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Abitare la terra: questione ambientale

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carbonica ed acqua. L'ossigeno necessario per il processo può essere immesso direttamente in vasca,<br />

sotto forma di aria od ossigeno puro, attraverso opportuni diffusori, o fatto pervenire al liquido per<br />

scambio diretto, sempre con aria od ossigeno puro, attraverso l'uso di apparecchiature (turbine di<br />

superficie) che mettono continuamente in contatto una massa d'acqua in movimento con l'aria o<br />

l'ossigeno puro (in quest'ultimo caso le vasche sono coperte e a tenuta di gas).<br />

OSSIDI DI AZOTO (NO X ) Gli ossidi di azoto sono composti ossigenati dell'azoto allo stato gassoso.<br />

L'ossido NO si forma per reazione secondaria in tutte le combustioni ad alta temperatura in presenza di<br />

ossigeno: esso si trasforma successivamente in NO (l'ossido più aggressivo) per ossidazione e in N O<br />

che, assorbito dall'umidità atmosferica, diventa acido nitrico. Gli ossidi di azoto possono agire sulle<br />

vie aeree sinergicamente con altri gas e partecipano come "precursori" al<strong>la</strong> formazione degli ossidanti<br />

fotochimici (ozono, perossidi organici). Sono, dopo l'anidride solforosa, i più diffusi e aggressivi<br />

inquinanti atmosferici e con questa danno luogo alle cosiddette "piogge acide".<br />

OSSIDI DI ZOLFO (SO X ) Le emissioni di ossidi di zolfo, costituite principalmente da anidride<br />

solforosa sono dovute prevalentemente all'uso di combustibili solidi e liquidi e sono corre<strong>la</strong>te al<br />

contenuto di zolfo di questi ultimi. Gli ossidi di zolfo sono tipici inquinanti delle aree urbane e<br />

industriali, ove l'elevata intensità degli insediamenti ne favorisce l'accumulo, soprattutto in condizioni<br />

meteorologiche sfavorevoli. Le situazioni più gravi si presentano nei periodi invernali quando, alle<br />

altre fonti di emissione, si aggiunge il riscaldamento domestico. Danno luogo alle cosiddette "piogge<br />

acide".<br />

PIOGGE ACIDE Piogge contenenti alti livelli di biossido di zolfo, che provocano un danno<br />

<strong>ambientale</strong>, alle foreste e alle colture agricole, di lunga durata.<br />

POLVERI (SOSPESE) Le polveri sospese (o partico<strong>la</strong>to fine) sono costituite da particelle di<br />

dimensioni talmente ridotte (molto meno di un millesimo di millimetro) da rimanere, anche per molto<br />

tempo, in sospensione in aria, prima di depositarsi al suolo. La composizione del partico<strong>la</strong>to é molto<br />

varia (ad esempio, idrocarburi incombusti da motori diesel, idrocarburi pesanti parzialmente ossidati,<br />

metalli pesanti da impianti di combustione, ceneri vulcaniche, polveri, ecc.). La pericolosità del<br />

partico<strong>la</strong>to é in funzione del<strong>la</strong> sua composizione (sostanze dannose eventualmente presenti) e delle<br />

dimensioni medie delle particelle che, se inferiori a 10 micron (1 micron = un millesimo di mm),<br />

possono superare le vie aeree superiori arrivando agli alveoli polmonari. Per <strong>la</strong> loro specificità<br />

chimica, il gas naturale e il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) non producono, in pratica, partico<strong>la</strong>to in<br />

combustione, con un significativo vantaggio per quanto riguarda l'impatto <strong>ambientale</strong>.<br />

RECUPERO DI MATERIA /RICICLAGGIO Le operazioni di recupero consentono di valorizzare<br />

e riutilizzare come “materie prime secondarie” scarti di produzione o di consumo (es. p<strong>la</strong>stica, vetro,<br />

carta, metalli ecc.). In partico<strong>la</strong>re si distingue:<br />

- il riutilizzo consente l’utilizzo del materiale di scarto (rifiuto) nello stesso ciclo di<br />

produzione o di consumo originario;<br />

- il ricic<strong>la</strong>ggio consente l’utilizzo dei materiali di scarto (rifiuti) in un ciclo produttivo o di<br />

consumo diverso da quello originario.<br />

RECUPERO ENERGETICO Utilizzazione dell'energia termica liberata in un processo di<br />

combustione di rifiuti, per <strong>la</strong> produzione di vapore da cedere a terzi o da sfruttare in un ciclo termico,<br />

per <strong>la</strong> produzione di energia elettrica.<br />

RIFIUTI Ai sensi del D.Lgs 22/97, si definisce un rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto, di cui il<br />

detentore si disfi, o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. La qualificazione di una sostanza come<br />

rifiuto è condizionata essenzialmente dal comportamento del produttore e quindi se questo si disfi o<br />

abbia intenzione di disfarsi o abbia l'obbligo disfarsi. Il termine di disfarsi si riferisce al<strong>la</strong> destinazione<br />

di un materiale ad attività di smaltimento o di trattamento (es. recupero) per ottenere una materia<br />

prima secondaria o un prodotto. La qualificazione di una sostanza come rifiuto emerge in sostanza dal<br />

fatto che essa sia avviata ad una operazione di recupero o di smaltimento come indicate negli allegati<br />

B e C del D. Lgs 22/97.<br />

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