Abitare la terra: questione ambientale
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3.1. il sistema finanziario internazionale<br />
venga ristrutturato secondo i principi<br />
del<strong>la</strong> responsabilità universale, dell'equa<br />
distribuzione e del<strong>la</strong> giusta retribuzione<br />
del <strong>la</strong>voro;<br />
3.2. le politiche commerciali internazionali<br />
siano basate su una giusta retribuzione<br />
del <strong>la</strong>voro e un giusto prezzo per tutte le<br />
merci, e il General Agreement of Tarifs<br />
and Trades (GATT) si conformi a questi<br />
principi;<br />
3.3. i ricchi partecipino ai costi delle politiche<br />
di risanamento necessarie per eliminare<br />
l'insopportabile fardello del debito dei<br />
poveri;<br />
3.4. si ricerchino urgentemente soluzioni<br />
praticabili e permanenti al<strong>la</strong> crisi del<br />
debito, riconoscendo che questa crisi<br />
tiene in schiavitù economie intere, è uno<br />
strumento per <strong>la</strong> dominazione straniera,<br />
peggiora <strong>la</strong> condizione economica di<br />
donne, bambini e altri gruppi emarginati,<br />
ignora il fatto che <strong>la</strong> ricchezza dei paesi<br />
del nord ha in gran parte origine dallo<br />
sfruttamento dei paesi del sud, impedisce<br />
<strong>la</strong> soddisfazione delle necessità<br />
fondamentali, conduce al<strong>la</strong> distruzione<br />
dell'ambiente e costituisce una minaccia<br />
al<strong>la</strong> pace;<br />
3.5. si appoggino le iniziative connesse<br />
all'«anno del giubileo» assunte da diverse<br />
chiese e movimenti per far si che il<br />
debito dei paesi poveri venga cancel<strong>la</strong>to;<br />
3.6. ci si opponga a tutte le condizioni per <strong>la</strong><br />
cancel<strong>la</strong>zione del debito avanzate da<br />
estranei, non importa quanto ben<br />
intenzionati, e si sostengano solo le<br />
condizioni proposte dalle organizzazioni<br />
popo<strong>la</strong>ri e dagli organismi ecumenici<br />
dello specifico paese debitore;<br />
3.7. si appoggino le iniziative per creare un<br />
«Fondo ecumenico per combattere <strong>la</strong><br />
crisi del debito» in cui tutti coloro che<br />
percepiscono interessi versino il 10%<br />
del<strong>la</strong> cifra percepita e dal quale si<br />
possano trarre i fondi per sostenere<br />
attività volte a chiarire le cause e gli<br />
effetti del<strong>la</strong> crisi internazionale del<br />
debito;<br />
3.8. siano denunciate le attuali politiche di<br />
risanamento strutturale che il Fondo<br />
monetario internazionale impone alle<br />
nazioni debitrici, perché esse danno<br />
luogo al<strong>la</strong> riduzione del cibo disponibile<br />
per i poveri, incrementando così <strong>la</strong> sottonutrizione,<br />
<strong>la</strong> cattiva alimentazione, le<br />
ma<strong>la</strong>ttie causate dal<strong>la</strong> fame e <strong>la</strong> mortalità<br />
infantile.<br />
4. Per il sostegno di attività volte a chiarire le<br />
cause e gli effetti del<strong>la</strong> crisi internazionale del<br />
debito, e il sostegno di quelle comunità e<br />
organizzazioni che cercano di creare delle<br />
alternative sul piano economico.<br />
2. Secondo impegno<br />
Per l'autentica sicurezza di tutte le nazioni<br />
e di tutti i popoli;<br />
- per <strong>la</strong> smilitarizzazione delle re<strong>la</strong>zioni<br />
internazionali; - contro il militarismo e le<br />
dottrine e i sistemi di sicurezza nazionale;<br />
- per una cultura del<strong>la</strong> nonviolenza quale<br />
forza di cambiamento e di liberazione;<br />
ci assumiamo il compito di operare e di<br />
impegnare le chiese a operare:<br />
1. Per una comunità di chiese che<br />
proc<strong>la</strong>mino <strong>la</strong> loro identità in quanto corpo di<br />
Cristo mediante <strong>la</strong> testimonianza dell'amore<br />
liberante di Dio:<br />
1.1. mettendo in pratica il comandamento del<br />
Signore di amare i nemici;<br />
1.2. <strong>la</strong>vorando per <strong>la</strong> pace nel<strong>la</strong> giustizia per<br />
l'intera creazione - <strong>terra</strong>, acqua, spazio e<br />
aria - in modo da ridurre al minimo <strong>la</strong><br />
violenza individuale e strutturale;<br />
1.3. passando dal<strong>la</strong> dottrina del<strong>la</strong> guerra<br />
giusta, tradizionale in molte chiese, a una<br />
dottrina del<strong>la</strong> pace giusta; 1.4. rinunciando<br />
a qualsiasi giustificazione teologica o di<br />
altro genere dell'uso oppressivo e<br />
minaccioso del<strong>la</strong> potenza militare, sia in<br />
guerra, sia mediante altri sistemi di sicurezza<br />
oppressivi;<br />
1.4. promuovendo attivamente una cultura<br />
del<strong>la</strong> nonviolenza in cui il razzismo<br />
sia superato e sia affermata l'uguale<br />
dignità di tutte le razze;<br />
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