Abitare la terra: questione ambientale
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in essa, come dice <strong>la</strong> Sapienza di Salomone<br />
12,1:<br />
Signore, amante del<strong>la</strong> vita,<br />
[poiché] il tuo spirito incorruttibile è in tutte le<br />
cose.<br />
Così pensava anche Calvino: «[Lo Spirito] è<br />
diffuso ovunque, sostiene, e vivifica tutte le<br />
cose, nel cielo e sul<strong>la</strong> <strong>terra</strong> e dona loro vigore<br />
[...]. È cosa palesemente divina ispirare l'essere,<br />
<strong>la</strong> vita e il movimento a tutte le cose con <strong>la</strong><br />
propria forza» (Institutio 1, 13, 14 [trad. it.,<br />
Istituzione del<strong>la</strong> religione cristiana I, UTET,<br />
Torino 1983, 243]). Non dobbiamo vedere il<br />
creato come qualcosa di distante da Dio, soltanto<br />
quale "opera delle sue mani", poiché esso è<br />
anche presenza di Dio: indiretta, mediata. Tutte<br />
le cose sono state create come "casa comune"<br />
delle creature, destinata a diventare <strong>la</strong> "casa di<br />
Dio", quel<strong>la</strong> in cui Dio potrà vivere eternamente<br />
con le sue creature e le sue creature con lui.<br />
Biblicamente lo troviamo espresso<br />
nell'immagine cosmica del tempio di Dio:<br />
«L'Altissimo non abita in costruzioni fatte da<br />
mani d'uomo, come dice il Profeta: Il cielo è il<br />
mio trono e <strong>la</strong> <strong>terra</strong> sgabello per i miei piedi.<br />
Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore, o<br />
quale sarà il luogo del mio riposo?» (At 7,48s.<br />
secondo Is 66,1s.).<br />
E proprio questo è il cosmo!<br />
Proprio da questo modo di vedere lo Spirito<br />
di Dio presente in tutte le cose e le cose stesse<br />
destinate a diventare <strong>la</strong> dimora di Dio nasce<br />
l'immagine di un cosmo prostrato in adorazione<br />
di Dio e di un Dio adorato in tutte le cose. Ciò<br />
che i credenti fanno all'interno delle chiese ora si<br />
di<strong>la</strong>ta, per rappresentanza, fino ad investire il<br />
cosmo intero. Lo stesso tempio di Salomone era<br />
stato costruito secondo misure che<br />
riproponevano quelle del cosmo, come allora lo<br />
si intendeva: un tempio come microcosmo che<br />
doveva riproporre e riflettere il macrocosmo 20 .<br />
La presenza del Verbo e dello Spirito di Dio<br />
nel<strong>la</strong> chiesa di Cristo è prefigurazione e inizio<br />
del<strong>la</strong> presenza del Verbo e dello Spirito di Dio<br />
nel<strong>la</strong> nuova creazione di tutte le cose. Per sua<br />
20 G. STRACHAN, The New Jerusalem - Temple<br />
of Creation, in Shadow vol. 1, n. 2 (dicembre<br />
1984) 45-58.<br />
stessa ragione e natura <strong>la</strong> chiesa è orientata al<br />
cosmo 21 . Sarebbe pericoloso ridurre, seguendo<br />
l'impostazione moderna, <strong>la</strong> chiesa al mondo<br />
umano. Ma se essa è orientata al cosmo, <strong>la</strong> "crisi<br />
ecologica" del creato terreno è crisi sua propria,<br />
e <strong>la</strong> distruzione del<strong>la</strong> <strong>terra</strong> comporta <strong>la</strong><br />
distruzione del<strong>la</strong> «carne del<strong>la</strong> sua carne e ossa<br />
delle sue ossa». Quando muoiono le creature più<br />
deboli chi soffre è l'intera comunione creaturale.<br />
E se <strong>la</strong> chiesa sa di rappresentare il creato, questa<br />
sofferenza delle creature più deboli diventa per<br />
lei sofferenza consapevole, dolore che costringe<br />
a protestare in tutta pubblicità 22 . Ora chi soffre<br />
non è soltanto il nostro "ambiente umano":<br />
soffre <strong>la</strong> stessa creazione destinata a diventare<br />
l'"ambiente di Dio". Ogni attacco sferrato contro<br />
il creato, con conseguenze irreparabili,<br />
rappresenta un sacrilegio e chi lo compie si<br />
autoscomunica. La distruzione nichilistica del<strong>la</strong><br />
natura non è altro che ateismo tradotto in pratica.<br />
Straordinariamente è stata proprio <strong>la</strong> mistica<br />
cristiana ad insegnare rispetto per il linguaggio<br />
di Dio che ci par<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> natura. Ascoltiamo un<br />
mistico dei nostri giorni, il poeta e rivoluzionario<br />
del Nicaragua Ernesto Cardenal, in quel che<br />
scrive nel suo Libro dell'amore:<br />
Tutti gli animali che alle prime luci<br />
dell'alba elevano <strong>la</strong> loro voce cantano Dio. I<br />
vulcani e le nubi e gli alberi ci gridano Dio.<br />
L'intero creato ci grida insistentemente, potentemente<br />
l'esistenza, <strong>la</strong> bellezza, l'amore di<br />
Dio. E <strong>la</strong> musica ce lo fa risuonare nelle<br />
orecchie, e <strong>la</strong> campagna ce lo fa scorrere<br />
davanti agli occhi.<br />
[...] In tutta <strong>la</strong> natura noi cogliamo le<br />
iniziali di Dio. Tutti gli esseri creati sono lettere<br />
d'amore che Dio ci scrive. La natura è<br />
avvolta dalle fiamme dell'amore, è stata creata<br />
dall'amore per accendere in noi l'amore.<br />
21<br />
P. GREGORIOS, The Human Presence. An<br />
Orthodox View of Nature, Genève 1977.<br />
22 Dal 1972, circa, pressoché tutti i sinodi ecclesiali<br />
e le conferenze ecumeniche mondiali hanno prestato<br />
pubblicamente ascolto a questo grido che si eleva<br />
dal<strong>la</strong> creatura martoriata. Non è qui possibile<br />
offrirne documentazione, anche approssimativa.<br />
Rimando al mio articolo "Ökologie" in TRE, 3° ed.,<br />
vol. XXV, Berlin 1995, 36-46 e all'abbondante<br />
bibliografia ivi riportata.<br />
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