enunciarlo in maniera t<strong>al</strong>mente univers<strong>al</strong>e, ossia t<strong>al</strong>mente in armonia con le leggi oggettive inquestione, che le sue idee diventino le voci degli <strong>al</strong>tri” 174 .Cristo ci diede un’idea grandiosa: il nuovo concetto che Dio è amore, indipendentementedagli eventi in atto nel mondo. Tutte le grandi idee provengono d<strong>al</strong> mondo delladivinità tramite i grandi Intuitivi, e la storia dell’umanità è essenzi<strong>al</strong>mente la storia delleidee — ossia la loro venuta attraverso dei pensatori intuitivi, il loro riconoscimento daparte di pochi, la loro popolarità accresciuta e la loro integrazione fin<strong>al</strong>e nel mondo delpensiero, il mondo ide<strong>al</strong>e dei pensatori della razza.168 La loro sorte è <strong>al</strong>lora determinata e <strong>al</strong>la fine l’idea nuova e origin<strong>al</strong>e diventa il modellopopolarmente e pubblicamente accettato di tutta la condotta umana. “Alla domanda,<strong>al</strong>lora, se siano le person<strong>al</strong>ità o le idee a decidere il destino di un’epoca, si deve rispondereche è l’epoca a ricevere le sue idee tramite le person<strong>al</strong>ità” 175 . Cristo personificòuna grande idea, l’idea che Dio è amore, e che l’amore è la forza motivantedell’universo. T<strong>al</strong>e è l’illuminazione che Cristo, qu<strong>al</strong>e Luce del Mondo, riverberò su tuttigli avvenimenti mondi<strong>al</strong>i. Dobbiamo sottolineare con sufficiente vigore la grandiositàdi questa re<strong>al</strong>izzazione. Occorre assimilarla in maniera assai più profonda e più potentedi quanto stiamo ora facendo, poiché essa costituisce il carattere basilare, fondament<strong>al</strong>e,e la qu<strong>al</strong>ità di tutti gli eventi, indipendentemente d<strong>al</strong>la loro apparenza esterna. Cristo illumin<strong>al</strong>a vita. Questo è uno dei Suoi contributi più importanti <strong>al</strong>la vita, com’è ora vissuta.Egli in re<strong>al</strong>tà disse: “Dio ama il mondo; tutto ciò che accade si compie per amore.Se ciò viene compreso come una re<strong>al</strong>tà e una verità fondament<strong>al</strong>e, la certezza che ne derivaillumina tutta la vita e diminuisce ogni pena; la causa e l’effetto vengono ricollegatied il proposito ed il metodo di Dio sono visti come una cosa sola. I teologi hanno dimenticatospesso questo fatto nel dibattere gli aspetti più tecnici della vita di Cristo. Ciòche Egli illuminò nella Sua funzione di “Luce del mondo”, la quota di Luce divina cheLui ricevette e riversò quindi sul mondo, ciò che Egli riverberò, è stato sovente trascuratoa causa delle discussioni dirette a provare la Verginità di Maria e quindi la nascita diGesù avvenuta tramite una concezione immacolata. Diciamolo apertamente, fra la generazionegiovane attu<strong>al</strong>e sono pochi quelli che oggi annettono molta importanza a questipunti della dottrina. Ciò che a noi interessa è quell’effettiva dimostrazione nel mondodell’amore che Cristo dimostrò e che l’illuminazione che Lui ci additò “rischiari le nostretenebre”.169 Cristo fece risuonare con chiarezza la nota che sfocerà nella nuova civiltà e nel nuovoordine, ed un attento studio delle idee e degli ide<strong>al</strong>i che oggi, senza eccezione, sono<strong>al</strong>la base di ognuno dei grandi esperimenti intrapresi d<strong>al</strong>le varie nazioni, mostrerà cheessi sono basati, nella loro essenza, su qu<strong>al</strong>che concetto nettamente somigliante a quellodi Cristo. È pur dolorosamente vero che il metodo di applicazione e le tecniche impiegatespesso non sono conformi <strong>al</strong>lo spirito di Cristo, ma i concetti fondament<strong>al</strong>i sosterrannola luce che Cristo può proiettare su di essi. La difficoltà princip<strong>al</strong>e sta nel fatto che lanostra comprensione intellettu<strong>al</strong>e dei concetti precorre il nostro sviluppo person<strong>al</strong>e eperciò influenza disastrosamente l’applicazione che noi ne facciamo. Quando queste i-dee fondament<strong>al</strong>i saranno trasformate in ide<strong>al</strong>i mondi<strong>al</strong>i dai pensatori autorevoli dellarazza ed applicate con lo spirito con cui Cristo li ha concepiti, <strong>al</strong>lora inaugureremo veramenteun nuovo ordine mondi<strong>al</strong>e.È di capit<strong>al</strong>e importanza comprendere che l’autentico compito di Cristo consistettenell’inaugurare l’era del Servizio, anche se il vero significato di questa parola così diffusamenteimpiegata comincia soltanto ora (duemila anni d<strong>al</strong>l’esempio che Cristo ne h<strong>al</strong>asciato) ad essere afferrato. Siamo stati proclivi a considerare e a studiare la s<strong>al</strong>vezzad<strong>al</strong> punto di vista individu<strong>al</strong>e e ciò deve cessare se vogliamo fin<strong>al</strong>mente giungere <strong>al</strong>lacomprensione dello spirito di Cristo. Un grande Giapponese pone quest’importante do-174 The Recovery of Truth, di Hermann Keyserling, pag. 213175 The Decay and Restoration of Civilisation, di Albert Schweitzer, pag. 82.92
