il passato emotivo dell’uomo e la tecnica per dominarlo, che sarà più tardi sostituita daun’<strong>al</strong>tra; questo quando il messaggio della vita del Cristo sarà compreso correttamente esi espanderà nella coscienza dell’uomo in misura sempre maggiore. Cristo enunciò ilnuovo comandamento sintetico, quello di “amarsi l’un l’<strong>al</strong>tro”. È il comandamento cheavrebbe reso superflue la legge e i Profeti e relegato nel passato i dieci Comandamenti,poiché l’amore effondendosi d<strong>al</strong>l’uomo a Dio e da uomo a uomo avrebbe prodotto automaticamentee positivamente quella giusta condotta che rende impossibile ogni trasgressioneai comandamenti. Il “non devi” pronunciato da Dio per mezzo di Mosè sulMonte Sinai, con la sua enfasi sul proibire e la sua interpretazione punitiva, cede il posto<strong>al</strong>la radiosità dell’amore e <strong>al</strong>la comprensione della buona volontà e della luce che emanòda Cristo sul monte della Trasfigurazione. Il passato si concluse in Cristo e venne sostituitoda un presente vivente.145 Elia, il cui nome significa “la forza del Signore”, sta a fianco di Gesù Cristo a rappresentaretutte le scuole dei Profeti che da secoli avevano predetto la venuta di Colui cheavrebbe rappresentato la perfetta giustizia e che, nella Sua persona, avrebbe incarnato,come fa ora, la perfezione futura e la meta della razza umana. È possibile che in avveniresiano riservati <strong>al</strong>la razza dei piani di coscienza e dei modelli di perfezione tanto superioria quelli di Cristo, quanto la Sua espressione è superiore <strong>al</strong>la nostra. La natura delPadre deve ancora essere conosciuta; <strong>al</strong>cuni dei Suoi aspetti, qu<strong>al</strong>i l’Amore e la Saggezzadi Dio, ci sono stati rivelati da Cristo. Per quel che riguarda il nostro presente e ilnostro scopo immediato, Cristo rappresenta il Profeta Eterno, a cui Elia e tutti i Profetiportano testimonianza. Quindi quand’Egli stette sulla cima della montagna il passato el’avvenire dell’umanità si congiunsero in Lui.Risulta evidente che Cristo unificò in Sé t<strong>al</strong>une fondament<strong>al</strong>i separazioni umane, e aquelle che abbiamo enumerate precedentemente possiamo aggiungere la fusione operatanella Sua persona dei due grandi regni della natura, l’umano e il divino, unione che resepossibile la manifestazione di un nuovo regno sulla terra: il regno di Dio, quinto regnodella natura.Considerando la Trasfigurazione è necessario comprendere che essa non fu soltantouna grande iniziazione, durante la qu<strong>al</strong>e Dio si rivelò <strong>al</strong>l’uomo in tutto il Suo splendoree 1a Sua gloria, ma che essa ebbe una precisa relazione con lo strumento della rivelazione— la natura materi<strong>al</strong>e e fisica, che chiamiamo “aspetto Madre”. Allorché studiammol’iniziazione della nascita, vedemmo che la Vergine Maria (anche nel riconoscere,come facciamo, l’autenticità dell’esistenza storica del Cristo) è il simbolo dellanatura della forma, della natura materi<strong>al</strong>e di Dio. Essa personifica ciò che preserva la vitadi Dio, latente ma dotata di potenzi<strong>al</strong>ità infinite. Cristo rivelò la natura — amore delPadre. Attraverso la Sua Persona rivelò la meta e il proposito della forma viventedell’uomo.146 In quest’esperienza della montagna, c’è la glorificazione della materia, intesa comestrumento di rivelazione e d’espressione del Cristo divino e interiore. La Materia, laVergine Maria, rivela Dio. La Forma, risultato dei processi materi<strong>al</strong>i attivi, deve manifestarela divinità, e la sua rivelazione è il dono accordatoci da Dio nell’istante dellaTrasfigurazione. Cristo era “vero Dio da vero Dio”, ma era pure “carne della nostra carne”e attraverso la fusione dei due, Dio fu rivelato nella Sua gloria magnetica e splendente.Allorché noi, come esseri umani, comprenderemo il proposito divino e arriveremo aconsiderare il nostro corpo fisico come strumento di rivelazione del divino Cristo immanente,acquisteremo una visione nuova dell’esistenza fisica ed un nuovo incentivoper una cura ed un trattamento migliori del corpo fisico. Cureremo questi corpi, permezzo dei qu<strong>al</strong>i temporaneamente agiamo, come custodi della rivelazione divina. Noitutti li considereremo come la Vergine Maria considerava il suo corpo, ossia come il tabernacolodel Cristo nascosto, e aspetteremo con ansia il giorno solenne in cui anche noi80
