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Abitare la terra: questione ambientale

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IL QUADRO<br />

AMBIENTALE IN<br />

ITALIA<br />

Nel 2000 lo stato delle risorse ambientali italiane ha<br />

registrato andamenti incerti, segna<strong>la</strong>ndo <strong>la</strong> crescente<br />

criticità del<strong>la</strong> situazione nei centri urbani. Sul piano<br />

politico, a inizio 2001 un risultato significativo è<br />

rappresentato dall'approvazione del<strong>la</strong> legge quadro<br />

sull'inquinamento elettromagnetico, <strong>la</strong> prima a livello<br />

europeo.<br />

ATMOSFERA<br />

Rimane critica <strong>la</strong> qualità dell'aria delle aree urbane,<br />

nonostante si sia registrata una riduzione dell'anidride<br />

solforosa, passata da 1.652.000 tonnel<strong>la</strong>te nel 1990 a<br />

1.035.000 nel 1997, secondo i dati segna<strong>la</strong>ti nel<strong>la</strong><br />

Re<strong>la</strong>zione sullo stato dell'ambiente (ministero<br />

dell'Ambiente, 2001).<br />

Il censimento "Ecosistema urbano 2000", realizzato<br />

da Legambiente sulle emissioni di ossidi di azoto in<br />

103 città, evidenzia che, se è migliorato il dato medio<br />

re<strong>la</strong>tivo al campione (pari a 48 microgrammi per metro<br />

cubo, contro i 53 del 1999), in 16 comuni <strong>la</strong> media<br />

annuale è superiore al valore di tolleranza massima di<br />

60 microgrammi previsto dal<strong>la</strong> direttiva comunitaria n.<br />

99/30. Il livello di al<strong>la</strong>rme di 30 microgrammi per<br />

metro cubo del monossido di carbonio è superato a<br />

Messina e Ragusa, mentre il massimo accettabile di<br />

qualità è superato in 22 comuni (contro i 31 del 1997).<br />

I dati sull'ozono del ministero dell'Ambiente<br />

evidenziano che cinque province italiane su 39 nel<br />

1998 hanno superato il livello di al<strong>la</strong>rme di 360<br />

microgrammi per metro cubo e 32 il livello di<br />

attenzione di 180 microgrammi. Le concentrazioni di<br />

polveri, pur rimanendo al di sotto dei valori limite per<br />

le medie giornaliere, si attestano in crescita a Mi<strong>la</strong>no,<br />

Genova e Torino.<br />

Nel 1998 le emissioni di anidride carbonica<br />

risultano superiori del 6,6% a quelle del 1990, mentre<br />

quelle di gas climalteranti sono cresciute del 2,4%<br />

rispetto al 1997 e del 5,4% rispetto al 1990. Secondo<br />

gli impegni italiani sottoscritti a Kyoto, le emissioni<br />

dovrebbero ridursi del 6,5% nel periodo 2008-2012<br />

rispetto ai livelli del 1990.<br />

INQUINAMENTO ACUSTICO<br />

Secondo il Rapporto Ambiente Italia 2001 di<br />

Legambiente, tra l'80% e il 95% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione è<br />

esposto a inquinamento acustico superiore al<strong>la</strong> soglia<br />

stabilita per le aree a elevata concentrazione, mentre<br />

quasi il 100% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione vive, giorno e notte, in<br />

aree nelle quali si supera <strong>la</strong> soglia per le sole aree<br />

residenziali.<br />

In base al monitoraggio di 10 città italiane<br />

realizzato nel periodo 1996-1999, <strong>la</strong> maggior parte<br />

del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di alcuni comuni (Pisa e Livorno)<br />

risulta esposta ad alti livelli di rumore di giorno (oltre<br />

65 decibel) e di notte (oltre 55). In altre città (Firenze)<br />

<strong>la</strong> situazione è critica nel periodo notturno, in quanto<br />

tutta <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione risulta esposta a livelli superiori a<br />

55 decibel.<br />

Ancora scarsa, secondo i dati dell'Osservatorio<br />

<strong>ambientale</strong> dell'ISTAT, l'attenzione delle<br />

amministrazioni locali verso il problema: a inizio 2000<br />

solo cinque comuni sui 22 presi in esame avevano<br />

approvato <strong>la</strong> zonizzazione acustica (c<strong>la</strong>ssificazione del<br />

territorio comunale in sei c<strong>la</strong>ssi in base ai livelli di<br />

rumore), mentre altri 16 avevano avviato i <strong>la</strong>vori per il<br />

risanamento.<br />

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO<br />

Il 14 febbraio 2001 <strong>la</strong> Camera approva <strong>la</strong> legge<br />

quadro sul<strong>la</strong> protezione dalle esposizioni a campi<br />

elettrici, magnetici ed elettromagnetici con frequenze<br />

comprese tra zero Hertz e 300 GHz (Legge 22 febbraio<br />

2001 n. 36, pubblicata sul<strong>la</strong> "Gazzetta Ufficiale" n. 55<br />

del 7 marzo 2001). Finalità del<strong>la</strong> legge, <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong><br />

salute dei <strong>la</strong>voratori e del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione,. <strong>la</strong><br />

promozione del<strong>la</strong> ricerca scientifica per <strong>la</strong> valutazione<br />

degli effetti, <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dell'ambiente e del paesaggio. Il<br />

testo prevede, entro 60 giorni dall'approvazione del<strong>la</strong><br />

legge, <strong>la</strong> definizione di tre criteri di tute<strong>la</strong>: i limiti di<br />

esposizione per evitare effetti acuti e immediati sul<strong>la</strong><br />

salute; i valori di attenzione da rispettare nei luoghi<br />

dove è prevista una permanenza superiore a quattro ore<br />

(uffici, scuole, abitazioni); gli obiettivi di qualità da<br />

mantenere per applicare il principio precauzionale. Il<br />

superamento dei limiti di esposizione e dei valori di<br />

attenzione è punito con una sanzione amministrativa da<br />

due a 600 milioni di lire, raddoppiata in caso di<br />

recidiva, mentre <strong>la</strong> vio<strong>la</strong>zione delle misure di tute<strong>la</strong><br />

<strong>ambientale</strong> e paesaggistica nel<strong>la</strong> costruzione di nuovi<br />

elettrodotti comporta sanzioni da due a 200 milioni di<br />

lire. Per chi non rispetta <strong>la</strong> legge, si prevede il rischio<br />

di sospensione del<strong>la</strong> licenza e dell'autorizzazione per<br />

l'instal<strong>la</strong>zione degli impianti o <strong>la</strong> sua revoca definitiva.<br />

Il testo prevede inoltre: etichette sugli elettrodomestici<br />

con informazioni di sicurezza rivolte ai consumatori; il<br />

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