Il Suo corpo risplende tra le nevi eterne,<strong>Da</strong>l cielo si staccano le Sue lagrime.Scorgo il suo volto in ogni fiore,il tuono ed il canto degli uccelli<strong>al</strong>tro non sono che la Sua voce — e d<strong>al</strong>la Sua potenza scolpiteStanno le rocce, parole da Lui scritte.C<strong>al</strong>pestati dai piedi Suoi sono i sentieri tutti,Il Cuor Suo poderoso muove l’ognor battente mare,la Sua corona di spine è intrecciata ad ogni spina,Ogni <strong>al</strong>bero è la Sua croce” 189 .Il prodigio nella missione di Cristo sta nel fatto che, sebbene Egli fosse un’unità nell<strong>al</strong>unga successione di perfetti uomini divini, Gli fu affidata una funzione unica. Egli assommòin Sé e portò a compimento la presentazione simbolica dell’eterno sacrificio diDio sulla Croce Fissa dei cieli, di cui fanno testimonianza gli astri, e che successivamentela storia della religione ha velato, e che oggi si rifiuta di ammettere. L’Uomo Celestesta oggi sospeso nei cieli, come lo è stato fin d<strong>al</strong>la creazione del sistema solare ecome ha detto Cristo:“Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti gli uomini a me.” 190 e non soltanto gliuomini, ma pure tutte le forme di vita esistenti in tutti i regni, che rinunceranno <strong>al</strong>la lorovita, non per un sacrificio imposto, ma in un’offerta spontanea <strong>al</strong>la gloria fin<strong>al</strong>e di Dio.“Chi avrà perduto la sua vita per causa mia la ritroverà” 191 .186 Ecco un fatto che viene spesso dimenticato e che ha un preciso rapporto con la storiadella crocifissione nel suo significato più esteso. È comunque tramite la vittoria dell’ultimoregno venuto in manifestazione, quello umano, che la croce e il suo disegno sarannoadempiuti, e la morte di Cristo ne dà testimonianza.Ma il punto importante non è la Sua morte, sebbene sia stata il culmine del processoevolutivo, ma la Risurrezione che la seguì, che simboleggiò la formazione e la discesasulla terra di un nuovo regno in cui gli uomini e tutte le forme saranno liberati d<strong>al</strong>lamorte — un regno il cui simbolo sarà l’Uomo liberato d<strong>al</strong>la Croce. In t<strong>al</strong> modo noicompletiamo il circolo, d<strong>al</strong>l’Uomo nello spazio con le braccia distese a forma di croce,attraverso la successione dei S<strong>al</strong>vatori crocifissi, che ci ripetono continuamente ciò cheDio ha fatto per l’universo, fino a quest’eccelso Figlio di Dio che fece scendere questosimbolo sul piano fisico, in tutte le sue fasi. Quindi Egli risuscitò d<strong>al</strong> regno dei morti perdirci che il lungo compito dell’evoluzione aveva infine raggiunto la fase fin<strong>al</strong>e — sempreche lo vogliamo e che siamo pronti a compiere ciò che Egli fece — ossia pagarne ilprezzo, per raggiungere la gloriosa risurrezione dopo aver varcato la porta della morte.S. Paolo cercò di rendere familiare questa verità, per quanto le sue parole siano statetanto spesso travisate da traduzioni inesatte e da f<strong>al</strong>se interpretazioni teologiche:“Aspiro a conoscere Cristo e la potenza della Sua risurrezione, partecipare <strong>al</strong>le Sue sofferenze,e morire come lui morì, con la speranza di giungere <strong>al</strong>la risurrezione d<strong>al</strong>la morte. Non che ioabbia già conquistato questa conoscenza o che sia già arrivato <strong>al</strong>la perfezione, solo mi sforzo diconquistarli” 192 .Non sembra, leggendo questo passaggio, che S. Paolo considerasse sufficiente, perottenere la s<strong>al</strong>vezza, credere semplicemente che Cristo è morto per i nostri peccati.189 Citato in The Testament of Man, di Arthur Stanley, pag. 498.190 S. Giovanni, XII, 32.191 S. Matteo, X, 39.192 S. Paolo ai Filippesi, III, 10, 11.100
