5. In Lui culminò tutto il passato dell’umanità; in Lui il presente trova la sua soluzione,e nella Sua vita e nella Sua morte è simboleggiato il futuro. Perciò in Lui convergonole tre linee del passato, del presente e del futuro, dandoGli un significato unico.6. Fondò il regno di Dio <strong>al</strong> momento opportuno, ossia quando il regno umano stava perraggiungere la maturità. Con la propria vita dimostrò i v<strong>al</strong>ori di quel regno, raffigurandoper noi le caratteristiche della sua cittadinanza, e ne aprì completamente laporta per tutti coloro che (con il servizio e la disciplina) si preparano ad uscire d<strong>al</strong>regno umano e ad entrare nel regno spiritu<strong>al</strong>e.7. Eresse la Sua Croce come una frontiera, un simbolo ed un esempio del metodo, fra ilmondo dei v<strong>al</strong>ori materi<strong>al</strong>i ed il mondo dei v<strong>al</strong>ori spiritu<strong>al</strong>i, e ci esortò <strong>al</strong>la mortedella natura inferiore affinché lo Spirito di Dio possa esercitare tutto il Suo potere sudi noi.8. Insegnò che la morte deve avere termine, e che il destino dell’umanità consiste nellarisurrezione dai morti. L’immort<strong>al</strong>ità deve prendere il posto della mort<strong>al</strong>ità. Per amornostro, dunque, Egli sorse d<strong>al</strong> regno dei morti dando prova che le catene della mortenon possono trattenere nessun essere umano capace di vivere come figlio di Dio.Molti Figli di Dio sono penetrati nei Templi dei Misteri, molti hanno appreso ad agiredivinamente e sono vissuti, hanno servito e sono morti nel corso del processo intesoad esprimere la divinità. Ma nessuno di loro è pervenuto a quel particolare periodo disviluppo che ha reso possibile un’affermazione univers<strong>al</strong>e pari a quella suscitata da Cristo,inoltre, prima della Sua venuta, l’intelligenza delle masse non era ancora abbastanzasviluppata da permettere di trarre profitto su larga sc<strong>al</strong>a dei loro insegnamenti. Per questoCristo e la Sua missione rivestono un’importanza unica. Egli c’insegnò a progredireverso l’unità e a porre fine <strong>al</strong>l’isolamento, <strong>al</strong>l’odio, <strong>al</strong>la separazione, dicendoci di amareil prossimo nostro come noi stessi. Ci portò un messaggio il cui contenuto è univers<strong>al</strong>e,poiché il regno di Dio è aperto a tutti coloro che amano, che servono e che purificano lanatura inferiore, senza distinzione di credo e di dogmi. Egli insegnò l’unità della fede, laPaternità di Dio, e la necessità di camminare non soltanto con Dio, ma anche con i nostrisimili in amore e comprensione. Egli sottolineò la necessità di cooperazione, indicandoche se la Via è veramente seguita, la competizione avrà fine lasciando posto <strong>al</strong>lacollaborazione. Egli c’incitò a vivere secondo i principi divini e fondament<strong>al</strong>i, e a nondare importanza <strong>al</strong>cuna <strong>al</strong>le person<strong>al</strong>ità.262 Amore, fratellanza, cooperazione, servizio, sacrificio di sé, inclusività, libertà d<strong>al</strong>ledottrine, riconoscimento della divinità, queste sono le caratteristiche del cittadino delregno e questi rimangono tuttora i nostri ide<strong>al</strong>i. Per conseguenza l’interrogativo capit<strong>al</strong>eposto oggi <strong>al</strong>l’umanità è questo: che cosa bisogna fare per conseguire i tre obiettiviprincip<strong>al</strong>i che Cristo prospettò innanzi a noi? Essi sono gli obiettivi comuni a tutto il genereumano, e sono gener<strong>al</strong>mente ammessi come t<strong>al</strong>i anche quando è ignorat<strong>al</strong>’interpretazione cristiana o laddove Cristo non è ancora conosciuto. Come perfezionarel’essere umano in modo che la sua condotta, la sua attitudine verso le persone ed il suoambiente