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Abitare la terra: questione ambientale

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COME SARÀ L'AMBIENTE DI<br />

MILANO NEL 2000?<br />

Dall'insieme dei dati presentati emerge una<br />

immagine dell'ambiente di Mi<strong>la</strong>no, inteso come<br />

spazio di vita quotidiana, preoccupante. La cosa<br />

non deve sorprendere. Abbiamo accennato<br />

all'inizio al deficit <strong>ambientale</strong> costitutivo di questa<br />

metropoli. Sul tessuto difficile iniziale, <strong>la</strong><br />

urbanizzazione dirompente del dopoguerra ha<br />

accumu<strong>la</strong>to problemi su problemi. Problemi, a dir<br />

<strong>la</strong> verità, comuni a tutte le grandi città europee, ma<br />

che a Mi<strong>la</strong>no sembrano avere caratteristiche più<br />

critiche. Questi problemi riguardano<br />

l'inquinamento dell'aria, il rumore, <strong>la</strong> fruibilità<br />

dello spazio, ma anche <strong>la</strong> depurazione delle acque<br />

(di cui non abbiamo par<strong>la</strong>to volutamente, dato il<br />

pesante contenzioso politico e giudiziario che<br />

circonda il fatto del<strong>la</strong> mancanza a Mi<strong>la</strong>no di<br />

impianti di depurazione degli scarichi fognari),<br />

l'incremento lento ma costante del<strong>la</strong> produzione di<br />

rifiuti urbani, lo sviluppo quasi ingestibile del<strong>la</strong><br />

mobilità.<br />

La re<strong>la</strong>tiva "debolezza <strong>ambientale</strong>" di Mi<strong>la</strong>no ha<br />

trovato recentemente una misura in un punteggio<br />

assegnato dall'Istituto di Ricerche Ambiente Italia,<br />

nello studio "Ecosistema Urbano 2000", a 103<br />

capoluoghi di provincia italiani (Legambiente,<br />

2000). Mi<strong>la</strong>no viene c<strong>la</strong>ssificata 74esima tra le città<br />

italiane, preceduta da metropoli per estensione e<br />

popo<strong>la</strong>zione comparabili come Roma (22esima) e<br />

Napoli (70esima). A prescindere dalle valutazioni<br />

metodologiche che si possono fare su questo tipo di<br />

studio, peraltro condotto con grande rigore, i<br />

risultati mettono comunque in luce <strong>la</strong> fragilità<br />

<strong>ambientale</strong> del sistema Mi<strong>la</strong>no.<br />

Per bi<strong>la</strong>nciare il quadro piuttosto negativo<br />

bisogna anche ricordare i passi avanti fatti da<br />

Mi<strong>la</strong>no nel<strong>la</strong> soluzione di alcuni problemi: per<br />

esempio <strong>la</strong> riduzione del<strong>la</strong> concentrazione di alcuni<br />

inquinanti atmosferici o <strong>la</strong> razionalizzazione del<strong>la</strong><br />

raccolta dei rifiuti urbani. Un istituto autorevole<br />

orientato a valutare <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita in Mi<strong>la</strong>no,<br />

ha sviluppato un indicatore complessivo di "qualità<br />

<strong>ambientale</strong>" per Mi<strong>la</strong>no che mostra un andamento<br />

decrescente nel periodo 89-96, ma che, a partire dal<br />

96, mostra una significativa risalita (MeglioMi<strong>la</strong>no,<br />

1999). In questi stessi ultimi anni si sono<br />

comunque presentati problemi nuovi in gran parte<br />

legati al<strong>la</strong> crescita ed evoluzione del<strong>la</strong> mobilità. La<br />

mobilità è un fenomeno proteiforme. Su di essa<br />

incide l'evoluzione demografica: ne risentono già i<br />

trasporti pubblici, ATM e sistemi di trasporti di<br />

autobus che collegano <strong>la</strong> cintura mi<strong>la</strong>nese, che<br />

hanno visto ridurre significativamente <strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione degli utenti. Sul<strong>la</strong> mobilità incidono <strong>la</strong><br />

forma e i ritmi dei nuovi <strong>la</strong>vori. Incide <strong>la</strong><br />