187 Vorrei esporre qui, brevemente e succintamente, ciò che sembrerebbe essere avvenutore<strong>al</strong>mente <strong>al</strong>la morte di Cristo sulla Croce. Egli si spogliò dell’aspetto forma e si i-dentificò, come uomo, con l’aspetto della Divinità. In t<strong>al</strong> modo Egli ci liberòd<strong>al</strong>l’aspetto forma della vita, della religione e della materia, mostrandoci la possibilità diessere nel mondo senza essere del mondo 193 , vivendo come anima, liberata d<strong>al</strong>le catenee d<strong>al</strong>le limitazioni della carne, sebbene ancora sulla terra. Fin nelle profondità del suoessere l’umanità è stanca della morte. L’unico suo riposo consiste nella fiducia della vittoriafin<strong>al</strong>e sulla morte, nella convinzione che un giorno la morte sarà abolita. Approfondiremotutto questo più dettagliatamente nel prossimo capitolo, ma nel frattempo sipuò dire che la specie è tanto pervasa d<strong>al</strong> pensiero della morte che la linea di minor resistenzadella teologia è stata il porre in rilievo la morte di Cristo, anziché sottolineare larigenerazione della vita di cui quella morte fu il preludio. Tutto ciò cesserà perché ilmondo oggi reclama un Cristo vivente, piuttosto che un S<strong>al</strong>vatore morto. Reclama unide<strong>al</strong>e tanto univers<strong>al</strong>e nelle sue implicazioni — inclusivo di tempo, spazio e vita — t<strong>al</strong>eda rendere superflue le spiegazioni e i molteplici tentativi di rendere la teologia conforme<strong>al</strong>le esigenze di una verità vit<strong>al</strong>e profondamente sentita. Il mondo ha superato il concettodi un Dio adirato che esige un sacrificio di sangue. Le persone intelligenti delgiorno d’oggi debbono ammettere che: “il pensiero moderno non contrasta con le ideecristiane primitive; ma il caso è diverso quando consideriamo l’espiazione richiesta perqueste inclinazioni perverse. Non possiamo più accettare la spaventosa dottrina teologicasecondo la qu<strong>al</strong>e, per una ragione mistica ignorata, si rende necessario un sacrificiopropiziatorio. T<strong>al</strong>e concetto è oltraggioso tanto per la nostra idea di un Dio onnipotente,quanto per quella di un Dio infinitamente amoroso 194 . L’umanità accetterà il pensiero diun Dio che amò il mondo fino a mandare Suo Figlio a portarci l’espressione fin<strong>al</strong>e delsacrificio cosmico e a dirci, come ebbe a esclamare sulla Croce: “È finito” 195 .188 Ora noi possiamo entrare nella “gioia del Signore” 196 . Gli uomini stanno imparandoad amare, e ripudieranno sempre più una teologia che fa di Dio una forza di severità e dicrudeltà nel mondo, assai maggiore di quella degli uomini. Tutta la tendenza della vitaumana è incline a ripudiare queste antiche dottrine basate sul timore, e cerca <strong>al</strong> contrariodi affrontare coraggiosamente i fatti e le responsabilità inerenti <strong>al</strong>la sua natura spiritu<strong>al</strong>e.Quando la Chiesa darà rilievo <strong>al</strong> Cristo vivente e quando riconoscerà che le sue formee cerimonie, le sue festività e ritu<strong>al</strong>i sono retaggio di un passato antichissimo, vedremosorgere una religione nuova, distinta d<strong>al</strong>la forma e d<strong>al</strong> passato quanto lo è Diod<strong>al</strong>la materia e d<strong>al</strong>la natura del corpo. La religione ortodossa, nel suo insieme, può essereconsiderata come una croce su cui abbiano crocifisso Cristo; essa ha compiuto il suocompito di custode dei tempi passati e di conservatrice delle forme antiche, ma ora deveentrare in una nuova vita e passare per la risurrezione, se vuole soddisfare le necessitàdell’umanità profondamente spiritu<strong>al</strong>e di oggi. “Le nazioni, <strong>al</strong> pari degli individui” civien detto “sono composte non soltanto di quello che posseggono, ma di quello a cui rinunciano,e in questo momento ciò v<strong>al</strong>e anche per la religione” 197 . La sua forma deveessere sacrificata sulla Croce di Cristo affinché possa risuscitare e trasformarsi in vitavera e vit<strong>al</strong>e e andare incontro <strong>al</strong> bisogno dei popoli. Suo tema sia un Cristo vivente enon un S<strong>al</strong>vatore morente. Cristo è morto. Ma su questo punto non vi siano confusioni.Il Cristo della storia varcò la soglia della morte per noi.2193 S. Giovanni, XVII, 16.194 The Paganism in Our Christianity, di Artbur Weig<strong>al</strong>l, pag, 152.195 S. Giovanni, XIX, 30.196 S. Matteo, XXV, 21.197 The Supreme Spiritu<strong>al</strong> Ide<strong>al</strong> di Sir S. Radhakrishnan. Hibbert Journ<strong>al</strong>, Ottobre 1936.101