manda “Qu<strong>al</strong>’è lo scopo princip<strong>al</strong>e di una religione degna di esistere?”. E prosegue dicendoche questo scopo è la s<strong>al</strong>vezza, ma una s<strong>al</strong>vezza “piena di conforto e di redenzionedella vita e del mondo” 176 Il Servizio sta diventando sempre di più un obiettivo ditutte le relazioni umane. Anche i finanzieri moderni stanno avviandosi <strong>al</strong> riconoscimentodella necessità che esso diventi una causa che motiva gli affari se questi, intesi nelsenso moderno, vogliono sopravvivere. Su che cosa è basata questa tendenza gener<strong>al</strong>e?Certamente sulla nostra relazione univers<strong>al</strong>e con la Divinità e sulle relazioni soggettivereciproche, che hanno radici nella nostra relazione con Dio.170 La base del servizio natur<strong>al</strong>mente è questa. Essa deve essere, come lo fu nel caso diGesù Cristo, una spontanea conseguenza della divinità. Uno degli argomenti più v<strong>al</strong>idiin favore dello sviluppo divino dell’uomo è l’affiorare su vasta sc<strong>al</strong>a di questa tendenzaa servire. Si incomincia appena a intravedere ciò che Cristo ha inteso dire per servizio.Egli “portò questo movente ispiratore del servizio fino <strong>al</strong> punto di dire che quando il benecomune entra in conflitto con il vostro bene o successo person<strong>al</strong>e, sta a voi sacrificarvi,e non sacrificare gli <strong>al</strong>tri” 177 . Questo concetto di servizio è natur<strong>al</strong>mente in apertoconflitto col modo di vedere comune, fatto di competizione e di egoismo, gener<strong>al</strong>mentemostrato d<strong>al</strong>l’uomo medio. Ma per colui che cerca di seguire Cristo e che aspira a sc<strong>al</strong>arefin<strong>al</strong>mente il monte della Trasfigurazione, il Servizio conduce inevitabilmente aun’accresciuta illuminazione, e questa a sua volta deve trovare la sua espressione in unservizio rinnovato e consacrato, ed in t<strong>al</strong> modo troviamo la via — per mezzo del servizioreso ai nostri simili — che porta <strong>al</strong>la Via seguita da Cristo. Seguendo i Suoi passi,conseguiamo fin<strong>al</strong>mente il potere di vivere come uomini e donne illuminati e simili aCristo nel nostro ambiente norm<strong>al</strong>e di ogni giorno.Qu<strong>al</strong>'è, dunque, il dono che ognuno di noi deve offrire <strong>al</strong> mondo mentre studiamo lavita di Cristo e procediamo con Lui in mente, da un’iniziazione <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra? Possiamo mirarea quella grandezza nell’azione che redimerà la nostra mediocrità natur<strong>al</strong>e e che riveleràprogressivamente la divinità in ognuno di noi. Ognuno di noi può diventare un farodi luce, additante la via che porta <strong>al</strong> Centro da cui la Parola è emessa, ed ognuno puòcominciare ad esprimere nella sua vita quotidiana parte della qu<strong>al</strong>ità di Dio che Cristopersonificò <strong>al</strong>la perfezione e che lo portò in trionfo d<strong>al</strong> monte della Trasfigurazione versola v<strong>al</strong>le del dovere e del servizio, e che Gli permise di avanzare verso l’esperienzadella Croce con incrollabile determinazione, attraverso la via trionfante della fama e lavia dolorosa della solitudine e dell’abbandono.171 Non resisto <strong>al</strong>l’impulso di concludere questo capitolo citando <strong>al</strong>cune parole dette daArjuna a Krishna, molto tempo prima dell’era cristiana, dopo che gli fu concesso di assistere<strong>al</strong>la rivelazione della Bellezza senza veli. Il par<strong>al</strong>lelo fra i due episodi è fuori discussione.Si può quasi immaginare Pietro o Giovanni mentre rivolgono queste frasi aCristo, dopo che ebbero aperto nuovamente gli occhi, quando “videro solo Gesù”. Forsepossono anche applicarsi a noi, <strong>al</strong>lorché consideriamo Cristo ed il rapporto con Lui:“Ciò che per spensieratezza o per affezione — credendoti compagno ed ignorando questaTua Maestà — possa essere stato detto inconsideratamente da me nel chiamarti; se scherzandoio fui verso di Te irriverente nel giuoco, nel dormire, sedendo o nel mangiare, soli o in compagnia,o Imperituro, a Te, Immensurabile, chiedo perdono.Del mobile e immobile mondo Tu sei il Padre, il Sommo e Venerabile Maestro; nessuno puòeguagliarti, come potrebbe esistere Uno più grande, o Tu il cui potere nei tre mondi non ha pari?Perciò inchinandomi e prostrandomi, ti chiedo grazia, o Signore degno di reverenza; sii indulgentecon me o Dio, come il padre col figlio, l’amico con l’amico, l’amante con l’amata. Nelvedere ciò che non fu mai visto prima, io esulto e il mio cuore trema di paura. O Dio, mostratinella consueta forma! Signore degli Dei, rifugio dell’universo, sii benigno” 178 .176 Modern Trends in World Religions pubblicato da A.E. Haydon citante Kishio Satomi, pag. 75.177 Ibid., pag. 106178 Bhagavad Gita, canto XI, 41, 4593
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