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Abitare la terra: questione ambientale

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trasporti viene segna<strong>la</strong>to come <strong>la</strong> fonte delle emissioni<br />

di carbonio in più rapida crescita: quelle legate al<br />

traffico stradale sono passate dal 58% sulle emissioni<br />

totali nel 1990 al 73% nel 1997. Nel 1998 gli Stati<br />

Uniti hanno emesso 5.410 milioni di tonnel<strong>la</strong>te di<br />

biossido di carbonio (+11,7% rispetto al 1990),<br />

l'Unione europea 3.327 milioni (+0,2%), l'Asia 2.466<br />

(+50%), l'America <strong>la</strong>tina 1.222 (+32,5%), il Giappone<br />

1.128 (+7,6%), l'Africa 790 (+21,7%), <strong>la</strong> Cina 2.389<br />

(+21,1%), <strong>la</strong> Russia 1.415 (-38,5%).<br />

Il Rapporto Climate Change 2001: Impacts,<br />

Adaptation and Vulnerability del Comitato<br />

intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC)<br />

dell'ONU, presentato nel febbraio 2001 a Ginevra, ha<br />

evidenziato che il progressivo scioglimento dei ghiacci<br />

po<strong>la</strong>ri (<strong>la</strong> calotta artica si è ridotta del 42%) è destinato<br />

ad accrescere il livello dei mari, mettendo a rischio le<br />

piccole isole del Pacifico e le decine di milioni di<br />

abitanti delle aree tropicali e subtropicali. In pericolo<br />

anche il sistema idrico alimentato dalle nevi perenni<br />

dell'Hima<strong>la</strong>ya che serve 500 milioni di persone.<br />

Secondo l'IPCC, il tasso di aumento del<strong>la</strong><br />

concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera è<br />

stato di circa lo 0,4% annuo negli ultimi due decenni e<br />

per scongiurare l'aumento delle temperature <strong>la</strong> riduzioni<br />

dei gas dovrà arrivare al 70%. Il fenomeno<br />

dell'aumento delle temperature sarà notevole<br />

soprattutto nelle regioni settentrionali del Nordamerica<br />

e dell'Asia del Nord e del Centro, con valori superiori<br />

al 40% del riscaldamento medio.<br />

CALAMITÀ INNATURALI<br />

Sono aumentati gli eventi estremi legati ai<br />

mutamenti climatici. Nel corso del XX secolo, secondo<br />

il Rapporto 2001 del Worldwatch Institute, più di 10<br />

milioni di persone hanno perso <strong>la</strong> vita a causa di<br />

alluvioni, maremoti, tempeste e vulcani: dalle 20<br />

catastrofi segna<strong>la</strong>te negli anni Cinquanta si è passati a<br />

86 negli anni Novanta. Nel biennio 1998-1999 si sono<br />

calco<strong>la</strong>ti 120.000 morti e milioni di senza casa, <strong>la</strong><br />

maggior parte in India e America <strong>la</strong>tina. In tutto il<br />

pianeta, nel periodo 1985-1999 le alluvioni hanno<br />

causato circa un terzo del totale delle perdite<br />

economiche complessive e 49% dei 560.776 morti<br />

(contro il 30% dovuto a terremoti ed eruzioni<br />

vulcaniche e il 15% a uragani), nonché il 70% dei<br />

senza casa. Tra le regioni del mondo più colpite, l'Asia<br />

(45%), il Nord America (33%) e l'Europa (12%),<br />

seguite da Caraibi (3%), Oceania e Centro America<br />

(2%) e Africa (1%). Entro il 2080 il numero delle<br />

persone a rischio di alluvione decuplicherà.<br />

La Banca mondiale calco<strong>la</strong> che per ogni dol<strong>la</strong>ro<br />

investito in misure di salvaguardia si potrebbero<br />

risparmiare sette dol<strong>la</strong>ri in danni. Negli ultimi 10 anni,<br />

secondo il Worldwatch Institute, i disastri hanno<br />

prodotto danni per 608 miliardi di dol<strong>la</strong>ri, una cifra<br />

superiore a quel<strong>la</strong> dei precedenti 40 anni.<br />

DEFORESTAZIONE<br />

Il Rapporto State of the World's Forest 2001 del<strong>la</strong><br />

FAO segna<strong>la</strong> una perdita di nove milioni di ettari di<br />

foresta per anno, pari al 20% in meno rispetto al dato<br />

precedente del 1995. Le foreste stanno scomparendo<br />

più rapidamente in Africa e in America <strong>la</strong>tina, mentre<br />

in Asia <strong>la</strong> riduzione è compensata da nuove<br />

piantagioni. Al contrario, in Europa e in Nordamerica<br />

l'area delle foreste è in aumento. A livello mondiale, i<br />

6.000 metri quadrati di foresta a disposizione di ogni<br />

persona si stanno riducendo di 12 metri quadrati<br />

all'anno.<br />

Nell'Unione europea, secondo il Rapporto<br />

EUROSTAT del 2000 Forêts et environnement, <strong>la</strong><br />

superficie boschiva copre più del 40% del territorio,<br />

zone agricole incluse. In partico<strong>la</strong>re, il 22,2% del<br />

patrimonio boschivo europeo si trova in Svezia, il<br />

19,1% in Spagna, il 16,7% in Fin<strong>la</strong>ndia, l'8% in Italia,<br />

il 7,9% in Germania. In tutti i 15 Stati membri dell'UE i<br />

dati re<strong>la</strong>tivi agli abbattimenti risultano inferiori a quelli<br />

re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> crescita delle foreste. Tra il 1990 e il 1999<br />

l'aumento del<strong>la</strong> superficie boschiva ha permesso di<br />

fissare il 14% di biossido di carbonio emesso<br />

nell'Unione. Nel legno abbattuto e utilizzato per le<br />

costruzioni viene stoccato il 3% del biossido di<br />

carbonio dell'Europa.<br />

PRESSIONE DEMOGRAFICA<br />

Il Rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per <strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione (UNFPA), State of the World Popu<strong>la</strong>tion<br />

2000, calco<strong>la</strong> <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione mondiale in 6.055 milioni<br />

di persone e in 7.823 milioni quel<strong>la</strong> prevista per il<br />

2025. La crescita media del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione mondiale<br />

registrata dal 1995 al 2000 è dell'1,3%.<br />

Secondo il World Popu<strong>la</strong>tion Prospects: The 2000<br />

Revision realizzato, dall'ONU, nei prossimi 50 anni <strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione delle zone più sviluppate del mondo non<br />

registrerà variazioni significative rispetto ai 1,2<br />

miliardi del 2000, ma diminuirà verso il 2050 in 39<br />

Paesi tra cui il Giappone e <strong>la</strong> Germania (-14%), l'Italia<br />

e l'Ungheria (-25%), <strong>la</strong> Federazione Russa, <strong>la</strong> Georgia,<br />

l'Ucraina (da -28% a -40%). Al contrario, si prevede<br />

che <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione dei 48 Paesi c<strong>la</strong>ssificati come meno<br />

sviluppati triplichi dal 2000 al 2050, passando da 658<br />

milioni a 1,8 miliardi. Entro il 2050 l'attesa di vita nelle<br />

zone meno sviluppate sarà di 75 anni, aumentando<br />

rispetto agli attuali 63 anni, e avvicinandosi a quel<strong>la</strong><br />

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