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"L'Uomo di fuoco" di Emilio Salgari

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I brasiliani mettono tutto il paese a ferro ed a fuoco.<br />

Bruciano i villaggi portoghesi e le fabbriche <strong>di</strong> zucchero,<br />

trucidano i coloni e lo stesso figlio <strong>di</strong> Coutinho e dovunque<br />

fanno fronte, con rara intrepidezza agli avventurieri europei.<br />

Quella guerra durò parecchi anni finché Coutinho,<br />

<strong>di</strong>sperando ormai <strong>di</strong> vincerli e perdute tutte le fortezze si vide<br />

costretto a salvarsi sulla nave e fuggire vergognosamente nella<br />

vicina capitaneria d'Os-Ilhèos che cominciava già a prosperare<br />

sotto la saggia amministrazione del portoghese Figuredo.<br />

Aveva però condotto con sé Alvaro. Fosse l'influenza <strong>di</strong><br />

quell'uomo, fosse il desiderio <strong>di</strong> vivere in pace dopo tanta<br />

guerra, fra gli emissari <strong>di</strong> Coutinho ed alcuni capi dei tupinambi<br />

fu fatto un accordo il quale doveva conciliare l'interesse dei due<br />

popoli.<br />

Già stavano per sottoscrivere il trattato, quando l'irascibile<br />

Coutinho avendo ricevuto rinforzi, ruppe le trattative e veleggiò<br />

nuovamente verso Bahia per punire i tupinambi.<br />

Aveva già imboccata la baia quando una orribile tempesta<br />

lo sorprese e la sua nave si ruppe sulle scogliere <strong>di</strong> Itaporica.<br />

I tupinambi che sapevano esservi a bordo Caramurà si<br />

armano, salgono sulle loro piroghe e assaltano la nave<br />

dell'ammiraglio e le altre caravelle.<br />

Coutinho cade sotto le loro mazze ed il suo tronco, privo<br />

della testa, viene portato in trionfo ed i portoghesi caduti vivi<br />

nelle mani <strong>di</strong> quei fieri e ven<strong>di</strong>cativi selvaggi vengono <strong>di</strong>vorati<br />

per celebrare la vittoria non ostante la presenza <strong>di</strong> Caramurà.<br />

Fu quella l'ultima battaglia.<br />

Alvaro ritornato capo delle orde dei tupinambi, non tardò a<br />

riprendere coi suoi compatrioti buone relazioni che non furono<br />

mai rotte, nemmeno all'arrivo della grande spe<strong>di</strong>zione capitanata<br />

da Tommaso de Souza che fu, si può <strong>di</strong>re, il più grande<br />

colonizzatore del Brasile.<br />

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