siano corretti e costruttivi? Come materi<strong>al</strong>izzare sulla terra quello stato di coscienza,accompagnato da quella condizione di vita, il cui risultato sia degno di esserericonosciuto come il regno di Dio? Come arrivare a comprendere il problema della morte,a superare il processo del morire, e a raggiungere la risurrezione? Cristo ha fornitouna risposta precisa ad ognuna di queste domande ed ha tracciato un programma per larisoluzione del problema della perfezione umana, il problema di un mondo nuovo e ilproblema dell’immort<strong>al</strong>ità.Viene gener<strong>al</strong>mente riconosciuto il fatto che l’umanità si avvia verso avvenimenti vit<strong>al</strong>ie grandiosi. Nel passato noi abbiamo progredito, attraverso civiltà diverse, fino<strong>al</strong>l’importante momento presente, ed ora avanziamo verso re<strong>al</strong>izzazioni ancora piùgrandi. È tuttavia lecito chiedersi se sia possibile accelerare il processo; se, medianteuna corretta comprensione di Cristo e del Suo insegnamento, si possano affrettare le co-138
se in modo che il regno e le sue leggi possano entrare in vigore più presto di quanto avverrebbe<strong>al</strong>trimenti. Se la tesi di Cristo fu giusta, e se il Suo insegnamento riguardante lanatura dell’uomo fu corretto, non potrebbero esservi da parte nostra sacrifici troppograndi. Sta a noi decidere. Sta a noi scegliere. Qu<strong>al</strong>e in ultima an<strong>al</strong>isi, la decisione daprendere? Qu<strong>al</strong>'è l’interrogativo a cui dobbiamo rispondere? Cristo ha detto che l’uomoè divino; aveva ragione? Se l’uomo è divino ed è figlio del Padre, <strong>al</strong>lora si proceda adesprimere quella divinità e a reclamare il nostro diritto di primogenitura. In passato siamostati completamente assorbiti d<strong>al</strong> pensiero di Dio e d<strong>al</strong>le discussioni a suo riguardo.Dio trascendente è stato volta a volta negato e riconosciuto. Dio immanente è <strong>al</strong>la vigiliad’essere riconosciuto ed in t<strong>al</strong>e affermazione sta la strada della liberazione. Siamo divini?Questo è il problema supremo.263 Se l’uomo è divino, se la testimonianza dei secoli è vera, e se il Cristo venne per mostrarcila divinità in espressione e per fondare il nuovo regno, <strong>al</strong>lora il rovinio delle vecchieforme e la distruzione gener<strong>al</strong>e delle strutture tradizion<strong>al</strong>i della società e della religionea cui assistiamo ai giorni nostri sono probabilmente un episodio nell’istituzione dinuovi processi di vita, e l’opera deliberata di uno spirito vit<strong>al</strong>e in evoluzione.L’agitazione delle masse può essere attribuita ad una reazione <strong>al</strong>l’apparizione del regno,e la sensibile risposta gener<strong>al</strong>e ai nuovi ide<strong>al</strong>i può essere dovuta <strong>al</strong>l’impatto effettuatod<strong>al</strong>le forze del regno sulle menti degli esseri più progrediti del mondo. Il mistico e il cristianone parlano come del regno di Dio; i filantropi e i filosofi parlano della comunitàmondi<strong>al</strong>e, della nuova civiltà, della federazione mondi<strong>al</strong>e delle nazioni, dell’umanitàconsiderata come una corporazione, della comunità vivente, dell’internazion<strong>al</strong>ismo,dell’interdipendenza economica e dell’unità del mondo; ma queste non sono che parolee definizioni di cui si servono i diversi tipi di mente per designare l’unico grande fattoemergente di un nuovo regno che sorge d<strong>al</strong> regno umano, con i propri principi di vita, lesue leggi per il benessere di gruppo e la fratellanza univers<strong>al</strong>e.Nello sviluppo della coscienza umana stiamo uscendo d<strong>al</strong>la fase inevitabile dell’individu<strong>al</strong>ismo;abbiamo perduto di vista, temporaneamente, le