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Da Betlemme al Calvario.pdf - Alice Bailey

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ipiega <strong>al</strong>lora su un credo fondato sulla testimonianza delle autorità in materia, essendoquesta la via più comoda per superare l’ostacolo.Il problema della religione e quello del Cristianesimo ortodosso non sono la stessacosa. Gran parte dell’incredulità e dello scetticismo contemporanei, e la negazione dellenostre cosiddette verità è fondata sul fatto che la religione è stata largamente sostituitad<strong>al</strong> credo, e che la dottrina ha soppiantato l’esperienza vivente. È proprio quest’esperienzaviva la nota dominante di questo libro.Forse un’<strong>al</strong>tra ragione per cui oggi la fede dell’umanità è così scarsa, o perché essamette tanto deplorevolmente in discussione quanto accettato per vero, può risiedere nelfatto che i teologi hanno cercato di portare il Cristianesimo fuori d<strong>al</strong> posto che gli spettanello schema delle cose, ed hanno trascurato la sua posizione nella grande continuitàdella rivelazione divina. Si sono sforzati di sottolineare la sua unicità e di considerarlocome un'espressione completamente isolata e separata di religione spiritu<strong>al</strong>e. Perciò nedistruggono lo sfondo, ne rimuovono le fondamenta e rendono difficile <strong>al</strong>la mente semprepiù evoluta dell’uomo di accettarne la presentazione.5 Eppure S. Agostino ci dice “che quella che viene chiamata religione cristiana esistevapresso gli antichi, e non ha mai cessato di esistere d<strong>al</strong>l’origine della razza umana finoa quando Cristo si incarnò, momento in cui la vera religione, già esistente, incominciò achiamarsi Cristianesimo” 2 . La saggezza che esprime il rapporto con Dio, le regole delsentiero che guidano i nostri passi errabondi nel ritorno <strong>al</strong>la casa del Padre, e l’insegnamentoche porta la rivelazione sono sempre stati gli stessi attraverso i tempi, e sonoidentici a quello che Cristo insegnò. Questo insieme di verità interiori e questa doviziadi conoscenza divina esistono da tempi immemorabili. Cristo rivelò la Verità, ma feceancor di più. Rivelò in Se stesso e con la storia della Sua vita cosa questa saggezza equesta conoscenza potevano fare per l’uomo. Dimostrò in Se stesso la piena espressionedella Divinità, e quindi ingiunse ai Suoi discepoli di andare per il mondo e di imitarlo.Nella continuità della rivelazione, il Cristianesimo entra nel suo ciclo di espressionesotto la stessa legge divina che governa ogni manifestazione: la Legge dell’Apparizioneciclica. T<strong>al</strong>e rivelazione passa attraverso le fasi d’ogni manifestazione form<strong>al</strong>e, nascita,crescita, sviluppo, ed infine (quando il ciclo perviene <strong>al</strong> suo termine) crist<strong>al</strong>lizzazione,ed una gradu<strong>al</strong>e ma crescente importanza accordata <strong>al</strong>la lettera e <strong>al</strong>la forma, fin quandola morte di quest’ultima diventa giusta e inevitabile. Ma lo spirito sopravvive per assumerenuove forme. Lo Spirito di Cristo è immort<strong>al</strong>e, e dato che vive per l’eternità, quantoEgli manifestò incarnandosi deve del pari continuare a vivere. Cristo si sottomise atutti i processi che costituiscono il destino comune a ogni figlio di Dio e li subì: la prigionenel grembo, lo stadio della prima infanzia, lo sviluppo da adolescente ad uomo.Grazie <strong>al</strong>la Sua sottomissione e poiché Egli “imparò l’obbedienza da ciò che patì” 3 ,gli fu accordato di rivelare Dio <strong>al</strong>l’uomo e (possiamo dirlo?) il divino nell’uomo a Dio,poiché i Vangeli dimostrano che Egli evocò costantemente questo riconoscimento delPadre.6 La grande continuità della rivelazione è il nostro bene più prezioso, e in questa continuitàla religione di Cristo deve inserirsi e si inserisce perfettamente. Dio non ha maifatto mancare la Sua testimonianza, e non lo farà mai. Si dimentica spesso il posto chespetta <strong>al</strong> Cristianesimo qu<strong>al</strong>e compimento del passato e come punto di lancio per il futuro,e questa è forse una delle ragioni per cui la gente parla di un f<strong>al</strong>limento del Cristianesimo,e cerca quella rivelazione spiritu<strong>al</strong>e di cui sente urgente la necessità. Se questacontinuità, e il posto eminente che in essa spetta <strong>al</strong>la fede Cristiana, non è messa in luce,corriamo il rischio di sfiorare la rivelazione e non riconoscerla.2 Citato da W. Kingsland in “La religione <strong>al</strong>la luce della Teosofia”3 S: Paolo Agli Ebrei V, 8.8

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