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Da Betlemme al Calvario.pdf - Alice Bailey

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187 Vorrei esporre qui, brevemente e succintamente, ciò che sembrerebbe essere avvenutore<strong>al</strong>mente <strong>al</strong>la morte di Cristo sulla Croce. Egli si spogliò dell’aspetto forma e si i-dentificò, come uomo, con l’aspetto della Divinità. In t<strong>al</strong> modo Egli ci liberòd<strong>al</strong>l’aspetto forma della vita, della religione e della materia, mostrandoci la possibilità diessere nel mondo senza essere del mondo 193 , vivendo come anima, liberata d<strong>al</strong>le catenee d<strong>al</strong>le limitazioni della carne, sebbene ancora sulla terra. Fin nelle profondità del suoessere l’umanità è stanca della morte. L’unico suo riposo consiste nella fiducia della vittoriafin<strong>al</strong>e sulla morte, nella convinzione che un giorno la morte sarà abolita. Approfondiremotutto questo più dettagliatamente nel prossimo capitolo, ma nel frattempo sipuò dire che la specie è tanto pervasa d<strong>al</strong> pensiero della morte che la linea di minor resistenzadella teologia è stata il porre in rilievo la morte di Cristo, anziché sottolineare larigenerazione della vita di cui quella morte fu il preludio. Tutto ciò cesserà perché ilmondo oggi reclama un Cristo vivente, piuttosto che un S<strong>al</strong>vatore morto. Reclama unide<strong>al</strong>e tanto univers<strong>al</strong>e nelle sue implicazioni — inclusivo di tempo, spazio e vita — t<strong>al</strong>eda rendere superflue le spiegazioni e i molteplici tentativi di rendere la teologia conforme<strong>al</strong>le esigenze di una verità vit<strong>al</strong>e profondamente sentita. Il mondo ha superato il concettodi un Dio adirato che esige un sacrificio di sangue. Le persone intelligenti delgiorno d’oggi debbono ammettere che: “il pensiero moderno non contrasta con le ideecristiane primitive; ma il caso è diverso quando consideriamo l’espiazione richiesta perqueste inclinazioni perverse. Non possiamo più accettare la spaventosa dottrina teologicasecondo la qu<strong>al</strong>e, per una ragione mistica ignorata, si rende necessario un sacrificiopropiziatorio. T<strong>al</strong>e concetto è oltraggioso tanto per la nostra idea di un Dio onnipotente,quanto per quella di un Dio infinitamente amoroso 194 . L’umanità accetterà il pensiero diun Dio che amò il mondo fino a mandare Suo Figlio a portarci l’espressione fin<strong>al</strong>e delsacrificio cosmico e a dirci, come ebbe a esclamare sulla Croce: “È finito” 195 .188 Ora noi possiamo entrare nella “gioia del Signore” 196 . Gli uomini stanno imparandoad amare, e ripudieranno sempre più una teologia che fa di Dio una forza di severità e dicrudeltà nel mondo, assai maggiore di quella degli uomini. Tutta la tendenza della vitaumana è incline a ripudiare queste antiche dottrine basate sul timore, e cerca <strong>al</strong> contrariodi affrontare coraggiosamente i fatti e le responsabilità inerenti <strong>al</strong>la sua natura spiritu<strong>al</strong>e.Quando la Chiesa darà rilievo <strong>al</strong> Cristo vivente e quando riconoscerà che le sue formee cerimonie, le sue festività e ritu<strong>al</strong>i sono retaggio di un passato antichissimo, vedremosorgere una religione nuova, distinta d<strong>al</strong>la forma e d<strong>al</strong> passato quanto lo è Diod<strong>al</strong>la materia e d<strong>al</strong>la natura del corpo. La religione ortodossa, nel suo insieme, può essereconsiderata come una croce su cui abbiano crocifisso Cristo; essa ha compiuto il suocompito di custode dei tempi passati e di conservatrice delle forme antiche, ma ora deveentrare in una nuova vita e passare per la risurrezione, se vuole soddisfare le necessitàdell’umanità profondamente spiritu<strong>al</strong>e di oggi. “Le nazioni, <strong>al</strong> pari degli individui” civien detto “sono composte non soltanto di quello che posseggono, ma di quello a cui rinunciano,e in questo momento ciò v<strong>al</strong>e anche per la religione” 197 . La sua forma deveessere sacrificata sulla Croce di Cristo affinché possa risuscitare e trasformarsi in vitavera e vit<strong>al</strong>e e andare incontro <strong>al</strong> bisogno dei popoli. Suo tema sia un Cristo vivente enon un S<strong>al</strong>vatore morente. Cristo è morto. Ma su questo punto non vi siano confusioni.Il Cristo della storia varcò la soglia della morte per noi.2193 S. Giovanni, XVII, 16.194 The Paganism in Our Christianity, di Artbur Weig<strong>al</strong>l, pag, 152.195 S. Giovanni, XIX, 30.196 S. Matteo, XXV, 21.197 The Supreme Spiritu<strong>al</strong> Ide<strong>al</strong> di Sir S. Radhakrishnan. Hibbert Journ<strong>al</strong>, Ottobre 1936.101

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