Abitare la terra: questione ambientale
Abitare la terra: questione ambientale
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comprensione delle dimensioni multiple del<strong>la</strong><br />
responsabilità umana.<br />
Però <strong>la</strong> definizione è monca perchè non<br />
precisa anche <strong>la</strong> dimensione sociale. I "bisogni"<br />
sono socialmente (ed eticamente) neutri? La<br />
nozione "generazioni future" è socialmente (ed<br />
eticamente) neutra? Quali bisogni vanno<br />
soddisfatti? I bisogni di chi?<br />
L'ambiguità del<strong>la</strong> definizione ha permesso di<br />
rendere questa definizione popo<strong>la</strong>re e<br />
accettabile nei "circoli del privilegio del potere".<br />
Però non ci sarà sostenibilità senza imporre<br />
limiti al<strong>la</strong> ricchezza, in altre parole non ci sarà<br />
giustizia intergenerazionale se non c'e' anche<br />
giustizia intra-generazionale.<br />
IL NUOVO COLORE DELLA<br />
GIUSTIZIA<br />
L'idea di sviluppo come strada al<strong>la</strong> giustizia<br />
ha affascinato tutti in questo dopoguerra. Si<br />
pensi per esempio al<strong>la</strong> posizione degli ultimi<br />
papi.<br />
Il fascino di questa idea poggia però su una<br />
ipotesi falsa: l'ipotesi è che <strong>la</strong> torta possa sempre<br />
ingrandirsi e che sempre più persone possano<br />
mangiarne.<br />
Può capitare che <strong>la</strong> torta non possa più<br />
crescere. È quello che globalmente accade. E<br />
può capitare che le regole del<strong>la</strong> ripartizione<br />
siano di tipo oligarchico. Il nostro sviluppo e'<br />
stato di fatto uno sviluppo oligarchico.<br />
L'idea "sviluppista del<strong>la</strong> giustizia" ha messo<br />
nell'ottica del<strong>la</strong> giustizia i "poveri". I poveri<br />
vanno aiutati, arricchiti.<br />
Una idea di giustizia più pertinente dovrebbe<br />
mettere a fuoco "i ricchi". Se osserviamo bene,<br />
<strong>la</strong> tradizione religiosa e biblica mette nell'ottica<br />
del<strong>la</strong> giustizia "i ricchi", si propone di<br />
trasformare i ricchi, piuttosto che trasformare i<br />
poveri. Il nuovo colore del<strong>la</strong> giustizia dev'essere<br />
"toglier di meno" non "dare di più".<br />
VERSO UN BENESSERE CAPACE<br />
DI GIUSTIZIA<br />
Il filo rosso che ha guidato lo studio<br />
"Germania Sostenibile" del Wuppertal Institut -<br />
(vedi per esempio il volume: Wuppertal Institut,<br />
Futuro sostenibile. Riconversione ecologica<br />
Nord-Sud e nuovi stili di vita, Ed. EMI ) - è<br />
questa idea di giustizia e di sostenibilità basata<br />
sul<strong>la</strong> giustizia.<br />
Lo studio cerca di vedere a quali condizioni<br />
è possibile delineare una Germania capace di<br />
convivere con tutte le altre parti del mondo in<br />
modo veramente amichevole, cioè utilizzando<br />
un volume globale di risorse naturali pari a<br />
Seguendo queste due strade però al<strong>la</strong> fine sarà<br />
possibile arrivare a un benessere capace<br />
anche di giustizia.<br />
quello che può venire dal suo territorio (il<br />
suo spazio <strong>ambientale</strong>), senza ridurre il livello<br />
di benessere.<br />
Questo studio arriva a una formu<strong>la</strong> magica:<br />
una società industriale di tipo europeo si<br />
dovrebbe nel giro di 50 anni ridurre l'uso di<br />
risorse di un fattore 10, per arrivare a un<br />
equilibrio giusto tra il dare e l'avere con le altre<br />
aree del mondo.<br />
È pensabile questa riduzione ? La risposta è<br />
positiva se si accettano di seguire<br />
congiuntamente due strade.<br />
La prima strada comporta una rivoluzione<br />
tecnologica, ma anche economica e<br />
organizzativa. Il nostro modello di sviluppo ha<br />
dato per scontata <strong>la</strong> generosità del<strong>la</strong> natura e si è<br />
concentrato sull'aumento del<strong>la</strong> produttività del<br />
<strong>la</strong>voro. D'ora in poi bisogna pensare più al<strong>la</strong><br />
produttività delle risorse naturali che al<strong>la</strong><br />
produttività del <strong>la</strong>voro. Con benefici effetti<br />
anche sul problema del<strong>la</strong> disoccupazione.<br />
La seconda strada è <strong>la</strong> introduzione nel<br />
modello di sviluppo del criterio di "sufficienza".<br />
Si tratta di riordinare i bisogni e le aspirazioni<br />
secondo <strong>la</strong> loro gerarchica connessione. Tutti<br />
siamo d'accordo, per esempio, che <strong>la</strong> ricchezza<br />
di tempo farà parte di qualsiasi concezione del<strong>la</strong><br />
vita buona. Se però guardiamo l'andamento<br />
delle nostre società ricche, aumenta<br />
continuamente <strong>la</strong> ricchezza di beni e si riduce<br />
sempre di più <strong>la</strong> ricchezza di tempo. Questa<br />
seconda strada comporta un profondo<br />
cambiamento culturale.<br />
Seguendo queste due strade però al<strong>la</strong> fine<br />
sarà possibile arrivare a un benessere capace<br />
anche di giustizia.<br />
Sintesi dell’intervento al convegno Pensare<br />
politicamente l’ambiente: lo sviluppo<br />
sostenibile, organizzato a Mi<strong>la</strong>no il 22 maggio<br />
1999 da Città dell’uomo e Associazione<br />
culturale Giuseppe Lazzati.<br />
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