verità più profonde, i v<strong>al</strong>orimistici e l’Unica vita che sta dietro a tutte le forme. Siamo stati troppo preoccupati dainostri interessi materi<strong>al</strong>i ed egoistici. Eppure questa fase è necessaria, per quanto forsesia durata un po’ troppo. È tempo di por fine <strong>al</strong>l’individu<strong>al</strong>ismo egoista, di non permetterglioltre di essere un fattore dominante nelle nostre vite; è tempo di cominciare a fonderee ad unificare gli elementi più profondi del mondo della re<strong>al</strong>tà con la vita esteriore.Gli intelletti migliori di questo tempo incominciano già a comprendere tutto questo e daogni parte si <strong>al</strong>zano delle voci a domandare un approfondimento della vita, un riconoscimentodella natura e della necessità di una coerente comprensione dei processi delmondo, e della loro integrazione cosciente ed intelligente in un riconoscibile ordinemondi<strong>al</strong>e.264 La disintegrazione del mondo che ha luogo attu<strong>al</strong>mente è buona e giusta, a condizioneche si comprenda la ragione che la provoca e ciò che deve succedervi. La distruzioneeffettuata in vista di un eventu<strong>al</strong>e ricostruzione è giusta e legittima, ma debbono esserecompresi i piani per il nuovo edificio e deve esservi pure qu<strong>al</strong>che idea relativa <strong>al</strong>la successivaricostruzione.Oggi noi abbiamo bisogno di vedere il filo nascosto del disegno di Dio che ci condurràfuori d<strong>al</strong>l’apparente labirinto di estrarre d<strong>al</strong>le innumerevoli teorie quella teoriafondament<strong>al</strong>e che non ha soltanto le sue radici nel passato, ma che è suscettibile di applicazionein forma nuova, in termini nuovi, da coloro che sono penetrati d<strong>al</strong>la nuovavisione. Abbiamo bisogno di ciò che il dottor Schweitzer definisce “... l’ammissione chela civiltà è basata su una specie di teoria dell’universo, e può essere restaurata soltantomediante un risveglio spiritu<strong>al</strong>e ed una volontà di bene mor<strong>al</strong>e della massa del genereumano” 252 . Questo risveglio è già in atto e la volontà di bene è presente. L’insegna-252 The Decay and Restoration of Civilisation, di A. Schweitzer, pag. 78-79.139
- Page 1 and 2:
DA BETLEMME AL CALVARIOAltre opere
- Page 3 and 4:
LA GRANDE INVOCAZIONEDal punto di L
- Page 5 and 6:
PREFAZIONELa pubblicazione di quest
- Page 7 and 8:
Capitolo Primo1OSSERVAZIONI PRELIMI
- Page 9 and 10:
“Esisteva — ci è stato detto
- Page 11 and 12:
Nostro compito è scoprire il signi
- Page 13 and 14:
nella corrente”, e nella vita di
- Page 15 and 16:
Il Buddha……. Il Metodo… Dista
- Page 17 and 18:
sciente. Cristo rivisse per noi il
- Page 19 and 20:
Non è un compito facile. Occorre u
- Page 21 and 22:
che avvengono attorno a noi, non so
- Page 23 and 24:
33Capitolo SecondoLA PRIMA INIZIAZI
- Page 25 and 26:
“In principio era il Verbo e il V
- Page 27 and 28:
L’uomo, l’essere umano, l’ani
- Page 29 and 30:
L’iniziato non è semplicemente u
- Page 31 and 32:
gli si chiarirono in mente. Aveva c
- Page 33 and 34:
scerà il Cristo bambino, e in ques
- Page 35 and 36:
la vita di Cristo produce un effett
- Page 37 and 38:
“Non è solamente per coincidenza
- Page 39 and 40:
La scelta di questa particolare dat
- Page 41 and 42:
della nascita e dell’infanzia. Cr
- Page 43 and 44:
scoli che circondavano la grotta-st
- Page 45 and 46:
74 L’umanità può porsi in viagg
- Page 47 and 48:
ni invariabili, con la sottomission
- Page 49 and 50:
individuo è a un certo punto dibat
- Page 51 and 52:
sa è il preludio essenziale della
- Page 53 and 54:
l’esempio della Sua vita Egli ci
- Page 55 and 56:
Possiamo riassumere le unificazioni
- Page 57 and 58:
scendere su un uomo, fanno dell’a
- Page 59 and 60:
fu completata la Sua purificazione.