staremo sul monte della Trasfigurazione a rivelare, attraverso i nostri corpi, la gloria delSignore. Browning lo comprese e lo espresse nei ben noti versi:“La verità è dentro di noi; non sorge<strong>Da</strong>lle cose esteriori, o da qu<strong>al</strong>unque cosa crediate.Nel più profondo di noi tutti esiste un centroDove la verità esiste nella sua pienezza; e intornoLa grezza carne con muraglie sovrapposte la rinserra.……………. E conoscereConsiste piuttosto nell’aprire una breccia<strong>Da</strong> cui possa sfuggire lo splendore prigionieroAnziché praticare un passaggio per una luceCreduta <strong>al</strong>l’esterno” 149 .147In t<strong>al</strong> modo Cristo, per l’umanità, si rivelò come l’espressione di Dio. Non abbiamonessun’<strong>al</strong>tra meta. Tuttavia ci sia permesso ricordare con umiltà e rispetto che le stupendeparole dette da Krishna nella Bhagavad Gita, nell’affermazione della trasfigurazionefin<strong>al</strong>e del mondo intero, permangono vere:“Non v’è limite <strong>al</strong>cuno <strong>al</strong>le Mie manifestazioni divine, o distruttore dei nemici. Ciò che ti horivelato è solo parte delle Mie molteplici forme.Tutto ciò che vi è di splendido, di glorioso, di possente, sappi che ha origine da un frammentodella Mia potenza. Ma che ti v<strong>al</strong>e, o Arjuna, questa vasta conoscenza? Avendo pervaso conuna sola parte di Me stesso tutto l’universo, Io rimango” 150 .Sotto la pressione della spinta evolutiva Dio avanza verso un riconoscimento piùcompleto. Per designare il processo mediante il qu<strong>al</strong>e lo strumento dell’espressione divinaviene preparato in vista della sua missione, gener<strong>al</strong>mente si impiega la parola “Purificazione”.L’esperienza di G<strong>al</strong>ilea e lo sforzo quotidiano per vivere e sormontare levicissitudini dell’esistenza umana (che sembrano diventare sempre più drastiche e disciplinantivia via che la grande ruota gira e, girando, fa progredire l’umanità) portanol’uomo a un punto in cui questa purificazione non è semplicemente il risultato della vitastessa, ma è qu<strong>al</strong>cosa di definito, imposto d<strong>al</strong>l’uomo sulla sua natura. Quando questoprocesso viene autoiniziato, la rapidità con cui il lavoro progredisce aumenta considerevolmente.Ne risulta <strong>al</strong>lora una trasformazione assai significativa dell’uomo esteriore. Ilbruco si trasforma in farf<strong>al</strong>la. Profonda nell’uomo giace questa bellezza nascosta di cuisi è inconsapevoli, ma che lotta per liberarsi.La vita del Cristo interiore produce la trasformazione del corpo fisico, ma ancor piùagisce sulla natura emotiva e del sentimento e, mediante un processo di trasmutazione,converte i desideri e i sentimenti, le pene e i dolori, nei loro v<strong>al</strong>ori corrispondenti più e-levati. La trasmutazione è stata definita: “Il passaggio da uno stato di esistenza a un <strong>al</strong>tro,operato per mezzo del fuoco” 151 .148 È utile ricordare a questo proposito che il triplice uomo inferiore, del qu<strong>al</strong>e abbiamotanto spesso trattato in queste pagine, è un p<strong>al</strong>lido riflesso della stessa divinità. Il corpofisico è connesso <strong>al</strong> terzo aspetto della divinità, l’aspetto Spirito Santo, e l’esattezza diquesta verità trova conferma nel concetto cristiano della Vergine Maria, adombrata d<strong>al</strong>loSpirito Santo. Lo Spirito Santo è quell’aspetto della divinità che è il principio attivonella materia, e di cui il corpo fisico ne è la corrispondenza. La natura emotiva e senzienteè un riflesso p<strong>al</strong>lido e distorto della natura Amore di Dio, che il Cristo cosmico, oseconda persona della Trinità, è impegnato a rivelare; e quest’aspetto (trasformato medianteil fuoco, o volontà, o spirito di Dio) produce la trasformazione del corpo fisico.149 Paracelsus, di R. Browning, pag. 444. Oxford Edition150 The Bhagavad Gita, libro X, 4, 41, 42151 Trattato del Fuoco Cosmico, di A.A. <strong>Bailey</strong>, pag. 478.81
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