strong> Banca d'Italia, che<br />
copre eventuali rischi. Non si può allora<br />
chiedere ad una famiglia di mettere i suoi<br />
risparmi in una attività che rischia di fallire. In<br />
questo momento c'è quindi il tentativo di<br />
creare una "Banca etica", tipo <strong>la</strong> "Banca dei<br />
poveri" delle Chiese protestanti, che dovrebbe<br />
essere una vera e propria banca. Però i vincoli<br />
per fare una banca, cioè il sistema di garanzie,<br />
sono fortissimi; bisogna avere una raccolta di<br />
tanti miliardi e comunque ci sarebbero dei<br />
vincoli, perché una banca di questo genere, ad<br />
azionariato popo<strong>la</strong>re, per <strong>la</strong> legge italiana può<br />
agire solo localmente. Quindi non si può<br />
finanziare una cooperativa nel Terzo Mondo,<br />
perché si devono utilizzare i soldi su un<br />
territorio locale. Al<strong>la</strong> fine si è arrivati all'idea<br />
che <strong>la</strong> Banca d'Italia autorizzerebbe una Banca<br />
etica, ma con l'obbligo di agire a livello<br />
nazionale 1 .<br />
Sono convinto che tutti potrebbero<br />
cominciare quanto meno a leggere i "bi<strong>la</strong>nci di<br />
giustizia", tutti potrebbero cominciare a<br />
mettere 1 o 2 milioni nelle MAG, e in questo<br />
modo entrare nel giro e vedere cosa si finanzia.<br />
C'è quindi una serie di azioni individuali che<br />
potrebbero essere intraprese, rendendoci tutti<br />
consapevoli.<br />
1<br />
Aggiornamento (1996): si stanno oggi<br />
raccogliendo i fondi per costituir<strong>la</strong>.<br />
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