- Page 61 and 62:
Ritto in mezzo alle acque del Giord
- Page 63 and 64:
prio nel fatto che siamo vulnerabil
- Page 65 and 66:
Cristo fu una tale Personalità. Il
- Page 67 and 68:
tà) a determinare il nostro compor
- Page 69 and 70:
Primo, che l’affermazione secondo
- Page 71 and 72:
prannaturale. In certi istanti egli
- Page 73 and 74:
fatto suoi i regni del mondo con tu
- Page 78 and 79:
Cristo, in quanto Personalità che
- Page 80 and 81:
il passato emotivo dell’uomo e la
- Page 82 and 83:
La mente è a sua volta il riflesso
- Page 84 and 85:
la luce”. Tale è il fatto essenz
- Page 86 and 87:
d’illuminazione e fuggevoli istan
- Page 88 and 89: zione di una precisa ingiunzione. E
- Page 90 and 91: zione interiore si avvicina a quell
- Page 92 and 93: enunciarlo in maniera talmente univ
- Page 94 and 95: Capitolo Quinto173LA QUARTA INIZIAZ
- Page 96 and 97: essante per noi è che, malgrado le
- Page 98 and 99: Se si cerca l’origine del simboli
- Page 100 and 101: Il Suo corpo risplende tra le nevi
- Page 102 and 103: 189 Il Cristo cosmico sta ancora ag
- Page 104 and 105: un’indegnità e di un’iniquità
- Page 106 and 107: Abbiamo visto che uno dei fattori d
- Page 108 and 109: finché Egli non infierisse sul gen
- Page 110 and 111: persone inique nel vero senso della
- Page 112 and 113: in tappa, lungo la via, e di vetta
- Page 114 and 115: sto non era ancora morto, e il sacr
- Page 116 and 117: sufficiente per ottenere il perdono
- Page 118 and 119: quel Figlio, la forma materiale che
- Page 120 and 121: 223 Ma questo è il sentiero della
- Page 122 and 123: interpretazione teologica. È possi
- Page 124 and 125: gia desse una svolta all’interpre
- Page 126 and 127: che gli era stata inferta, proprio
- Page 128 and 129: sere adempiute se egli vuole essere
- Page 130 and 131: quesito dunque può ridursi a quest
- Page 132 and 133: cittadinanza nel regno di Dio). Il
- Page 134 and 135: 251 Abbiamo qui l’idea del regno
- Page 136 and 137: 257Capitolo SettimoLA NOSTRA META I
- Page 140 and 141: mento di Cristo non è né antiquat
- Page 142 and 143: dell’ispirazione. Ciò niente ha
- Page 144 and 145: 272 Egli è il messaggero del regno
- Page 146 and 147: cittadinanza e ci disse che avremmo
- Page 148 and 149: Servizio. Devono essere espressi me
- Page 150 and 151: “Ormai persuaso di avere raggiunt
- Page 152 and 153: madre, 65messaggio, 90, 258opera, 1
- Page 154 and 155: nell’uomo, 18, 138-440realizzazio
- Page 156 and 157: testimonianza, 96INIZIAZIONI:grande
- Page 158 and 159: OCCHIO della SAGGEZZA, 28Odio, conf
- Page 160 and 161: simbolismo, 183Sé:conoscenza, 271c
- Page 162: divinità in espressione, 262-263in