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Da Betlemme al Calvario.pdf - Alice Bailey

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Gli stessi Gnostici si proclamavano apertamente custodi di una rivelazione non appartenenteesclusivamente a loro, ma da sempre presente nel mondo.191 G.R.S. Mead, un’autorità in materia, nota che: “L’affermazione di questi Gnostici erapraticamente che la buona novella di Cristo (il Christos) rappresentava il coronamentodella dottrina interiore dei Misteri di tutte le nazioni, essendo meta comune a tutti la rivelazionedel Mistero dell’Uomo. Il Mistero dell’Uomo fu svelato nel Cristo” 201 .Visto che la continuità della rivelazione è un fatto provato, e che Cristo fu un anellodella lunga catena dei manifestantisi figli di Dio, in che consiste la differenza fra la SuaPersona e la Sua Missione e quelle degli <strong>al</strong>tri?Possiamo e dobbiamo essere d’accordo con Pfleger quando dice: “L’incarnazione diDio in Cristo non è che una Teofania più grande e più perfetta in una serie di Teofaniemeno perfette, che le prepararono la strada modellando la natura umana che li riceveva...L’incarnazione non è un miracolo nel senso stretto e genuino della parola, non piùdi quanto la Risurrezione, che è l’unione interiore della materia e dello spirito, sia estranea<strong>al</strong>l’ordine univers<strong>al</strong>e dell’esistenza 202 .In che cosa, <strong>al</strong>lora, la missione di Cristo differisce d<strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre? La differenza risiedenel punto d’evoluzione che l’umanità medesima aveva raggiunto.Il ciclo inaugurato da Cristo è un ciclo in cui gli uomini sono diventati veramenteumani. Fino a quell’incarnazione vi erano state sempre delle persone che, dopo avercompletato la loro umanità, si erano poi accinte a dimostrare la divinità. Ma ora la razzaintera sta per fare <strong>al</strong>trettanto. Sebbene oggi negli uomini predomini la natura anim<strong>al</strong>eemotiva,tuttavia grazie <strong>al</strong> processo evolutivo che ha prodotto i nostri diffusi sistemi e-ducativi e l’<strong>al</strong>to livello di coscienza ment<strong>al</strong>e gener<strong>al</strong>izzato, gli uomini hanno raggiunto ilpunto che dà la possibilità <strong>al</strong>le masse stesse, adeguatamente incoraggiate, di “entrare nelregno di Dio”. Chi può dire che non sia questa re<strong>al</strong>izzazione, per quanto confusa e incerta,a provocare l’agitazione mondi<strong>al</strong>e e il proposito assai diffuso di migliorare le condizionidi esistenza?192 È inevitabile che agli inizi il regno di Dio venga interpretato da noi in termini materi<strong>al</strong>i,ma è un simbolo spiritu<strong>al</strong>e promettente la diligenza che poniamo nel rivedere i nostricostumi, sforzandoci di elevare in t<strong>al</strong> modo il livello della nostra civiltà. Cristos’incarnò quando, per la prima volta, l’umanità fu un tutto completo per quanto riguardail lato forma della sua natura, manifestante tutte le qu<strong>al</strong>ità — fisiche, psichiche e ment<strong>al</strong>i— che caratterizzano l’anim<strong>al</strong>e umano. Egli diede un esempio di quello che poteva esserel’uomo perfetto che, considerando quel lato forma qu<strong>al</strong>e tempio di Dio eppur consapevoledella sua divinità innata, si sforza di portare quest’ultima in primo piano, dapprimanella propria coscienza e quindi innanzi <strong>al</strong> mondo. Cristo fece tutto questo. I misterisono sempre stati rivelati <strong>al</strong>l’individuo che si è applicato a penetrare nell’arcano otempio nascosto, ma Cristo li rivelò <strong>al</strong>l’umanità nel suo complesso e rappresentò innanzi<strong>al</strong>la razza l’intero dramma del Dio-Uomo. T<strong>al</strong>e fu la Sua maggiore impresa, e noi abbiamodimenticato proprio questo — il Cristo vivente — a forza di dar rilievo <strong>al</strong>l’uomo,<strong>al</strong> suo rapporto con se stesso qu<strong>al</strong>e peccatore, e a quello con Dio, ossia Colui verso ilqu<strong>al</strong>e l’uomo ha peccato.Ancora una volta insisto nel dire che ogni grande organizzazione, ogni religione collettivae ogni gruppo emanano da una persona, e da quella persona l’idea che essa incarnasi propaga nel mondo, raccogliendo aderenti via via che il tempo passa. In questomodo Cristo ha fatto discendere il regno di Dio sulla terra. <strong>Da</strong> sempre esso esisteva neiluoghi celesti. Cristo ne provocò la sua materi<strong>al</strong>izzazione e ne fece una re<strong>al</strong>tà nella coscienzadegli uomini.La preparazione <strong>al</strong> Regno e la venuta del momento in cui gli uomini avrebbero potutoin gran numero essere iniziati ai misteri, richiedevano da essi il riconoscimento di201 Thrice Greatest Hermes, di G.R.S. Mead, vol. I, pag. 141.202 Wrestlers with Christ, di Karl Pfleger, pag. 242103

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