Abitare la terra: questione ambientale
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Appunti sul parto e sul primario rapporto madre-bambino come spunto per una riflessione sull’affettività<br />
PROCESSI NATURALI E VOLONTÀ UMANA: IL CASO<br />
EMBLEMATICO DEL PARTO<br />
di Giuliana Mieli<br />
Quando una donna resta gravida come<br />
risultato di un atto volontario, parte un<br />
processo naturale di accrescimento e sviluppo<br />
cellu<strong>la</strong>re sottratto al<strong>la</strong> volontà del<strong>la</strong> coppia. La<br />
natura agisce autonomamente nell'organizzazione<br />
del<strong>la</strong> materia/energia che è il bambino:<br />
ciò è importante per cogliere fin dall'inizio<br />
l'autonomia, originalità e capacità potenziale<br />
del bambino. La cura materna non si rivolge a<br />
un incapace, ma a una forma di energia ancora<br />
altamente potenziale che va aiutata a<br />
esprimersi.<br />
Prendiamo in considerazione una<br />
gravidanza fisiologica e quanto in essa accade.<br />
(Sappiamo per certo che il processo fisiologico<br />
del<strong>la</strong> gravidanza può essere disturbato da una<br />
conflittualità materna inconscia sul progetto:<br />
abbiamo prove cliniche dell'influenza negativa<br />
che su di esso può esercitare <strong>la</strong> presenza di<br />
emozioni materne intense quali ansietà, senso<br />
di inadeguatezza, traumi infantili mai<br />
e<strong>la</strong>borati).<br />
La natura provvede autonomamente allo<br />
sviluppo del bambino: il corpo materno offre<br />
l'ambiente adatto perchè questo accada. Ma é<br />
l'utero materno che prende <strong>la</strong> forma del<br />
bambino, non il contrario: il contenitore<br />
materno si espande secondo lo sviluppo del<br />
feto, già perfetta immagine dell'amore materno<br />
che asseconda e rispetta <strong>la</strong> natura del bambino,<br />
non solo quel<strong>la</strong> corporea, ma anche quel<strong>la</strong><br />
affettiva, pur contenendo in limiti entro cui il<br />
piccolo si sente protetto.<br />
In questa fase, l'unica cosa che <strong>la</strong> donna può<br />
volontariamente fare è capire e partecipare a<br />
quanto le accade e adeguarvisi. Mi viene in<br />
mente l'antico invito taoista a cavalcare <strong>la</strong><br />
natura: model<strong>la</strong>rsi seguendo ciò che <strong>la</strong> natura<br />
propone Capire permette di armonizzarsi con<br />
<strong>la</strong> natura e con i suoi scopi. La donna subisce<br />
una modificazione corporea e ad un tempo<br />
ormonale.<br />
30<br />
La differenza nel<strong>la</strong> distribuzione degli<br />
ormoni e <strong>la</strong> presenza o meno del<strong>la</strong> ciclicità fa<br />
gran parte del<strong>la</strong> differenza fra maschio e<br />
femmina: <strong>la</strong> carica ormonale costante rende <strong>la</strong><br />
figura maschile meno soggetta alle emozioni,<br />
più adatta, secondo il disegno naturale, anche<br />
per una diversa struttura corporea e musco<strong>la</strong>re,<br />
a misurarsi con le asprezze e le difficoltà del<strong>la</strong><br />
vita, preparata a difendere <strong>la</strong> donna e <strong>la</strong> prole;<br />
più ciclica, meno costante, più attenta e<br />
sensibile, <strong>la</strong> figura femminile deputata ad<br />
accogliere e comprendere le espressioni più<br />
affettive del piccolo umano. La donna, nel<strong>la</strong><br />
pubertà, nel<strong>la</strong> gravidanza, nel<strong>la</strong> menopausa<br />
vive intense ripercussioni emotive conseguenti<br />
alle modificazioni ormonali perché patisce<br />
fisicamente <strong>la</strong> trasformazione delle sue età.<br />
In partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> gravidanza se <strong>la</strong><br />
modificazione ormonale <strong>la</strong>vora fisicamente<br />
al<strong>la</strong> formazione di un ambiente adatto<br />
all'impianto dell'uovo in utero e al<strong>la</strong> sua<br />
crescita, affettivamente rende <strong>la</strong> donna<br />
fortemente più emotiva; el<strong>la</strong> sente in maniera<br />
molto più marcata: è più sensibile, più facile al<br />
pianto, al<strong>la</strong> commozione, allo spavento, al<strong>la</strong><br />
rabbia. Ciò è finalizzato a far sì che <strong>la</strong> madre<br />
veda il mondo con gli occhi, meglio con <strong>la</strong><br />
sensibilità del bambino: per lui infatti tutto ciò<br />
che accade è emotivamente di<strong>la</strong>tato perché è<br />
sconosciuto, non ancora esplorato<br />
dall'esperienza. Questo garantisce che <strong>la</strong><br />
donna, quando è gravida e poi partorisce e poi<br />
nutre il suo bambino possa intuire<br />
immediatamente i suoi bisogni attraverso una<br />
identificazione e un agire quasi animale, in<br />
qualsiasi <strong>la</strong>titudine el<strong>la</strong> si trovi, a qualsiasi<br />
cultura o ceto sociale appartenga. È come se <strong>la</strong><br />
donna tornasse a essere <strong>la</strong> bambina che è stata,<br />
in una parte di sé: questo spiega anche perché<br />
nel periodo del<strong>la</strong> gravidanza e del puerperio è<br />
così facile che una donna possa vivere disturbi<br />
emotivi più o meno gravi che sempre