interpretazione teologica. È possibilissimo che Cristo sia assai più inclusivo di quantosiamo portati a credere e che il cuore di Dio, il Padre, sia infinitamente migliore di quelliche hanno cercato di interpretarlo.227 Abbiamo predicato un Dio d’amore e abbiamo diffuso una dottrina d’odio. Abbiamoinsegnato che Cristo morì per s<strong>al</strong>vare il mondo e ci siamo sforzati di dimostrare che soltantoai credenti sarà possibile s<strong>al</strong>varsi —sebbene milioni di esseri vivano e muoianosenza aver mai udito parlare di Cristo. Viviamo in un mondo caotico lottando per costruireun regno di Dio separato d<strong>al</strong>la vita quotidiana e d<strong>al</strong>la situazione economica gener<strong>al</strong>e,e <strong>al</strong> tempo stesso postuliamo l’esistenza di un cielo remoto, che un giorno forse potremoraggiungere. Ma Cristo fondò un regno sulla terra, un regno in cui tutti i figli diDio avrebbero avuto le stesse opportunità di esprimersi come figli del Padre. Molti Cristianitrovano impossibile l’accettazione di queste idee e qu<strong>al</strong>cuno fra gli intelletti piùeminenti dell’epoca le ha respinte.La s<strong>al</strong>vezza individu<strong>al</strong>e è certamente egoista nel suo interesse e nella sua origine.Dobbiamo servire <strong>al</strong> fine di essere s<strong>al</strong>vati e possiamo servire intelligentemente soltantose crediamo nella divinità di tutti gli uomini e nell’imperituro servizio di Cristo <strong>al</strong>la razza.Il regno è un regno di servitori perché ogni anima s<strong>al</strong>vata deve, senza restrizione <strong>al</strong>cuna,unirsi <strong>al</strong>le schiere di coloro che servono incessantemente i loro simili. Il DottorSchweitzer, la cui visione del regno è tanto rara quanto re<strong>al</strong>e, addita questa verità nelleparole seguenti, indicandone le gradazioni di riconoscimento:“Le fasi discendenti del servizio corrispondono <strong>al</strong>le fasi ascendenti della regola:1. Chiunque vorrà essere grande fra voi sarà vostro servo. S. Marco, X, 43.2. Chiunque fra voi vorrà essere primo, sarà servo di tutti. S. Marco, X, 443. Poiché anche il Figliuolo dell’Uomo è venuto non per essere servito, ma per servire e darela sua vita come redenzione per molti. S. Marco, X, 45.228 “Il punto culminante è duplice. Il servizio dei Discepoli esteso soltanto <strong>al</strong>la loro sfera; il serviziodi Gesù verso un numero illimitato, ossia verso tutti quelli che dovevano trarre vantaggio d<strong>al</strong>lasua sofferenza e d<strong>al</strong>la sua morte. Nel caso dei Discepoli si trattò puramente di un assoggettamentodisinteressato; nel caso di Gesù si trattò dell’amara sofferenza della morte. L’uno e l’<strong>al</strong>trocontano come servizio poiché giustificano il diritto di occupare una posizione dominante nelRegno.” 237L’amore è il principio e l’amore è la fine, e nell’amore serviamo e lavoriamo. Il lungoviaggio ha termine così, nella gloria della rinuncia <strong>al</strong> desiderio person<strong>al</strong>e e nella dedizione<strong>al</strong> servizio vivente.237 The Mystery of the Kingdom of God, di Albert Schweitzer, pag. 78.122
