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Da Betlemme al Calvario.pdf - Alice Bailey

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quando è dato il potere di “diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome, iqu<strong>al</strong>i non da sangue, né da volere di carne, né da volere d’uomo, ma da Dio sono statigenerati” 165 .Non sarebbe quindi ragionevole che da queste parole noi deducessimo che quando unuomo raggiunge il livello del riconoscimento e della fede nel Cristo cosmico,“L’Agnello immolato d<strong>al</strong>la creazione del mondo” 166 , la nuova nascita diventa possibile,poiché la vita di quel Cristo univers<strong>al</strong>e, animante tutte le forme d’espressione divina,può <strong>al</strong>lora fare avanzare l’uomo coscientemente e definitivamente verso una nuova manifestazionedella divinità. Il “sangue è la vita” 167 ed è il Cristo vivente a rendere possibilea noi tutti di diventare cittadini di quel regno. È la vita di Cristo in ognuno di noi, enon la Sua morte, che fa di noi i figli del Padre. In nessun punto della narrazione evangelica,troviamo una smentita a quest’affermazione. Cristo, <strong>al</strong> rito della Comunione,porse ai Suoi discepoli il c<strong>al</strong>ice dicendo “Questo è il Mio sangue dell’<strong>al</strong>leanza, versatoper molti in remissione dei peccati” 168 . Ma questa è la sola <strong>al</strong>lusione da Lui fatta <strong>al</strong> sanguecome aspetto di riparazione, invece tanto vigorosamente citato nelle Epistole, edEgli stesso non parla mai di sangue in relazione <strong>al</strong>la Crocifissione. Egli parla <strong>al</strong> tempopresente, e non ricollega il sangue <strong>al</strong>la nuova nascita o <strong>al</strong>la Crocifissione, o fa di esso ilfattore esclusivo che ha tanto profondamente influenzato la presentazione del cristianesimonel mondo.È la vita di Cristo in ogni forma che costituisce la spinta evolutiva. È la vita di Cristoche rende possibile l’espressione sempre più sviluppata della divinità nel mondo natur<strong>al</strong>e.Essa è profonda nel cuore umano. La vita di Cristo porta infine l’uomo <strong>al</strong> punto incui egli si trasferisce d<strong>al</strong> regno umano (quando il compito della norm<strong>al</strong>e evoluzione si èesaurito) e lo conduce <strong>al</strong> regno dello spirito.163 Il riconoscimento della vita di Cristo dimorante entro la forma dell’uomo fa sì cheogni essere umano, ad un dato momento, faccia la parte che ebbe la Vergine Maria rispettoa quella re<strong>al</strong>tà immanente. È la vita di Cristo che, <strong>al</strong>la nuova nascita, perviene adun’espressione più completa e che, di crisi in crisi, conduce il Figlio di Dio in via di sviluppoverso quella perfezione che gli permette di raggiungere “la misura che conviene<strong>al</strong>la piena maturità di Cristo” 169 .Vedremo più innanzi che la nuova religione mondi<strong>al</strong>e deve basarsi sulla rivelazionedel Cristo risorto. Cristo sulla Croce, come risulterà quando studieremo la prossimagrande crisi, ci diede la dimostrazione dell’amore e del sacrificio portati <strong>al</strong>la loro estremaespressione; ma Cristo vivente d<strong>al</strong>l’eternità, e vit<strong>al</strong>mente vivo oggi, è la nota dominantedella nuova era e la nuova presentazione della religione sarà fondata su questa verità,che più tardi dovrà costituire la struttura della nuova teologia. Il vero significatodella Resurrezione e dell’Ascensione non è ancora stato afferrato; queste verità, comedivina re<strong>al</strong>tà soggettiva, attendono ancora la rivelazione. La gloria della nuova era saràcostituita d<strong>al</strong>la rivelazione di questi due misteri, e da una comprensione più profonda diDio, qu<strong>al</strong>e vita. La vera Chiesa di Cristo, è l’assemblea di tutti coloro che vivono attraversola vita di Cristo, e la cui vita è una cosa sola con la Sua. Ciò sarà compreso in modosempre crescente e farà risplendere in una luce sempre più limpida e radiosa la meravigliae la gloria che dimorano, ancora non rivelate, in Dio Padre.Soltanto l’uomo che ha compreso qu<strong>al</strong>che cosa del v<strong>al</strong>ore dell’iniziazione della Trasfigurazionee della natura della perfezione che essa rivela, può seguire Cristo, accompagnandolofino <strong>al</strong>la visione che Gli fu accordata <strong>al</strong>lorché discese da quella vetta di perfezione,e può quindi dividere con Lui la comprensione del servizio da compiere nelmondo. Questo servizio mondi<strong>al</strong>e viene reso in maniera perfetta da coloro la cui perfe-165 S. Giovanni, I, 13.166 Apoc<strong>al</strong>isse, XIII, 8.167 Genesi, IX, 4.168 S. Matteo, XXVI, 28.169 S. Paolo agli Efesini, IV, 1389

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