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Abitare la terra: questione ambientale

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in eredità ai posteri non una cosa in partico<strong>la</strong>re -<br />

tranne quel<strong>la</strong> rara eccezione di cui ho par<strong>la</strong>to -<br />

quanto piuttosto di dotar<strong>la</strong> di tutto ciò che è<br />

necessario per acquisire uno standard di vita<br />

buono almeno quanto il nostro attuale e di<br />

adoperarsi affinché possa beneficiarne anche <strong>la</strong><br />

generazione successiva. Non dobbiamo<br />

consumare il capitale dell'umanità, nel senso più<br />

ampio del termine (...)Tutto ciò può sembrare<br />

abbastanza scontato, ma non è . privo di<br />

interesse. Lo standard di vita che si potrà<br />

raggiungere in futuro dipende dal patrimonio<br />

dei fondi, in linea di massima da qualsiasi cosa<br />

possa limitare <strong>la</strong> capacità dell'economia nel<br />

creare benessere economico. Ivi comprese le<br />

fonti non rinnovabili, naturalmente, ma anche lo<br />

stock di impianti e di apparecchiature,<br />

l'inventario del<strong>la</strong> conoscenza tecnologica, e<br />

persino il livello generale di istruzione e l'offerta<br />

di competenze. Un percorso sostenibile per<br />

l'economia dunque non è necessariamente<br />

quello che conserva tutto. È quello che<br />

sostituisce tutto ciò che deriva dal<strong>la</strong> quantità<br />

ereditata di risorse naturali e di produzione, di<br />

risorse materiali e intellettuali. Ciò che importa<br />

non è <strong>la</strong> forma partico<strong>la</strong>re che assumerà <strong>la</strong> sostituzione,<br />

ma soltanto <strong>la</strong> sua capacità di produrre<br />

le cose di cui potranno godere i posteri (...) Ogni<br />

generazione eredita una riserva di capitale<br />

nell'accezione più ampia e totale del termine. A<br />

sua volta, ogni generazione decide di<br />

consumare, investire e svalutare. Trae<br />

godimento da questo consumo e <strong>la</strong>scia una<br />

riserva di capitale per <strong>la</strong> prossima generazione.<br />

Naturalmente, non sono le generazioni a<br />

decidere: chi decide sono le famiglie, le aziende,<br />

i governi. Però, se tutte queste decisioni<br />

dovessero sfociare in un ammontare consistente<br />

di consumo corrente, è chiaro che <strong>la</strong><br />

generazione successiva si ritroverebbe con una<br />

riserva di capitale iniziale inferiore a quel<strong>la</strong> di<br />

cui aveva potuto disporre <strong>la</strong> precedente. Vale a<br />

dire che il nuovo livello sostenibile di reddito è<br />

più basso del vecchio.<br />

La generazione del consumismo «usa e<br />

getta» non si è rive<strong>la</strong>ta all'altezza dell'etica del<strong>la</strong><br />

sostenibilità. Nel caso opposto, consideriamo<br />

una generazione che consuma molto poco e che<br />

<strong>la</strong>scia dietro di sé una riserva di capitale più<br />

ampia di quel<strong>la</strong> che ha ereditato. Quel<strong>la</strong><br />

generazione avrà alzato il livello sostenibile di<br />

reddito, e l'avrà fatto a scapito del suo stesso<br />

consumo. Ovviamente, è quello che ha fatto in<br />

.passato <strong>la</strong> maggior parte delle generazioni negli<br />

Stati Uniti. Che, altrettanto ovviamente, sono<br />

state aiutate dal progresso tecnologico in atto.<br />

Non ho tenuto conto di questo fattore, perché<br />

facilita estremamente le cose. Potrebbe con tutta<br />

probabilità rientrare in una riflessione teorica se<br />

supponiamo che esista una riserva di conoscenza<br />

tecnologica costruita dal<strong>la</strong> ricerca scientifica<br />

e ingegneristica e deprezzata dall'obsolescenza.<br />

Sappiamo così poco di quel processo che<br />

formalizzarlo appare piuttosto fuorviante. Ma <strong>la</strong><br />

<strong>questione</strong> è molto importante.<br />

L'interesse per <strong>la</strong> sostenibilità comporta una<br />

propensione a investire. Il che non significa<br />

investimenti überalles: significa investire quel<br />

tanto che basta per mantenere intatta l'ampia<br />

riserva. Non significa mantenere intatta <strong>la</strong><br />

riserva di ogni singo<strong>la</strong> cosa; scambi e sostituzioni<br />

non solo sono condizioni alle quali una forma<br />

di capitale dovrebbe essere scambiata con<br />

un'altra sono determinate da quei. prezzi rivisti -<br />

prezzi «ombra», li potremmo definire-che<br />

implicano una certa dose di specu<strong>la</strong>zione. Si<br />

deve specu<strong>la</strong>re; non si può evitarlo se si vuole<br />

risolvere il problema. Una specu<strong>la</strong>zione<br />

consigliata da una ricerca accurata è preferibile<br />

a una decisione presa avventatamente.<br />

Robert M. Solow<br />

II brano, qui pubblicato, dal titolo «Un<br />

patrimonio per migliorare il futuro», è tratto da<br />

«II capitale. Le nuove strade dello sviluppo sostenibile»,<br />

raccolta di saggi a cura di Antonio<br />

Ca<strong>la</strong>bro (ed. Il Sole 24 Ore, pp. 153, L. 29.000,<br />

euro 14,98). L'autore è premio Nobel per<br />

l'economia (1987). Tra le altre firme del libro,<br />

Gary S. Becker (Nobel per l'economia '92),<br />

Riccardo Muti, Mario Deaglio.<br />

Tratto da Corriere del<strong>la</strong> Sera, domenica 9<br />

dicembre 2001.<br />

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