230Capitolo SestoLA QUINTA INIZIAZIONE … LA RISURREZIONE E L’ASCENSIONENOTA FONDAMENTALE“Lontano d<strong>al</strong> Cristo non sappiamo cosa sia né la nostra vita né la nostra morte; nonsappiamo cosa sia Dio né quel che siamo noi stessi”.Pasc<strong>al</strong>: Pensieri“Al di sopra dell’anima di ognuno v’è un’AnimaUn’Anima più possente, eppure a ognuno appartiene!V’è un suono fatto delle umane parole tutte,È melodioso come l’unione di tutti i canti;E ognuno in quell’Anima vive, e quell’Anima in ognuno,E interi secoli sono la durata della sua vita;Ogni anima che muore nel suo più sacro insiemeRiceve la vita che dura eternamente.”Richard Watson Dixon231Questa iniziazione si divide in due parti e non ci è dato di sapere molto su nessunadelle due. Gli autori del Nuovo Testamento non ci hanno tramandato i dettaglidell’episodio, o crisi, della Risurrezione di Cristo. Non potevano saperne di più. Dopo laCrocifissione ben poco ci è stato detto della vita di Cristo o di quello che L’occupò nellasso di tempo intercorrente fra il momento in cui risuscitò e quello in cui lasciò gli apostoliper “ascendere <strong>al</strong> cielo”, frase simbolica che per la maggior parte di noi ha ben pocosignificato. Per l’umanità dell’epoca presente è essenzi<strong>al</strong>e comprendere l’iniziazionecruci<strong>al</strong>e, ossia la quarta. Il fatto dell’immort<strong>al</strong>ità ed il suo senso esatto potrà esserci svelatosoltanto quando ci saremo resi conto del significato del servizio e del sacrificio.Non è possibile dire in che modo Cristo sia risorto, né i processi che si verificarono, eneppure in qu<strong>al</strong>e specie di corpo re<strong>al</strong>mente apparve. Secondo l’affermazione degli apostoliil Suo corpo appariva del tutto simile a quello che aveva precedentemente, ma nonsi può dire se fosse lo stesso corpo miracolosamente risuscitato, oppure il Suo corpo spiritu<strong>al</strong>eche sembrava t<strong>al</strong>e agli occhi di coloro che L’amavano, oppure se Egli si fossecostruito un corpo del tutto nuovo, identico nelle fattezze a quello precedente; neppurepossiamo essere sicuri che la visione avuta dagli Apostoli non fosse soprannatur<strong>al</strong>e oppureche, mediante l’intensificazione della Sua divinità, Cristo avesse tanto stimolato l<strong>al</strong>oro visione interiore da renderli chiaroveggenti, ossia capaci di vedere in <strong>al</strong>tre dimensioni.L’importante è che Egli risuscitò effettivamente, e che fu veduto da molte persone,e che l’avvenimento della Sua Risurrezione fu ritenuto certo dai Suoi amici fino adue o tre secoli dopo la Sua dipartita.232 La psicologia dei discepoli è la miglior prova che abbiamo circa la re<strong>al</strong>tà della loroconvinzione che la morte non poteva dominare il S<strong>al</strong>vatore, e che dopo la Sua morte E-gli fu presente e vivo in mezzo a loro. È difficile per noi raggiungere l’elevato grado dicoscienza di cui diedero prova. Apparentemente il loro mondo aveva avuto termine sullaCroce. Apparentemente Cristo li aveva delusi, e invece di essere il divino Figlio di Dio eil Re dei Giudei non era che un uomo comune, colpevole di tradimento e punito comeun m<strong>al</strong>fattore. Non riesce difficile immaginare ciò che essi dovettero soffrire durante itre giorni della Sua assenza. La disperazione, la sfiducia in se stessi, la perdita del prestigioagli occhi dei loro amici: era terminata rovinosamente la causa a cui si eranospontaneamente dedicati nelle loro peregrinazioni in Terra Santa <strong>al</strong> fianco di Cristo. Illoro Capo era stato screditato. Ed ecco che sopraggiunse un avvenimento a modificarecompletamente il corso del loro pensiero. Tutta la fiducia, la speranza e lo scopo perdutifurono ad un tratto ravvivati, ed i primi secoli della storia cristiana (prima che la teolo-123
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