- Page 1 and 2:
DA BETLEMME AL CALVARIOAltre opere
- Page 3 and 4:
LA GRANDE INVOCAZIONEDal punto di L
- Page 5 and 6:
PREFAZIONELa pubblicazione di quest
- Page 7 and 8:
Capitolo Primo1OSSERVAZIONI PRELIMI
- Page 9 and 10:
“Esisteva — ci è stato detto
- Page 11 and 12:
Nostro compito è scoprire il signi
- Page 13 and 14:
nella corrente”, e nella vita di
- Page 15 and 16:
Il Buddha……. Il Metodo… Dista
- Page 17 and 18:
sciente. Cristo rivisse per noi il
- Page 19 and 20:
Non è un compito facile. Occorre u
- Page 21 and 22:
che avvengono attorno a noi, non so
- Page 23 and 24:
33Capitolo SecondoLA PRIMA INIZIAZI
- Page 25 and 26:
“In principio era il Verbo e il V
- Page 27 and 28:
L’uomo, l’essere umano, l’ani
- Page 29 and 30:
L’iniziato non è semplicemente u
- Page 31 and 32:
gli si chiarirono in mente. Aveva c
- Page 33 and 34:
scerà il Cristo bambino, e in ques
- Page 35 and 36:
la vita di Cristo produce un effett
- Page 37 and 38:
“Non è solamente per coincidenza
- Page 39 and 40:
La scelta di questa particolare dat
- Page 41 and 42:
della nascita e dell’infanzia. Cr
- Page 43 and 44:
scoli che circondavano la grotta-st
- Page 45 and 46:
74 L’umanità può porsi in viagg
- Page 47 and 48:
ni invariabili, con la sottomission
- Page 49 and 50: individuo è a un certo punto dibat
- Page 51 and 52: sa è il preludio essenziale della
- Page 53 and 54: l’esempio della Sua vita Egli ci
- Page 55 and 56: Possiamo riassumere le unificazioni
- Page 57 and 58: scendere su un uomo, fanno dell’a
- Page 59 and 60: fu completata la Sua purificazione.
- Page 61 and 62: Ritto in mezzo alle acque del Giord
- Page 63 and 64: prio nel fatto che siamo vulnerabil
- Page 65 and 66: Cristo fu una tale Personalità. Il
- Page 67 and 68: tà) a determinare il nostro compor
- Page 69 and 70: Primo, che l’affermazione secondo
- Page 71 and 72: prannaturale. In certi istanti egli
- Page 73 and 74: fatto suoi i regni del mondo con tu
- Page 78 and 79: Cristo, in quanto Personalità che
- Page 80 and 81: il passato emotivo dell’uomo e la
- Page 82 and 83: La mente è a sua volta il riflesso
- Page 84 and 85: la luce”. Tale è il fatto essenz
- Page 86 and 87: d’illuminazione e fuggevoli istan
- Page 88 and 89: zione di una precisa ingiunzione. E
- Page 90 and 91: zione interiore si avvicina a quell
- Page 92 and 93: enunciarlo in maniera talmente univ
- Page 94 and 95: Capitolo Quinto173LA QUARTA INIZIAZ
- Page 96 and 97: essante per noi è che, malgrado le
- Page 98 and 99: Se si cerca l’origine del simboli
- Page 102 and 103: 189 Il Cristo cosmico sta ancora ag
- Page 104 and 105: un’indegnità e di un’iniquità
- Page 106 and 107: Abbiamo visto che uno dei fattori d
- Page 108 and 109: finché Egli non infierisse sul gen
- Page 110 and 111: persone inique nel vero senso della
- Page 112 and 113: in tappa, lungo la via, e di vetta
- Page 114 and 115: sto non era ancora morto, e il sacr
- Page 116 and 117: sufficiente per ottenere il perdono
- Page 118 and 119: quel Figlio, la forma materiale che
- Page 120 and 121: 223 Ma questo è il sentiero della
- Page 122 and 123: interpretazione teologica. È possi
- Page 124 and 125: gia desse una svolta all’interpre
- Page 126 and 127: che gli era stata inferta, proprio
- Page 128 and 129: sere adempiute se egli vuole essere
- Page 130 and 131: quesito dunque può ridursi a quest
- Page 132 and 133: cittadinanza nel regno di Dio). Il
- Page 134 and 135: 251 Abbiamo qui l’idea del regno
- Page 136 and 137: 257Capitolo SettimoLA NOSTRA META I
- Page 138 and 139: 5. In Lui culminò tutto il passato
- Page 140 and 141: mento di Cristo non è né antiquat
- Page 142 and 143: dell’ispirazione. Ciò niente ha
- Page 144 and 145: 272 Egli è il messaggero del regno
- Page 146 and 147: cittadinanza e ci disse che avremmo
- Page 148 and 149: Servizio. Devono essere espressi me
- Page 150 and 151:
“Ormai persuaso di avere raggiunt
- Page 152 and 153:
madre, 65messaggio, 90, 258opera, 1
- Page 154 and 155:
nell’uomo, 18, 138-440realizzazio
- Page 156 and 157:
testimonianza, 96INIZIAZIONI:grande
- Page 158 and 159:
OCCHIO della SAGGEZZA, 28Odio, conf
- Page 160 and 161:
simbolismo, 183Sé:conoscenza, 271c
- Page 162:
divinità in espressione, 262-263in