tecnologia che, migliorando <strong>la</strong> qualità del trasporto<br />

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privato, spinge al<strong>la</strong> sua crescita. Incide lo stile di<br />

vita di una popo<strong>la</strong>zione che ha visto crescere il<br />

reddito medio annuo familiare, in termini reali,<br />

cioè def<strong>la</strong>zionato, da 50 milioni nel 1989 a 55<br />

milioni nel 1998. E dal<strong>la</strong> mobilità dipendono i<br />

problemi dell'inquinamento, anche i problemi<br />

nuovi, quali quelli del PM 10 e dell'Ozono. Al<strong>la</strong><br />

mobilità è legato il problema del rumore, un<br />

problema mantenuto in sordina, forse perché non se<br />

ne vedono soluzioni.<br />

La risposta al<strong>la</strong> domanda "quale sarà l'ambiente<br />

di Mi<strong>la</strong>no nel 2000", rinvia però a un'altra domanda<br />

più difficile: "quale sarà <strong>la</strong> coscienza <strong>ambientale</strong><br />

nel 2000?", intendendo per coscienza <strong>ambientale</strong> <strong>la</strong><br />

capacità di corre<strong>la</strong>re <strong>la</strong> dimensione <strong>ambientale</strong> ad<br />

altre dimensioni che determinano <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong><br />

vita: salute, abitazione, <strong>la</strong>voro, cultura e svago,<br />

sport, benessere economico a lungo termine. Una<br />

coscienza <strong>ambientale</strong> matura dovrebbe rendersi<br />

conto delle pesanti implicazioni col<strong>la</strong>terali, per<br />

esempio economiche, dell'inquinamento e del<strong>la</strong><br />

congestione del traffico. Finché <strong>la</strong> dimensione<br />

<strong>ambientale</strong> resterà in qualche modo iso<strong>la</strong>ta, quale<br />

un optional, in un angolo del firmamento dei valori<br />

civici, il futuro dell'ambiente urbano resterà<br />

affidato al<strong>la</strong> sorte.<br />

Un contributo al<strong>la</strong> formazione di una matura<br />

coscienza <strong>ambientale</strong> dovrebbe venire dal<strong>la</strong> legge<br />

in cantiere sul<strong>la</strong> "contabilità <strong>ambientale</strong>" 20 . Si tratta<br />

di una legge che, sul<strong>la</strong> falsariga di leggi analoghe<br />

in paesi del nord Europa, impone ad ogni comunità<br />

locale di valutare: <strong>la</strong> pressione esercitata<br />

sull'ambiente dalle diverse attività antropiche; i<br />

costi di misura e prevenzione del danno<br />

<strong>ambientale</strong>, i costi del<strong>la</strong> sua compensazione, i costi<br />

di riparazione e infine i costi del danno <strong>ambientale</strong><br />

non riparato; <strong>la</strong> consistenza e <strong>la</strong> variazione del<br />

capitale naturale.<br />

Un secondo contributo dovrebbe venire dal<br />

miglioramento del<strong>la</strong> percezione dei problemi<br />

ambientali da parte dell'opinione pubblica e quindi<br />

anche da parte del<strong>la</strong> politica. Questa percezione è<br />

infatti una percezione mediata e distorta da due<br />

fattori: i mass-media che tendono ad attribuire le<br />

responsabilità dei rischi ambientali secondo <strong>la</strong><br />

logica rituale primitiva del "capro espiatorio"<br />

(Girard, 1982) e dai cosiddetti esperti che tendono<br />

a trasmettere le conoscenze alle istanze decisionali,<br />

depurandole dalle incertezze, spesso enormi,<br />

esistenti. A livello internazionale è aperto un<br />

dibattito acceso sulle incertezze intrinseche nelle<br />

conoscenze di sistemi complessi quale l'ambiente, e<br />

sul<strong>la</strong> necessità di individuare criteri e metodi per<br />

selezionare quelle conoscenze che siano<br />

compatibili con i processi decisionali (Fisk, 1996).<br />

20 Camera dei Deputati, Proposta di legge N. 6251<br />

"Legge quadro in materia di contabilità <strong>ambientale</strong><br />

dello Stato, delle regioni e degli enti locali".

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