01.12.2014 Views

Abitare la terra: questione ambientale

Abitare la terra: questione ambientale

Abitare la terra: questione ambientale

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

i ricchi valgono più dei poveri. Si può<br />

fotografare il reddito atteso: se uno muore<br />

dieci anni prima del<strong>la</strong> data attesa, una delle<br />

tecniche tipiche è quel<strong>la</strong> di prendere i dieci<br />

anni di reddito persi; quindi chi ha un reddito<br />

alto vale più di chi ne ha uno basso. Sono state<br />

fatte delle statistiche, per esempio negli USA,<br />

da cui si scopre che le donne valgono molto<br />

meno degli uomini, perché c'è una<br />

discriminazione e uno squilibrio nei redditi. Se<br />

dividiamo tra bianchi e neri, si trova che i<br />

primi valgono di più. Si trova ancora che un<br />

uomo vale il suo massimo tra i 30-35 anni, una<br />

donna quando ne ha 20-25, e un bambino vale<br />

molto poco, perché ha davanti <strong>la</strong> stessa vita<br />

<strong>la</strong>vorativa dell'uomo di 35 anni, ma anche 20<br />

anni in cui non guadagna niente, quindi col<br />

tasso di sconto (i guadagni più lontani valgono<br />

meno) viene molto abbattuto il suo valore. Poi<br />

con questo cinismo <strong>la</strong> bisnonna di 85 anni,<br />

magari non di pura razza bianca, non vale<br />

niente. (E si sono fermati a 85 anni, perché se<br />

andavano avanti, trovavano valori negativi, e<br />

magari dicevano che andava ammazzata<br />

essendo un peso per <strong>la</strong> società).<br />

Le assicurazioni <strong>la</strong>vorano così; ma mentre<br />

loro lo fanno a posteriori, basare le decisioni<br />

politiche su un calcolo del genere vorrebbe<br />

dire che, se dobbiamo fare un inceneritore, lo<br />

mettiamo di fianco a un asilo infantile oppure a<br />

un ospizio di vecchi, in un'area povera. Quale<br />

potere politico accetterà di dirvi che si fa così?<br />

In realtà lo si fa, ma non lo si riconosce e non<br />

lo si dichiara.<br />

Il secondo aspetto negativo del calcolo<br />

benefici-costi è l'occultamento del conflitto:<br />

non si vede più <strong>la</strong> distribuzione dei danni e dei<br />

benefici. Faccio l'esempio del<br />

teleriscaldamento di Mi<strong>la</strong>no. Qui c'è un<br />

altissimo grado di inquinamento atmosferico<br />

dovuto in gran parte alle caldaie domestiche;<br />

allora un progetto geniale è quello del<br />

teleriscaldamento: con le nuove tecnologie si<br />

fa una centrale elettrica lontano, nel basso<br />

lodigiano, e si convoglia nelle case l'acqua<br />

calda. Già a Brescia funziona così. Il vantaggio<br />

è enorme, perché si abbatte fortemente l'inquinamento.<br />

Ma esiste un danno? Si, perché <strong>la</strong><br />

centrale elettrica inquina, ma dove c'è meno<br />

gente, e più povera; comunque il danno è<br />

ampiamente superato dal beneficio che si ha a<br />

Mi<strong>la</strong>no. Gli abitanti del<strong>la</strong> zona però non<br />

vogliono <strong>la</strong> centrale, così che gran parte delle<br />

opere vengono iniziate e poi fermate. Dal<br />

momento che il metodo decisionale non<br />

gestisce il conflitto, non capisce che cosa fare<br />

in base al<strong>la</strong> conoscenza non solo del territorio,<br />

ma anche degli interessi in gioco.<br />

Per superare questi difetti del vecchio<br />

metodo, legato al PIL, che considera il<br />

beneficio complessivo netto e monetarizzato,<br />

<strong>la</strong> CEE ha introdotto obbligatoriamente <strong>la</strong><br />

procedura di valutazione di impatto <strong>ambientale</strong><br />

(VIA), secondo cui bisogna avere un processo<br />

decisionale molto più artico<strong>la</strong>to e serio, nel<br />

quale è prevista esplicitamente <strong>la</strong><br />

partecipazione di tutte le parti interessate. La<br />

VIA ha portato alcune innovazioni rispetto<br />

all'analisi costi-benefici, e <strong>la</strong> principale è<br />

proprio quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> partecipazione, cioè del<br />

fatto che gruppi sociali che sono interessati ai<br />

progetti entrano nel processo decisionale per<br />

ricercare tutte le possibili alternative, le<br />

possibili misure di mitigazione o di<br />

compensazione degli effetti negativi. Insomma,<br />

un processo che non si svolge unicamente a<br />

tavolino ma è il risultato di una partecipazione<br />

sociale.<br />

Se dicessi che tutto questo è applicato, direi<br />

una menzogna, perché l'interpretazione di<br />

paesi come l'Italia è in sostanza quel<strong>la</strong> molto<br />

burocratica di fare <strong>la</strong> valutazione di impatto<br />

<strong>ambientale</strong> formalmente e nel modo più<br />

indolore possibile.<br />

Esiste un elemento di debolezza nel<br />

decidere queste grandi opere, ed è il vincolo<br />

amministrativo, cioè il fatto che l'opera viene<br />

gestita dal<strong>la</strong> Regione o dallo Stato, e quando<br />

l'Ente che decide è locale tende a considerare<br />

gli effetti soltanto sul proprio territorio senza<br />

guardare ciò che succede fuori. Cito il caso di<br />

Mi<strong>la</strong>no, che è una delle pochissime grandi città<br />

del mondo sviluppato che non ha un<br />

depuratore, perciò butta i liquami nel Po e poi<br />

nell'Adriatica, con problemi di eutrofizzazione<br />

ed inquinamenti vari. Come è possibile che<br />

accada questo? Siccome chi deve decidere è il<br />

Comune, o al massimo <strong>la</strong> Provincia o <strong>la</strong><br />

Regione, il depuratore è difficilissimo da<br />

localizzare sul territorio, perché ha un impatto<br />

fortemente inquinante. Allora sul territorio<br />

lombardo, che ha un'alta densità abitativa, è<br />

20

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!